Nel suo dossier "Regali petroliferi anche in Abruzzo.....la regione verde d’Europa nella giungla di royality, incentivi e facilitazioni» il Wwf scrive che il 50% del territorio abruzzese è interessato da attività legate alla ricerca, estrazione e stoccaggio di idrocarburi, che coinvolge il 75% dei comuni abruzzesi dove risiede quasi l’80% della popolazione, mentre quasi seimila chilometri di mare sono interessati da permessi di ricerca, concessioni ed estrazione.
L’istantanea del Wwf immortala una regione alla mercé di petrolieri, produttori e venditori di gas e di elettricità.
Dopo aver letto il rapporto del 24 gennaio 2013, presentato al Parlamento dall’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas (AEEG), la foto del Wwf si è fatta ancora più nitida e definita. L’AEEG, infatti, ritiene che 199 società -di cui 94 petrolifere- su un totale di 476 ditte monitorate, abbiano indebitamente scaricato il peso della “loro” Robin Tax sulle bollette di gas e luce. “Loro” perché la norma prevede il divieto di ribaltare sui consumatori l’aggravio della tassa ed assegna il compito di vigilare sul tema all’Autorità per l’Energia senza assegnarle tuttavia poteri sanzionatori.
Le associazioni dei consumatori hanno già richiesto all’AEEG un immediato confronto e la pubblicazione dell’elenco delle 199 aziende nel mirino dell’Autorità. Si profila nel frattempo la possibilità di una class action contro gli ingiustificati aumenti applicati a discapito dei consumatori che, a partire dal 2010, avrebbero così subito perdite per 300-400 euro l’anno.
Aperta e chiusa parentesi: il dibattito della campagna elettorale si è arricchito del pasticcio della Robin Tax solo ad una settimana dal voto. Non ne siamo stupiti.
Nei giorni scorsi la testata web Qualenergia.it ha rotto gli indugi rivelando che nella ”black list” dell’AEEG ci sono Enel Distribuzione Spa ed altre società del Gruppo Enel: http://qualenergia.it/articoli/20130211-robin-hood-tax-pagata-dai-consumatori-sulle-bollette.
La nota di Qualenergia.it ci ricorda anche dell’odioso balzello che noi consumatori dobbiamo pagare in bolletta per finanziare i sussidi alle centrali Enel alimentate a olio combustibile e gli oneri legati ai contratti di fornitura firmati da Eni con Putin.
Tornando alla Robin Tax "traslata" sui consumatori, per promuovere le azioni necessari e per recuperare le somme indebitamente incassate dai fornitori di gas e luce, dovremo attendere comunque che l’AEEG renda pubblico l’elenco della 199 aziende. Con molta probabilità lo farà a urne chiuse per evitare di ritrovarsi coinvolta, suo malgrado, nella campagna elettorale.
Prima ancora che l’AEEG faccia tutto questo, gli operatori energetici che operano in Abruzzo potrebbero comunque fare chiarezza sulle rispettive condotte tariffarie, se non altro in segno di rispetto per i consumatori di questa regione?
Una volta definita tutta la vicenda Robin Tax potremo finalmente sapere se quell’80% della popolazione abruzzese che risiede nei Comuni interessati da attività legate alla ricerca, estrazione e stoccaggio di idrocarburi, è rimasta fregata due volte e se al restante 20% resterà l’amara consolazione di essere stato colpito “soltanto” dai rincari in bolletta.
Alla prossima puntata.
La Redazione de I Due Punti
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