Il consumo mondiale di energia crescerà considerevolmente nei prossimi decenni, così come quello della nostra Regione.
Sta aumentando, inoltre, la consapevolezza, che una produzione tradizionale di energia contribuisca seriamente all'inquinamento ambientale, rendendo urgente il bisogno di una generazione di energia non inquinante.
Il settore energetico è stato quindi spinto in un processo di rinnovo e di ripensamento delle strategie energetiche, verso soluzioni più rinnovabili.
Nell'ambito dell'evoluzione tecnologica in questo campo l’energia dal mare sta prepotentemente emergendo.
La tecnologia, infatti, suscita un interesse crescente da parte dei governi e delle industrie, nonostante il suo essere relativamente “novella”, e con costi non competitivi come quelli presentati dall'eolico.
Tra le importanti caratteristiche di questa tecnologia vi è quella di avere la più alta densità di energia tra tutte le fonti rinnovabili, mentre tra i vantaggi più importanti si annoverano sono l'alta disponibilità e l'alta prevedibilità della risorsa.
La tecnologia è inoltre caratterizzata da un basso impatto visivo e da nessuna emissione di CO2.
L’energia dal mare può così contribuire ad un mix energetico rinnovabile per aiutare a frenare l'attuale dipendenza dai combustibili fossili.
Dopo più di trent'anni passati confinato a ricerca accademica, il progresso del moto ondoso ha raggiunto uno stadio quasi maturo, presentandosi come un'industria potenziale per il futuro.
E chissà che non diventi un potenziale per alcune delle nostre zone costiere.
Chissà.
Un MARE d’energia.
Il mare contiene un'enorme quantità di energia, che teoricamente può essere sfruttata dall'uomo per il proprio fabbisogno energetico.
Essa è presente sotto diverse forme, tra cui le maree, le onde di superficie, le correnti, il gradiente termico e il gradiente di salinità. Tutte le diverse forme elencate, possono essere impiegate per la generazione di elettricità, attraverso l'uso di tecnologie ancora in sviluppo. La risorsa globale potenziale stimata per ciascuna di queste fonti è indicata nella seguente tabella:
Il contributo totale delle correnti marine e di marea combinate assieme, è di circa 5 TW su una scala globale di consumo di elettricità; mentre è di circa 1-10 TW quella del moto ondoso oceanico, che contiene una densità energetica per metro quadro 15-20 volte maggiore dell'eolico o del solare.
Le correnti marine sono prevedibili e possono essere sfruttate senza la necessità di costruire delle dighe, mentre il moto ondoso è di per sé meno prevedibile, derivando dall'energia eolica.
La maggior parte dell'energia contenuta nel moto ondoso viene dissipata in acque profonde, dove lo sfruttamento economico deve ancora essere economicamente dimostrato; vicino alle coste rimane comunque una risorsa pari a 1,3 TW su scala globale, secondo la stima dello European Thematic Network on Wave Energy, che corrisponde ad una quantità di energia tecnicamente sfruttabile pari a 100-800 TWh/anno. Nel Regno Unito, che presenta un clima ondoso tra i più energetici al mondo, il potenziale energetico sfruttabile dal mare è pari a 50 TWh/anno.
Vi Presento I Nostri.
Presentiamo alcune delle probabili fonti di energia marina e le loro potenzialità.
Chiaramente è un imperativo la sintesi ed invito i più curiosi a contattarmi per eventuali approfondimenti.
Moto ondoso
Il moto ondoso è l'energia trasportata dal movimento dell'acqua vicino alla superficie del mare, in un processo oscillatorio o circolare, questa energia può essere convertita in elettricità.
Le onde si formano in seguito al trasferimento di energia, risultato dal passaggio del vento sulla superficie del mare. La distanza lungo la quale si verifica questo fenomeno viene chiamata fetch; fetch più lunghi generano onde più larghe e più potenti, e sono causati da venti più forti e da periodi prolungati di vento. La dimensione delle onde generate dipende quindi dalla velocità del vento, dalla sua durata, e dalla distanza dell'acqua su cui soffia, il fetch appunto. Il movimento dell'acqua trasporta energia cinetica che può essere sfruttata in un impianto a moto ondoso.
A seconda dell'orientamento della linea costiera, in particolare per le isole, e delle principali condizioni del mare, le onde possono variare le condizioni in cui raggiungono le aree interessate.
E' necessario che una linea costiera sia idonea allo sfruttamento, per fare ciò, bisogna considerare le sue proprietà batimetriche, ovvero l'inclinazione e la forma del suo fondale. Le tecnologie per il moto ondoso, rispetto all'eolico offshore, non rappresentano in genere un problema di impatto visivo dalla costa, si preferisce perciò installare gli impianti il più vicino possibile alla terraferma, così da ridurre significativamente i costi dei cavi elettrici e di installazione; in secondo luogo la manutenzione può essere svolta più efficientemente. La profondità del mare più appropriata per il posizionamento di un impianto è di 50m, come compromesso tra l'energia disponibile, le spese di ormeggio e la distanza da terra.
Le regioni con una batimetria aspra, ovvero con fondali ripidi e acque profonde vicino alla costa, sono vantaggiose per l'impiego del moto ondoso. La maggior parte delle tecnologie sono galleggianti, quindi le condizioni del fondale non sono l'aspetto più critico, se si considera la posa dei cavi verso la terraferma, i fondali sabbiosi sono preferibili. Nei progetti su larga scala, l'ostacolo maggiore sarà la capacità e la disponibilità della rete di trasmissione, poiché le risorse di onde possono trovarsi in aree con una rete relativamente debole.
Maree
Le tecniche di conversione dell'energia di marea, sfruttano l'innalzamento e il calo naturale del livello del mare, dovuti principalmente all'interazione dei campi gravitazionali tra la Terra, la Luna e il Sole.
I periodi principali di queste maree, sono giornalieri di circa 24 ore, e semidiurni di circa 12h 25min. Le maree di plenilunio, si verificano quando le forze generatrici della Luna e del Sole agiscono nelle stesse direzioni, così la marea solare è sovrapposta a quella lunare.
Un certo tipo di linea costiera, in modo particolare gli estuari, accentua questo fenomeno, creando delle escursioni di marea fino a 17 metri. Le maree di quadratura invece, si verificano quando le forze generatrici del Sole e della Luna si trovano ad angolo retto tra di loro, in questo caso l'alta e la bassa marea sono ai loro minimi. I movimenti verticali dell'acqua, associati alla salita e alla discesa delle maree, sono accompagnati da movimenti quasi orizzontali dell'acqua, definiti correnti di marea.
Gradiente termico
L'energia talassotermica, anche conosciuta come OTEC, dall'inglese Ocean Thermal Energy Conversion (Conversione di energia termica oceanica), si basa sull'estrazione di energia dal gradiente termico, tra la temperatura dell'acqua di superficie più calda (22-27°C), e quella più profonda più fredda (4-7°C), per mezzo di un ciclo termodinamico che produce potenza. Nella fascia di oceano compresa entro venti gradi dall'equatore, si può trovare una differenza di 20°C a un chilometro di profondità. Queste condizioni esistono nelle aree tropicali, grosso modo tra il Tropico del Capricorno e il Tropico del Cancro. Con efficienze termodinamiche del 3%, i cicli OTEC devono compensare con grandi portate d'acqua marina di diversi metri cubi al secondo per megawatt di elettricità prodotta[16]. Considerando anche le grandi distanze lungo le quali l'acqua deve essere pompata, si hanno diverse difficoltà, oltre a quelle tipiche degli ambienti marini, per cui l'OTEC non riesce ancora ad essere economicamente competitivo.
Gradiente salino
La tecnologia a cui ci si riferisce quando si parla di gradiente di salinità, sfrutta la differenza di pressione osmotica tra l'acqua dolce e quella salata. Il principio fisico si basa sullo sfruttamento dell'entropia di mescolanza tra due soluzioni con salinità diverse. Questo processo viene facilitato dall'uso di una membrana semimpermeabile. Il gradiente di salinità è una fonte completamente rinnovabile, e meno periodica, se paragonata all'eolico o al solare.
E' potenzialmente una delle risorse più grandi di energia rinnovabile del mondo. La sua produzione non è inquinante, ed è caratterizzata da emissioni non significative di CO2 nell'atmosfera. Non sono conosciuti particolari ostacoli operativi, e per queste ragioni l'interesse per l'energia osmotica è cresciuta negli anni.
Il potenziale globale per l'energia osmotica può corrispondere a metà di quello dell'idroelettrico convenzionale.
La potenza prodotta dagli estuari si stima ammonti a 2,6 TW, che rappresenta il 20% della domanda mondiale di elettricità. Il lato negativo delle tecniche di conversione basate selle membrane, era il costo elevato delle stesse. Oggi i prezzi in calo dovuti all'industria della desalinizzazione, e per le applicazioni di riuso dell'acqua, in aggiunta all'aumento dei prezzi dei combustibili fossili, rendono il gradiente salino attrattivo per il prossimo futuro. Il costo capitale per un impianto di potenza a gradiente di salinità, sarà più alto se confrontato con quello eolico, ma d'altra parte l'impianto osmotico è progettato per operare a piena capacità quasi continuamente.
L’Energia che cavalca l’onda.
Nella carrellata, chiaramente, non potevano mancare le onde.
Le onde sono generate dal vento, che scorre sulla superficie del mare.
Non tutti sanno che … finchè la velocità di propagazione delle onde è più lenta di quella del vento, che soffia su di esse, si ha un trasferimento di energia dal vento alle onde. In questo processo concorrono due fattori: la differenza di pressione dell'aria, tra il lato sopravento e il lato sottovento dell'onda, in aggiunta all'attrito tra il vento e la superficie dell'acqua; questi provocano uno sforzo “tangenziale”, che causa lo sviluppo delle onde. L'altezza delle onde è determinata dalla velocità del vento, dalla durata del tempo in cui esso ha soffiato, dal fetch, dalla profondità e dalla topografia del fondale marino. Assegnata una certa velocità del vento, si ha un limite fisico di tempo o di distanza, oltre i quali non vengono generate onde più grandi. In tal caso il mare viene detto “completamente sviluppato” e in pratica non è più possibile generare altre onde..
Classificazione delle tecnologie di conversione
Per sfruttare l'energia contenuta dal mare son state sviluppate numerose tecnologie anche molto diverse tra di loro.
La ricerca in questo campo ha origini non tanto recenti, ma è stata discontinua fino ai giorni nostri
Oggi, diversi progetti hanno provato la loro applicabilità su larga scala in dure condizioni operative, e alcuni impianti commerciali sono in costruzione in diverse parti del mondo.
E' tuttavia richiesto un continuo apporto di ricerca e di sviluppo per migliorare le prestazioni tecnologiche di conversione, e per stabilire la loro competitività nel mercato energetico globale.
In letteratura i dispositivi per la conversione del moto ondoso vengono denominati WEC, acronimo di Wave Energy Converter (Convertitore di energia delle onde).
E' stato sviluppato un numero elevato di tecnologie per lo sfruttamento dell'energia delle onde; in tutto il mondo sono stati registrati più di mille brevetti, ma nessuna di queste tecnologie si è ancora imposta come quella dominante. Una classificazione univoca sarebbe quindi inappropriata. I tre parametri più usati per distinguere le diverse tecnologie sono:
-Posizione rispetto alla costa: suddivide i WEC in base alla lontananza dalla costa in tre categorie: dispositivi onshore (sulla costa), nearshore (vicino alla costa) e offshore (lontano dalla costa).;
-Principio di funzionamento: L'EMEC, European Marine Energy Centre, classifica i WEC in otto diverse categorie a seconda della loro tipologia di funzionamento (esempio Pelamis etc…);
-Sistema di Power Take-off(presa di potenza), PTO: è il meccanismo che converte la potenza meccanica di input, estratta dalle onde, in potenza elettrica.
L’esempio.
Nel Giugno 2013 Enel Green Power, società leader mondiale nella generazione da fonti rinnovabili, e 40South Energy, gruppo di società tra le più innovative nel settore del marine energy a livello internazionale, hanno avviato l’installazione e messa in esercizio di un primo generatore R115, con una capacità nominale di 150 kW e di potenza installata pari a circa 100 kW, per la conversione in elettricità dell’energia prodotta dalle onde del mare dell’Arcipelago Toscano, a Punta Righini (Castiglioncello).
Il generatore assicura una completa integrazione nell’ambiente marino e facilità di manutenzione, e sarà in grado di produrre circa 220 MWh all’anno, sufficienti a soddisfare i consumi di oltre 80 famiglie. La generazione marina di energia è una soluzione particolarmente utile nei casi in cui risulti difficile il collegamento alla rete di distribuzione elettrica, come, ad esempio, per le isole.
Il clima ondoso è relativamente calmo, nonostante ci siano degli eventi estremi occasionali. Ad esempio, a Dicembre 2011 ci fu una tempesta con onde alte 6m e periodi di 10s in mari molto forti, con condizioni dure come quelle oceaniche, dove le onde sono più grandi ma molto più regolari.
Al momento il sito non è connesso alla rete elettrica, anche se si sta valutando la possibilità di porre un cavo per mettere in produzione le macchine. Nel Marzo del 2013 il sito ha ottenuto le autrizzazioni all'installazione di quattro macchine. Uno dei pochi al mondo in grado di ospitare convertitori a moto ondoso a grandezza naturale in un ambiente offshore ed energetico. L'area utilizzata per il WEP (Wave Energy Park) è molto piccola: circa 300m x 250m, che può sembrare grande a terra ma è assolutamente trascurabile se si trova tre chilometri dalla costa..In particolare non interferisce assolutamente con la pesca, essendo le macchine a 47m di profondità, o con la navigazione commerciale, essendo più vicino alla costa di qualsiasi rotta commerciale, o con la navigazione ricreativa, essendo fuori da qualsiasi rotta di connessione tra porti. Sono in progetto in Italia altri siti di test, un altro WEP al largo di Lavagna, a Gorgona e all'isola d'Elba. Si, è vero, queste sono isole…ma nessuno vieta di condurre studi sui Nostri litorali!
L’Impatto ambientale
E’ questo un punto nodale e di stringente importanza per l’eventuale ingegnerizzazione delle tecnologie lungo le Nostre coste.
Ho sentito quindi il bisogno di svilupparlo in modo ampio e approfondito, toccandone i molteplici aspetti.
Si parte dal presupposto che i convertitori a moto ondoso non producono alcun tipo di emissione inquinante durante il loro funzionamento.
Tuttavia, come tutte le altre energie rinnovabili, l'energia ondosa non ha un impatto nullo sull'ambiente.
Si sono osservate delle differenze sostanziali tra l'impatto generato dai dispositivi installati onshore (sulla terraferma) e quelli offshore (in mare). Si presentano qui di seguito le diverse tematiche legate all'impatto ambientale dei dispositivi offshore, in quanto sono quelli che godono di maggiori criticità:
Impatto sul sistema abiotico e i processi costieri
Si parte dall’idea che a seguito dell'impatto con un convertitore a moto ondoso, si ha una riduzione dell'altezza delle onde dell'ordine del 10-15%. La diffrazione ristabilisce poi uniformità nell'altezza delle onde entro 3-4 km dall'impianto. La diminuzione dei livelli energetici delle onde che raggiungono la costa, potrebbe ridurre il trasporto di sedimenti sul litorale, probabilmente riducendo l'erosione nella vicinanza dell'impianto, mentre aumenterebbe l'erosione più giù lungo la costa.
Questo impatto comunque, è probabile che sia significativo solo per dispositivi posizionati entro 1 o 2 km dalla costa. Se il parco a moto ondoso occupa un'area considerevole, potrebbe leggermente cambiare le abitudini delle onde e produrre piccole modifiche nella linea costiera.
Si noti che, in certi casi, questo effetto può essere positivo. La frazione di sedimenti può anche cambiare leggermente nelle vicinanze dell'area, dove i cavi e gli ormeggi vengono installati. Ma si pensa, che l'impatto sull'idrografia e sul trasporto di sedimenti, per l'installazione di una centrale elettrica a moto ondoso, siano trascurabili.
Inquinamento acustico
Alcuni dispositivi possono essere rumorosi, e il rumore generato dipende dal clima ondoso. Tuttavia, si pensa che essi non siano più rumorosi dei suoni circostanti generati dal vento e dalle onde, che forniscono un isolamento acustico.
Disturbo del rumore sui pesci
Anche se i danni fisiologici sono difficilmente causati dalla costruzione di dispositivi a moto ondoso, il comportamento può esserne disturbato, ma non si ha ancora scientificità sulla cosa, la ricerca è work in progress…
D’altra parte, molte specie di pesci usano il suono sia per la comunicazione sia per trovare prede e predatori.
Campo elettromagnetico
I cavi sottomarini connettono tra di loro i dispositivi. Perciò una porzione importante del fondale marino nei parchi offshore è interessata dalla presenza di cavi.
I campi magnetici artificiali ed elettrici, associati ai cavi elettrici sottomarini, possono causare interferenze e disturbi nell'orientamento degli animali migranti, e con i meccanismi di alimentazione degli elasmobranchii.
I campi elettromagnetici artificiali dei cavi elettrici sottomarini, possono interferire con la percezione delle prede o con le abilità di navigazione (di pesci elettrosensibili come gli squali e le razze), nell'immediata vicinanza dei cavi marini. In questa fase di sviluppo, i cavi di trasmissione utilizzati, sono quelli per i sistemi a corrente alternata.
I quali non comportano una deviazione misurabile dei compassi o un disturbo della radio o dei GPS delle navi che passano sopra i cavi. Tuttavia è molto difficile, con i dati attuali, stimare se può esserci un impatto sulle specie o un impatto ecologico causato dai campi elettromagnetici.
Anche qui, c’è molto lavoro da fare, che non riguarda solo l’energia dalle onde, ma anche e soprattutto l’eolico offshore.
Uccelli
Gli impianti potrebbero fornire uno spazio di nidificazione artificiale per gli uccelli marini, e risulterebbe nella crescita delle popolazioni di queste specie, maggiore di quella che si avrebbe senza il progetto. In aggiunta, la probabilità che questo accada è aumentata perchè le boe richiedono solo visite di servizio sporadiche.
D'altro canto, molte specie di uccelli marini sono attratte dalle fonti di luce artificiale. Sono state documentate grandi fenomeni di attrazione e di mortalità degli uccelli a causa dei fari, delle luci di navigazione, delle piattaforme petrolifere offshore, ecc., la maggior parte durante notti nuvolose con nebbia e pioggia fine. Oltretutto, la maggior parte degli uccelli che migrano di notte, salgono alla loro altitudine di migrazione subito dopo il decollo, e cominciano una graduale discesa poco dopo la mezzanotte. Perciò, c'è una bassa probabilità di una collisione degli uccelli con i dispositivi.
In definitiva, l’impatto ambientale, che comporterebbe lo sfruttamento delle onde del mare per la produzione di energia elettrica è un argomento molto vasto e molto delicato, e deve ancora essere studiato in profondità in quanto c'è il rischio che una tecnologia sostenibile in partenza, si riveli di disturbo per l'habitat marino.
E documentare una ricerca in questo senso è assolutamente sacrosanto!
La Fattibilità.
Molti convertitori per il moto ondoso siano stati progettati e sviluppati recentemente, anche (come si è visto) nel nostro Bel Paese.
Molti di questi hanno raggiunto un livello sperimentale prossimo alla commercializzazione, dopo essere stati testati a lungo nei siti di prova più importanti d'Europa per il moto ondoso, altri progetti invece si affermano per la loro semplicità, economicità ed affidabilità.
Bisogna assolutamente sottolineare che nonostante il Mar Mediterraneo sia un mare a minore contenuto energetico rispetto l’Oceano, le possibilità di sfruttare questa risorsa rimangono comunque elevate.
Tecnologicamente si deve ancora fare molta ricerca poiché, le caratteristiche delle onde in questo mare sono diverse da quelle oceaniche e possono essere sfruttate per la produzione di energia elettrica solo attraverso un convertitore appositamente progettato. Se si prende d'esempio il dispositivo R115 della 40SouthEnergy, in prova al largo delle coste italiane in collaborazione con Enel Green Power, si può ricavare che:
Questo risultato di ore equivalenti attesta la risorsa di moto ondoso ad un livello di disponibilità superiore a quello del fotovoltaico e dell'eolico che, secondo il rapporto del GSE sulle statistiche delle rinnovabili del 2011, hanno un numero equivalente di ore di funzionamento medio nazionale pari a circa 1300 h e 1500 h rispettivamente (contro le quasi 2200 h dell R115!, praticamente poco meno del doppio).
E’ anche interessante sottolineare che nel caso di mari più calmi e semichiusi come il Mar Mediterraneo, dove sono disponibili quantità di energia inferiori rispetto all'oceano, molte difficoltà tecniche legate alle condizioni estreme degli oceani possono essere facilmente risolte, rendendo probabilmente la produzione di energia elettrica da moto ondoso ancora economicamente conveniente.
Da questo punto di vista, la produzione di energia ondosa nel Mediterraneo è particolarmente attraente per Paesi come l'Italia che hanno una linea costiera relativamente lunga e le Regioni che in Italia si affacciano sul mare potrebbero cominciare a fare un “pensierino” sull’eventuale modalità di sfruttamento di questo potenziale.
E gli Incentivi in Italia?
Fondamentali gli incentivi.
Attualmente le modalità di incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti a moto ondoso, collegati alla rete elettrica, sono stabilite dal DM 6 luglio 2012.
Il DM 6 luglio 2012 disciplina, infatti, le modalità di incentivazione dell'energia elettrica prodotta da impianti alimentati da fonti rinnovabili, diverse da quella solare fotovoltaica, con potenza non inferiore a 1 kW. Gli incentivi si applicano agli impianti nuovi, integralmente ricostruiti, riattivati, oggetto di intervento di potenziamento o di rifacimento che entrano in esercizio a partire dal 1°gennaio 2013. Gli incentivi sono riconosciuti sulla produzione di energia elettrica netta immessa in rete dall’impianto. L'energia elettrica autoconsumata non ha accesso agli incentivi.
In base alla potenza dell'impianto sono previsti due distinti meccanismi incentivanti:
• una tariffa incentivante omnicomprensiva (To) per gli impianti di potenza fino a 1 MW, determinata dalla somma tra una tariffa incentivante base, il cui valore è individuato per ciascuna fonte, tipologia di impianto e classe di potenza nell'Allegato 1 del Decreto, e l’ammontare di eventuali premi (es. riduzione emissioni). L’energia immessa in rete dagli impianti che accedono alla tariffa onnicomprensiva risulta nella disponibilità del GSE e non del produttore.
• un incentivo (I) per gli impianti di potenza superiore a 1 MW e per quelli di potenza fino a 1 MW che non optano per la tariffa omnicomprensiva, calcolato come differenza tra la tariffa incentivante base, a cui vanno sommati eventuali premi a cui ha diritto l’impianto, e il prezzo zonale orario dell’energia (riferito alla zona in cui è immessa in rete l’energia elettrica prodotta dall’impianto). L’energia prodotta dagli impianti che accedono all’incentivo (I) resta nella disponibilità del produttore.
Il Decreto stabilisce che il costo indicativo cumulato di tutte le tipologie di incentivo riconosciute agli impianti a fonte rinnovabile, diversi dai fotovoltaici, non può superare complessivamente il valore di 5,8 miliardi di euro annui. Nell'articolo 9 del decreto vengono indicate le potenze prodotte da fonti rinnovabili messe a registro.
Si noti che nel 2013 verranno installati 3 MW di potenza da energia marina. Interessante anche sapere che l'ammontare della tariffa omnicomprensiva è pari a 300 € /MWh per un impianto di potenza inferiore ad 1MW.
E Noi, Abruzzo?
I Nostri circa 130 km di costa mostrano lungo il loro percorso un carattere estremamente vario.
Il litorale nella zona di Teramo, da Martinsicuro a Silvi Marina, di Pescara e del nord della zona di Chieti corrispondente alla città di Francavilla al Mare, possiedono larghe spiagge sabbiose e con ciottoli. A sud il paesaggio cambia del tutto: da Ortona a Vasto e San Salvo la costa è piuttosto selvaggia, alta e ripida e le cale e le spiagge sono circondate da una fitta macchia mediterranea.
Sarebbe da sciocchi pensare di riservare questa tecnologia a tutta la costa, ma sarebbe interessante pensare di impiegarla in quei tratti in cui non è possibile la balneazione, in quei posti che sono divenuti ricettacolo di immondizia o discariche a cielo aperto.
Non tutte le spiagge sono uguali, forse qualcuna ha bisogno di aiuto, di originalità, di qualcosa di nuovo.
Chiaramente c’è bisogno di tanto studio, tanta ricerca, tanta voglia di fare, chiaramente esistono tante difficolta burocratiche e sociali e chiaramente esiste anche un popolo “fiero e cortese” che ha tanta voglia di RISCATTO.
Dico la mia? Si, esatto, dico la mia.
L’unica soluzione alla profonda crisi sociale e storica sono i giovani, i Nostri giovani, l’originalità, l’arguzia, l’osare essere intelligenti, il provarci, l’essere entusiasti e soprattutto il capire che la soluzione risiede nello svoltare, nel credere nel nuovo potere emergente: l’idea.
L’idea è l’unico vero risorgimento dal letargo sociale in cui siamo piombati.
Che dite, cavalchiamo l’onda?
Ssshhhhh!!!
ma Susanna “Non lo disse ad alta voce perché sapeva che a dirle, le cose belle non succedono.”
-- Ernest Hemingway
Fonte: Aquararet textbook 2013---- Generating electricity from the oceans . AbuBakr S. Bahaj. The University of Southampton, Sustainable Energy Research Group, Energy and Climate Change Division, School of Civil Engineering and the Environment, Southampton SO17 1 BJ, United Kingdom. 2011---- Tesi di Laurea in Ingegneria Energetica Politecnico di Milano “Stato dell'arte delle tecnologie di conversione dell'energia dal moto ondoso”, 2013.
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