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Roseto ha bisogno di aiuto. VITTIME E COLPEVOLI - La lettera di un giovane di 22 anni

5 minuti

“ Ai morti colpevoli e alla loro innocenza”. Così apre Saviano il suo ultimo romanzo. Io oggi parlo a nome dell’innocenza, facendo appello ai padri della mia generazione, affinché mettano da parte la tonaca del buonismo e investano energie e fondi nel ramo sociale e artistico di questa Roseto, stanca nel versare lacrime amare da anni ormai.

 Tra lettere d’insegnati, dichiarazioni politiche senza fondamenta e pseudo giornalisti che per due click sarebbero disposti a tutto, il degrado rosetano giovanile che viene mostrato rispecchia solo in parte la realtà, così decido di espormi, dal basso dei miei 22 anni, considerando che questo questo degrado di cui si parla, viene raccontato più da ipotesi che da fatti.
Mi rivolgo a chi può ma non sa\fa, proponendo qualcosa di concreto.
Voi non sapete, ad esempio, cosa vuol dire vedere tutti i propri amici abbandonare questa città poiché priva di stimoli.
Voi non sapete perché i minorenni bevono fino allo sfinimento.
Voi parlate di droga ma non sapete che la maggior parte dei ragazzi si gettano nella droga per superare lo sdegno della generazione che li ha preceduti, colpevolizzandoli in quanto inetti , non essendo in grado di comprenderne i disagi e le sofferenze.
Partiamo dal presupposto che  nessuno si sveglia la mattina e sceglie di diventare spacciatore o di andare in coma etilico e che  nessuno va via dai propri cari senza lavoro né certezze se la situazione è accettabile.
Ho letto un articolo recentemente, ho letto le dichiarazioni di chi dovrebbe rappresentare il turismo e la cultura, si parla di “avversione infondata verso chi governa”; ho letto “ Non vedo aspetti negativi a Roseto” , ho letto“ c’è cultura e c’è turismo”, scusate se da figlio d'arte, mi preme dissentire sopratutto da quest’ultima affermazione.
Non ho letto,però, della mancanza di spazi ricreativi dove un ragazzo possa capire cos’è l’arte,ad esempio.La ricerca ossessiva verso l’estremo,  descrive un po' le abitudini della nostra città raccontate dal famoso insegnate nella sua lettera che ha fatto il giro del web, o dalla cronaca recente, denota un bisogno di esprimersi, emozionarsi, confrontarsi attraverso un percorso sano dove sia data voce a tutti. Nessuno si sforza di capire perché Roseto è diventata una delle realtà più abbordabili dal punto di vista della droga e del crimine, eppure leggo ogni giorno lo sdegno della generazione che ci ha preceduto.
Questo mi ferisce profondamente e non mi vergogno a dirlo.

Roseto, in certi aspetti, per chi non lo sapesse, non ha nulla da invidiare alle borgate più degradanti d’Italia, ma chi ha reso questo terreno così fertile? E sopratutto: chi deve agire adesso? In che modo? 
Io dico…in primis, BASTA colpevolizzare questi ragazzi. Non è colpa loro la passione per la droga e per l’alcool , non è colpa loro se mentre gridano le vostre orecchie non sono in grado di sentirli. Non è colpa loro se non c’è lavoro e se non sono in grado di costruirselo,non è colpa loro se non c’è spazio per un sogno o per un briciolo di compassione nelle menti dei tanti giudici , buoni solo ad affilare quel coltello tanto tagliente da costringere i cuori più irrequieti all’autodistruzione.Il Sindaco dice che servono più controlli, un pò come Ponzio Pilato disse " non sono responsabile di questo sangue" nel celebre passo Biblico.
In certe serate c’erano 4 pattuglie dei carabinieri operative, chi stavano cercando?
Un colpevole per caso?
E perché con tale foga non si vada alla ricerca delle vittime?
Si dia voce agli esperti così come a chi questo disagio giovanile lo vive.
Non si dia la caccia solo a chi spaccia la droga,la si dia a chi sta cercando aiuto per uscirne.
Non svanisce la tentazione eliminando i gatti e le volpi, spieghiamo a Pinocchio perchè è importante che vada a scuola.
Apriamo un dialogo tra chi ha i mezzi per combattere e chi ha voglia di farlo.
Roseto ha bisogno di una realtà che dia voce a tutti, di uno stimolo che sia da esempio. Roseto ha bisogno di un  grande centro sociale ricreativo e culturale.
Roseto ha bisogno di aiuto.
                                                                                                                                                                                                                  Filippo Ruggieri

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Commenti

Caro Filippo, se sei un giovane rosetano reale o una provocazione politico-intellettuale, poco importa poiché hai toccato un nervo scoperto. Non ci si può sottrarre facilmente dall' intervenire alle tue argomentazioni. Io sarei, più che la generazione dei padri, quella dei nonni, ma il richiamo e il grido é troppo forte per chi ha investito la propria esistenza nell' impegno sociale politico-sociale,....troppo per restare in silenzio. Il rischio è quello del paternalismo e della piaggieria. Sì, è vero, lo penso e non lo nascondo, appartengo ad una generazione di sconfitti. Quasi tutti i riferimenti di una vita, i parametri consolidati, sono scomparsi. Non parlo di valori, quelli ci sono e rimangono, ma nello stesso tempo, non voglio, né posso iscrivermi al club dello sconfittismo perché così, credo che non si aiuti la generazione che chiede spiegazioni e vie di uscita. Sì è vero, il nostro impegno non ha dato i risultati promessi, non sono venuti fulgidi esempi: troppa melma, troppe contraddizioni hanno oscurato anche tante storie pulite ed esemplari. Sì è vero, il sole dell'avvenire non splende, non è tramontato ma è offuscato dalla demagogia e dal malaffare ma credimi, non è facile prendere atto di una sconfitta generazionale. A Roseto, dalla meta' degli anni settanta, ho partecipato ad una stagione esaltante di impegni sociali e politici per la crescita civile, economica e culturale della città. Un periodo bello, di lotte sociali, di conquiste di diritti, di creazione di servizi sociali che oggi, sembra difficile, non dico sviluppare, ma mantenere. Roseto si è sviluppata, il territorio é stato salvaguardato, fra tante contraddizioni ed anche cattivi esempi, ma, nel complesso, se tanti la scelgono per viverci, qualcosa significherà. Vedi, una signora, che per ragioni di lavoro attraversava in treno, la nostra Roseto, mi diceva che si notava, nel nostro territorio, che vi era stata una cura ed una salvaguardia diversa rispetto ad altri comuni. E questo mi inorgogliva, visto che avevo avuto un ruolo nella nostra comunità. Ma tutto ciò non è bastato, occorrerebbe una analisi approfondita dei perché oggi questa generazione ci dice che abbiamo fallito e vuole delle risposte ragionate che non siano imbevute di manipolazione e di strumentalita'. Io non so se la soluzione al disagio giovanile siano strutture come un centro sociale, ma certo mancano centri di impegno e di incontro che prima, in parte, erano i partiti storici e popolari. Dalla generazione dell'impegno totalizzante, allo smarrimento attuale, propongo una terza via dettata dal buon senso. Propongo un patto generazionale e culturale ove le colpe dei padri e dei nonni, vengano ricosciute con l'impegno da parte dei giovani di costruire insieme nuove ipotesi, tenendo conto degli errori e delle contraddizioni sperimentate dove il lavoro sia sinonimo di riscatto. Claudio Angelozzi
Si Roseto ha bisogno sicuramente di aiuto , da parte di una politica che pensa in primis a palazzi ed edilizia , e solo ad una parvenza di turismo e politiche economiche evolutive . il giovane in questione con il suo comprensibile sfogo , non deve confondere la depressione-giovanile in eta' evolutiva con la giustificazione all'uso di alcool e droghe facilmente imputata a fattori sociali esterni . Il grande problema attuale e che questo consumo e' diventato moda giovanile di aggregazione , che come tutte le mode impera non ne fa distinguere la correttezza , ma abbaglia con la sua contemporaneita' a cui bisogna aggegarsi ; con il totale disinteresse delle autorita' pubbliche al fenomeno . Tutte le fasi della vita hanno delle insidie soprattutto quelle giovanili , e questa moda al vittimismo e' sicuramente una delle piu' insidiose , data il facile consumo di alcool+droghe che fanno da tappo al disagio . Certo i maturi "giudici ed inquisitori" sono offensivi , ma l'offesa non deve tradursi in autolesionismo che fa il gioco degli accusatori e di chi per detenere i propri privilegi e' disposto a passare sopra anche alle future leve. Orlandi Francesco
Questa corsa autolesionista al vittimismo sia di giovani che di adulti e' l'origine primaria di questo stato di disagio ; mi permetto di dire che la vita riserva e riservera' sempre sconfitte o degli ostacoli che volendo o nolendo devono essere superati anche chiedendo aiuto quando non ci si riesce, ; Si si deve avere il coraggio di chiedere aiuto quando non ci si sente preparati ad affrontare la situazione e non buttarsi nelle facili accuse o nell'autocompiangimendo . Caro 22enne e coetanei la "gara della vita" vale la pena sempre di essere disputata, anche se si arriva ultimi , e non di ritirarsi dalla "competizione" con alcool-droghe o per le accuse di sadici-adulti che si autocompiacciono nel farle o ventilate crisi economiche che ci saranno sempre . Gli stati della cosiddetta depressione che e' reputata la malattia del secolo per la sua diffusione in tutte le fasce sociali sono da non confondere con le naturali incertezze giovanili che da sempre sono presenti in passate-attuali e future generazioni . Orlandi Francesco
Complimemti al giovame autore dell'articolo... Permettetemi però di dissentire! Io credo che i problemi siano gli stessi di venti anni fa! I problemi della lotta generazionale, molto probabilmente sopravvalutati! Anche venti anni fa c'erano gli stessi problemi annoverati sopra...droga e alcol! Io li ho vissuti assieme ai miei amici...qualcuno ha continuato (davvero pochi) rovinando la propria vita... tutti gli altri hanno superato queste "piaghe" crescendo! Roseto è una cittadina di poche migliaia di anime, una cittadina che non può certo offrire ciò che ad esempio può offrire una grande città...non fate però passare Roseto come un luogo da cui scappare perchè così non è!!! Io ho deciso di rimanere e "combattere" qui le mie paure, cercando di realizzarmi in un'epoca in cui di avversità ve ne sono molte senza dare responsabilità a nessuno! Basta prendersela con le amministrazioni, con i giovani o con le generazioni passate! Basta cercare il colpevole perché molto spesso i padroni del nostro destino siamo Noi e solo noi!!!
Certamente la situazione esposta è conforme alla realtà. Reali sono i problemi cui si fa riferimento se non empirici, mi azzarderei a dire. Efficace l’anafora utilizzata dall’autore dell’articolo “voi non sapete”/”voi parlate”. Ma cosa dire di noi? Ho vent’anni anch’io. Sono stata svezzata da questo meraviglioso paese. Faccio parte anch’io della schiera di coloro che l’hanno abbandonato ma non perché sia privo di stimoli. Se è di stimoli che si parla, mi permetto di sostenere che io, personalmente, ne ho ricevuti tanti, a tal punto da trascinare le mie valige attraverso gli Appennini poiché li avevo esauriti tutti. Probabilmente sarà arrogante dirlo ma penso che tutto ruoti attorno agli obiettivi. Roseto Degli Abruzzi è un paese, il termine non lascia spazio ad alcuna ambiguità. Le risorse che può offrire sono plurime ma al tempo stesso limitate se prendiamo come termine di paragone una città. Occorre non fare confusione fra i due termini. Dunque, cultura? Sì, eccome, rispetto ai suoi teneri 157 anni. E sottolineo come con l’ultima amministrazione si siano fatti dei passi in avanti nel settore. Assenza di spazi ricreativi? Mi permetto di sollevare una questio a tal proposito: davvero vogliamo illuderci che la presenza di un maggior numero di luoghi di incontro, possa distogliere l’attenzione dei miei coetanei dalla drogra o dall’alcol? Mi viene da sorridere per l’ingenuità di questa supposizione. Roseto è un terreno fertile perché i suoi figli sono deboli, fondamentalmente insicuri di se stessi, del mondo che li circonda, dei propri affetti, del proprio futuro e allora si costruiscono delle categorie, le cosiddette “etichette”, dietro le quali si celano finché possono, senza rimuginare troppo sugli effetti che esse determinano. Molti sono finiti “nel giro” per “gioco”, per correre dietro alla brama di indossare quella maschera, di essere quell’attore senza volto che la comunità impone, che la comunità santifica. Le precedenti generazioni? D’accordo giocano un ruolo fondamentale nella costruzione della nostra identità. Arriva, tuttavia, il giorno in cui il complesso edipico viene meno, in cui realizziamo che la vita è breve, troppo breve per fingere di essere invece che essere. “Carpe diem” mi verrebbe da suggerire, non nell’accezione semplicistica di “cogli l’attimo” ma in quanto “strappalo via quel momento, sradicalo e portalo con te”. “Ahi serva Italia” se crediamo ancora alla bella storiella che non siamo responsabili delle nostre azioni. Le precedenti generazioni sono state distruttive, degradanti, inette. Perché continuare? Perché puntare il dito? Perché non fare qualcosa? Homo faber fortuna suae. È giunto il momento di tirar fuori “quello spirto guerrier” ci griderebbe Foscolo. Dunque, per ricollegarmi al titolo scelto dall’autore, Roseto ha bisogno di aiuto, è vero. Necessita di essere salvata dai suoi stessi cittadini.