Il sindaco Brucchi era in consiglio comunale a discutere il Bilancio.
Le ultime fasi di una lettura fatta di tagli e mancanze anche statali.
La telefonata è arrivata al segretario del Primo Cittadino, Vinicio Ciarroni.
All'altro capo del telefono Nicoletta, la figlia del dott. Brucchi, era molto spaventata.
Un signore continuava a citofonare e a chiedere di salire.
Insisteva minacciando di riuscire a entrare nell'abitazione.
Erano le dodici di un assolato fine Luglio.
Ciarroni avverte subito un vigile urbano e poi, interrompe il consiglio comunale.
La corsa del sindaco è di un passo veloce da padre.
L'uomo aveva fatto perdere le sue tracce.
Il clima in Città è sempre più caldo come in tutte le città in cui la crisi diventa ombra dei molti, dei tanti ridotti allo strenuo delle forze economiche.
Il sindaco diventa il simbolo con cui sfogare i propri momenti, attimi, rancori.
Non è così, non può essere così.
Le figlie no.
I figli sono sacri.
La Digos di Teramo sta indagando cercando di muoversi con il massimo riserbo.
Al sindaco Brucchi e alla sua famiglia, giunga la solidarietà della redazione de I Due Punti e dei giusti lettori.
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