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Dopo San Benedetto e tante altre Città, la Cracking Art arriva a Teramo...

di Giancarlo Falconi
2 minuti

Un giorno diventeremo originali.
Una piccola premessa. Gli animali della eco-pop ci piacciono, ci fanno sorridere, ci divertono, ci colpiscono ma era cosa nota, vista e rivista tra San Benedetto del Tronto, Acquaviva Picena, Cosenza.
Basta una piccola ricerca su google per comprendere come Teramo sia una delle tante tappe di un messaggio che si ripete di provincia in provincia.
Avete bisogno di un comunicato fresco, fresco?

“Il comune di San Benedetto del Tronto con questa mostra vuole offrire non solo un evento espositivo, ma un messaggio dal forte contenuto sociale, ambientale e non da ultimo culturale – afferma l’assessore alla cultura Annalisa Ruggieri – Attraverso l’appropriazione di luoghi simbolo della città da parte degli animali Cracking Art, San Benedetto sarà ancora una volta protagonista dell’estate, quest’anno con uno spirito rinnovato e propositivo, dopo mesi difficili che hanno visto il blocco totale del paese, abbiamo voluto puntare su un nuovo modo di fruire l’arte, sicuramente in linea con le regole del distanziamento sociale ma non meno suggestivo ed affascinante”.

La scelta di Cracking Art en plein air assume dunque una duplice valenza: quella di presentare un evento di promozione del contemporaneo, in un’ottica di ripartenza culturale oggi assolutamente necessaria e nel contempo quello di riuscire a far dialogare i linguaggi dell’arte contemporanea con luoghi densi e ricchi di storia così come in quelli legati alla modernità, nella sicurezza e nel rispetto della salute di ogni singolo individuo.

Gli animali di Cracking Art saranno presenze vivaci e rassicuranti nell’estate sanbenedettese, creando un’atmosfera da fiaba e valorizzando le evidenze architettoniche che andranno ad abitare, coinvolgendo lo spettatore, sia esso adulto o bambino, ed entrando con quest’ultimo in totale empatia...https://www.rivieraoggi.it/2020/06/19/310477/torna-la-cracking-art-a-san-benedetto-dal-18-luglio-fino-a-novembre/

Ripeto a noi piacciono questi colorati invasori che diventano macchie di riflessione e di gioco.
P
oi c'è l'identità; poi c'è il luogo, poi c'è il rispetto del posto e della cultura cittadina.
Poi ci sono le occasioni mancate e mentre Leone di Carmine Di Giandomenico e Francesco Colafella, del teramano Carmine Di Giandomenico e del chietino Francesco Colafella, inizia il suo tour in giro per i comuni italiani, ( tanti tranne Teramo)  le lumache della Giunta D'Alberto, potrebbero riflettere sul fatto che Teramo avrebbe potuto accompagnare Leone lungo lo Stivale, proponendosi come Luce storica sul ruolo e sui valori dell'immigrazione.
Sarebbe stato troppo comprendere una simile visione?
Sarebbe stato troppo proporre cultura?
Sarebbe stato troppo produrre cultura made in Teramo?
 

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Commenti

Ma anche i due leoni GRA & TIS cotti alla canzanese sono KRAKING ASSESSOR KULTUR?

Ma quale cultura...la cultura e' un' altra cosa,come ben sa Luigi Ponziani che infatti ha fatto altre scelte..

Invece di pensare a usare i soldi per queste inutili merdate, usateli per chiudere le buche e livellare sia le strade comunali che provinciali, che al confronto in Siria, sono messe meglio.

Ecco, le ciammariche rendono bene l'idea.