Secondo quanto previsto dalla legge di conversione del Decreto-legge n. 32/2019, cosiddetto Sbloccacantieri, il Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro Infrastrutture e Trasporti e sentito il Presidente della Regione Abruzzo, avrebbe dovuto nominare entro il 3 luglio scorso il Commissario straordinario per la messa in sicurezza dell’acquifero del Gran Sasso.
Siamo però arrivati alla fine di luglio e del Commissario non vi è traccia.
L’ultimo accenno alla vicenda risale al 1° luglio scorso quando il Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, dichiarava: “Il commissario per l’acquifero del Gran Sasso sta arrivando, mi risulta che Ministero e Governo si stiano adoperando per la sua nomina”. Evidentemente questo adoperarsi, al quale non è estraneo neppure il Presidente Marsilio visto che deve essere coinvolto nella nomina, non ha prodotto fino ad ora grandi risultati.
Eppure nei mesi che hanno preceduto l’approvazione dell’emendamento dello Sbloccacantieri vi era stata grande agitazione nelle forze politiche, soprattutto dopo la minaccia della chiusura del traforo autostradale. L’autostrada non è stata chiusa, ma i problemi di un acquifero che rifornisce 700.000 abruzzesi rimangono tutti.
Come Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso, promosso dalle Associazioni WWF, Legambiente, Mountain Wilderness, ARCI, ProNatura, Cittadinanzattiva, Guardie Ambientali d’Italia - GADIT, FIAB, CAI e Italia Nostra, pur non essendo pregiudizialmente contrari, abbiamo più volte ribadito le nostre critiche all’emendamento governativo che ha introdotto la nomina di questo nuovo Commissario:
mancanza di garanzie su una reale partecipazione ai processi decisionali;
fondi insufficienti (120 milioni di euro in tre anni) rispetto alle richieste contenute nella delibera della Giunta regionale n. 33/2019 “Gestione del rischio nel sistema idrico del Gran Sasso” (172 milioni di euro);
nessuna chiarezza circa gli interventi da fare;
nessun impegno concreto sull’allontanamento delle sostanze pericolose stoccate all’interno dei Laboratori dell’INFN;
introduzione di deroghe alle norme poste a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini.
Certo non pensavamo di dover aggiungere a questi problemi anche un inspiegabile ritardo.
Invitiamo il Presidente della Regione e i parlamentari eletti in Abruzzo a far sentire la loro voce per capire cosa sta succedendo.
Nel frattempo il Presidente Marsilio potrebbe far partire la Cabina di coordinamento che deve essere da lui presieduta e che ha compiti di comunicazione e informazione nei confronti delle popolazioni interessate, di coordinamento tra i diversi livelli di governo coinvolti e di verifica circa lo stato di avanzamento degli interventi di messa in sicurezza del sistema idrico del Gran Sasso. E potrebbe anche aprire questa Cabina alla partecipazione delle associazioni che da sempre seguono la vicenda e che invece la Giunta regionale precedente ha voluto escludere.
Osservatorio Indipendente sull'Acqua del Gran Sasso
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L’unico interesse dei governanti e’ la tutela delle attività del Laboratorio INFN... con il decreto hanno risolto il problema: le sostanze tossiche, 2300 tonnellate, possono essere stoccate a ridosso della nostra acqua, il laboratorio continua le attività senza dover rispondere di eventuali svernamenti ... il commissario può attendere...
Noi tutti continueremo a bere acqua a rischio.....
Che la Regione Abruzzo, in Italia, non conti nulla è cosa ben risaputa, forse sconosciuta ai soli abruzzesi.
Che un Presidente del Consiglio indicato dai 5 stelle (NON) nomini un Commissario su proposta di un Ministro 5 stelle forse andrebbe ricordato ai due Parlamentari 5 stelle teramani che non perdono occasione di fare annunci su quanto fatto dai 5 stelle e non fatto dalle altre forze politiche in provincia di Teramo.
E, magari, pure al Sottosegretario 5 stelle che, seppur Pescarese, un interesse nella questione dovrebbe averlo.
Alibi non ne avete.
Se non quello, eventualmente, di contare quanto il risultato sinora raggiunto sulla questione.
Zero.