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Noterelle massoniche 9 – L’antica loggia teramana di fine ‘700 finalmente svelata.

di Elso Simone Serpentini
2 minuti

Nel sempre più interessante sito della Gran Loggia dei Tre Mari d’Italia si ha sempre più la conferma di una presenza della massoneria teramana, forse attratta dalla possibilità della “doppia appartenenza”, vale a dire che si può appartenere contemporaneamente alla massoneria tradizionale e a questa nuova obbedienza.
A provarlo, c’è, a parte gli elementi già segnalati, il fatto che nel sito, viene proposta, per la prima volta, nell’ambito di uno studio sulla massoneria italiana del settecento, (http://www.godtremari.it/?page_id=1889) una finora pressoché introvabile (la si trovava solo nel libro di Franco Eugeni  ######### sul massone teramano Carlo Forti: Franco Eugeni  ##########, Carlo Forti allievo di Nicolò Fergola, ingegnere sul campo, Teramo, Edigrafital, 2004, pp. 252) versione integrale di una poesia di Francesco Pradowski, un curioso e misterioso personaggio di origine polacca vissuto a Teramo sul finire del 1700 in casa Savini e noto anche con il suo alias Ambrogio Fiorini.

Nella poesia, che viene riprodotta e commentata, dopo un’elencazione dei seri indizi che consentono di dire che Melchiorre Delfico era massone (alla faccia di chi ritiene ancora oggi che non lo fosse o che non ci sono prove certe della sua affiliazione), viene descritta una struttura gerarchica tipica di una Loggia con indicazioni e descrizioni tali da consentire una più che agevole individuazione dei nomi degli affiliati e delle loro cariche in senso alla Loggia stessa. Insomma, a distanza di circa tre secoli possiamo oggi conoscere nel dettaglio l’antica Loggia massonica teramana di fine Settecento, che era solita riunirsi nella Farmacia Quartapelle, sita nel Largo  S. Antonio in Teramo, che ne certamente la sede.

Poiché potete leggerla sul sito, omettiamo, anche per ragioni di spazio di riprodurre la poesia.
La si legga con attenzione: essa svela (a distanza di più di duecento anni per chi la legge oggi per la prima volta) la struttura organizzativa dell’antica loggia teramana di fine ‘700. Si rifletta poi che l’autore, questo misterioso “polacco-teramano” che si faceva chiamare Francesco Pradowski e si chiamava Ambrogio Fiorini (o viceversa) fu uno dei primi ad essere sepolto a cura della Confraternita dello Spirito Santo nell’omonima chiesa di Porta Romana, piena di simboli attribuibili alla massoneria. Ma del massone teramano-polacco (o viceversa) Francesco Pradowski (o Ambrogio Fiorini) e della sua presenza in casa Savini (che solo pochi si ostinano a considerare immune dalla massoneria) si parlerà di nuovo, prossimamente, in questa rubrica.


 


 

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Ci sono delle verità che la mia Pistoia potrebbe rivelare. Continuerò a seguirvi e complimenti per la Rubrica. Uno dei pochi casi in Italia, vi assicuro.