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Teramo: Appello al direttore asl Di Giosia e al sindaco di Teramo D'Alberto. " Ricoverate mia figlia in un Istituto Chiuso"

di Giancarlo Falconi
1 minuto

Vi assicuro, questo lavoro di cronaca e di denuncia mi ha condotto a raccogliere gli appelli più crudi, a raccontare le realtà più amare, a riportare il dolore come ultimo ostacolo tra la vita e la morte.
Non riesco ad abituarmi e neanche l'esperienza da carabiniere a Napoli mi ha reso immune dall'empatia e dall'accoramento dell'infelicità.
" Eccitazione reattiva, disturbo schizzo-affettivo,  ritardo mentale, tentativo di autolesionismo".
Poi, ancora, violenza in casa e sedazione continua per poter cercare di gestire il suo caso anche a domicilio.
Diversi ricoveri, interventi di polizia e carabinieri.
Una ragazza di 20 anni che ha bisogno urgentemente di un centro specializzato.
Non c'è posto?
Solo a pagamento?
Che cosa e chi siamo diventati?
L'appello è rivolto al sindaco di Teramo Gianguido D'Alberto e al direttore Generale dell'asl di TEramo, Maurizio Di Giosia.
Prima che sia troppo tardi. 

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Egr. Dott. Falconi, non c'è esperienza sul campo, né esperienza di cronista e giornalista, che possa difendere un essere umano sensibile ed empatico da se stesso. Sono tratti, questi, ( a mio modesto parere rari e preziosi) di personalità immodificabili che rendono permeabili al dolore altrui. La Sua Professione, che innanzitutto è un servizio, Le offre, però, ( a caro prezzo) la possibilità di fare qualcosa rispetto a questo dolore e di non restare inerti; solleva , seppur leggermente, dall'inevitabile conseguenza dell'essere empatici: soffrire. Chi non è indifferente, soffre ed ha ancora il dono genuino di scandalizzarsi. In questo articolo, Lei riesce molto chiaramente a comunicare a chi legge, tutto questo.
Mi unisco a Lei e mi scandalizzo con Lei.
Perché la più grande ingiustizia che si possa fare ad una persona già schiacciata dal dolore, è aumentarlo, lasciandola sola.
Lei non lo ha fatto.
Adesso, ciascuno faccia la sua parte, rispetto al proprio ruolo...secondo coscienza e rispetto dei diritti.
Con il Suo stesso spirito di servizio.