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La vergogna di Corso San Giorgio...quella pavimentazione unta e bisunta

di Giancarlo Falconi
1 minuto

Un lastricato nuovo.
Ecco come reagiscono le mattonelle di Corso San Giorgio all'unto e altre sostanze.
Tutto assorbente.
Scrive e fotografa Fabio Panichi " Una pavimentazione già zezza lurida prima di essere finita. Materiale cinese che assorbe qualsiasi liquido. Macchie indelebili. Grasso, unto.
Però è tutto ok".

Il resto è un colpo d'occhio veramente penoso che sarà oggetto di scherno e imbarazzo per le prossime generazioni.
I ritardi?

Ha ragione Antonio Topitti, Presidente Comunale di Confesercenti, quando scrive al sindaco Brucchi " in merito ai ritardi e lungaggini dei lavori di rifacimento della pavimentazione di Corso San Giorgio, a nome e per conto dei commercianti dell’area interessata, chiede alla SSVV un pubblico incontro aperto alla stampa e a tutta la opinione pubblica cittadina.Affinché ogni soggetto coinvolto si prenda pubblicamente le dovute responsabilità, a detta riunione si richiede la presenza di: direttore dei lavori,  titolare dell’impresa e l’assessore di riferimento, così da avere lumi una volta per tutte sui motivi reali di tanto ritardo e lentezza.

Tale richiesta è motivata dal fatto che la situazione è diventata drammatica e insostenibile, si rischia di ripetere l’esperienza negativa dell’estate 2016. Tante attività commerciali del Corso, a causa delle dinamiche disastrose non naturali, sono a serio rischio bancarotta e fallimento. In molti hanno già dovuto chiudere i battenti, i sopravvissuti necessitano urgentemente di programmare il prossimo futuro commerciale, hanno quindi bisogno di certezze in merito alla tempistica sul prosieguo e ultimazione dei lavori, spurie da qualsiasi demagogia usata fino ad oggi".

Forza che al peggio siamo preparati...

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Commenti

Nella patria dei favolosi marmi di Carrara, mettiamo delle scadentissime piastrelle made in China per pavimentare il Corso, salotto in un certo senso della citta'.
Io penso che la globalizzazione fara' piu' danni di un certo meteorite 65 milioni di anni fa...

Guardate le fughe già piene di sporcizia....per non parlare dei gradini tra le lastre, pericolosissimo!!

Quando mi permisi di fare alcune considerazioni sul materiale cinese oggetto della pavimentazione,qualcuno ebbe da ridire su queste mie affermazioni.Oggi dico a quel qualcuno,dalla mia modesta esperienza di oltre 40 anni,cosa ne pensa alla luce di quanto sopra riportato.
Era proprio necessario ricorrere a profitti di importazione cinese?
Il nostro paese è ricco di pietre naturali,graniti,marmi e similari.
Abbiamo ,ed esportiamo la nostra tecnologia nella produzione di macchinari per lavorazione di marmo,pietre e ceramiche,siamo fra i primi paesi al mondo per la produzione di piastrelle in ceramica e di qualsiasi tipo è formato.Bene.........questa Direzione Lavori,insieme ai nostri amministratori,hanno permesso a questa ditta che sta eseguendo i lavori,prima di importare un materiale dalla Cina difforme per tonalita' e colori,e successivamente un materiale che si macchia con il SOLO ALITO..........
E COME DICEVA Totò':"e io pagoooooooo"e non voglio, aggiungere altro.

LA STRADA PROVINCIALE CHE DA FLORIANO PORTA A GARRUFO È UN VERO E PROPRIO CRATERE LUNARE! COSA ASPETTIAMO CHE QUALCUNO SI AMMAZZI CON LA MOTO O IN BICICLETTA? VERGOGNA!

questa pavimentazione rispecchia perfettamente le capacità dei nostri politici. Amen.

Signor Carlo,
dall’alto della sua esperienza quarantennale mi sa che le è sfuggito il dettaglio delle procedure legate agli appalti pubblici.
Non penso proprio che una ditta che partecipa ad una gara per l’assegnazione dei lavori di rifacimento di un corso cittadino, possa vincerla proponendo nella sua offerta al ribasso la garanzia di un lastricato in marmo di Carrara.
Come spendi mangi gentile Sig. Carlo, perciò se le casse comunali piangono le mattonelle cinesi ci toccano.
Sia ben chiaro, quanto ho appena affermato non vuol dire che i lavori non debbano comunque essere fatti a regola d’arte.
Ecco, è proprio questo il punto.
Già in un mio intervento relativo ad un articolo qui su I Due Punti che parlava delle famigerate rotonde a Teramo, mi sono chiesto (ed ho chiesto, ma nessun commentatore mi ha risposto, perlomeno non esaustivamente) se in termini di agevolazione del traffico l’inefficienza di tali opere (per la precisione l’inefficienza solo di alcune di esse, pare che la maggior parte si siano rivelate utili stando all’assenza di lamentele dei teramani) debba essere imputata a scelte politiche sbagliate, o piuttosto alla loro realizzazione eseguita svolgendo lavori un pochino a capocchia.
Ovvio che la mia era una domanda retorica, perché la politica che decide di piazzare una rotonda in un certo punto della città non ha colpe se chi materialmente quella rotonda la deve costruire fa calcoli sbagliati, con la conseguenza che il passaggio delle automobili ed in particolare dei mezzi pesanti non è fluente.
Quindi, non sarà mica che anche per quanto riguarda le macchie sul pavimento di Corso San Giorgio si debba ipotizzare qualche errore tecnico alla fonte, a prescindere dai materiali utilizzati?
Se si, che c’entra l’amministrazione comunale?
C’entra, c’entrerà, se non chiederà i danni all’impresa appaltatrice.
Allora si.
Grazie dell’attenzione Sig. Carlo, ora con il suo permesso mi devo rivolgere un attimo a Falconi.
Il discorso dei lavori che non finiscono mai è importantissimo per tutti ed in particolare per i commercianti di Corso San Giorgio che hanno pienamente ragione, ma è questione differente dalla vera o presunta schifezza di ciò che in tale Corso è stato fatto sin ora.
In generale e particolarmente in ambito pubblico, un conto è la qualità del lavoro svolto, altra cosa sono i tempi ragionevoli entro i quali gli stessi lavori dovrebbero terminare.
Specificatamente per Corso San Giorgio si tratta, ripeto, di vicissitudini entrambe meritevoli di massima attenzione, da affrontare con la medesima determinazione, ma che contemplano due risoluzioni differenti perché di due problemi differenti si sta parlando.
Perché questa precisazione?
Semplice, perché in questo articolo fatico a capire il nesso fra le considerazioni di Panichi sulla pavimentazione sporca e l’appello di Topitti a Brucchi affinché convochi un incontro per chiarire quando Corso San Giorgio non sarà più un cantiere.
Due argomenti distinti, due articoli distinti, forse così i lettori fanno meno confusione e valutano meglio la consistenza delle singole criticità che segnali attraverso il tuo blog.
Parere personale, senza polemica.

Scommetto che voi che criticate, siete i primi ad avere nelle vostre case delle piastrelle cinesi!!! Ahahah

Ora quando andremo per il corso ci metteremo le pattine!!!

Un architetto Teramano non avrebbe mai ... e dico MAI potuto progettare e dirigete i lavori del lungomare di Giulianova.

Grazie Brucchi, grazie architetto, grazie per la sorpresa.
Ci avete regalato una monumentale tomba in malmo di callala e ce ne siamo accorti solo adesso.
Chi porta sulla coscienza le famiglie messe sul lastrico dai vostri progetti senza umanità?
Chi paga il disastro economico e *morale* – vedere il corso ridotto così fa male a ogni teramano?

Caro Santacruz, i lettori de I Due Punti riescono a comprendere anche due articoli in uno.
Sono speciali. 

Signor Santacruz,
Lei mi mette in bocca cose da me mai pensate,dette ed affermate.
Quanto mai io avrei proposto il marmo di Carrara?Materiale per altro delicatissimo,utilizzato per la sua duttilità' soprattutto per scolpirne statue.
Le vorrei inoltre dire,che non è' assolutamente giustificabile quanto da lei affermato.Dove è scritto o stabilito,che in una gara di appalto seppur a ribasso,debba essere giustificato per motivi di economicità',un materiale scadente e proveniente dalla Cina?Il progettista,la Direzione Lavori,avrebbero forsennate foto loro in capitolatola voce per un materiale di importazione?Non poteva essere utilizzato ad esempio del porfido?
Forse a Lei sfugge,che il costo del solo pavimento ,su un lavoro del genere incide per una minima parte sul costo totale dell'opera,per il solo materiale e che su tale minima incidenza,il risparmio rispetto a prodotti similari e di provenienza italiana o europea incide ancora meno.Una cosa è' certa,la scelta è sbagliata e pertanto qualcuno ha sbagliato,in primis forse chi ha progettato l'opera,la direzione lavori che ,alla luce di questi fatti,a meno che abbia previsto in capitolato un materiale scadente ,e voglio augurarmi che non sia cosi',la ditta che forse approfittando di una voce di capitolato poco chiara,ha ritenuto di acquistare tale prodotto.La sua Signor Santacruz non può' essere una giustificazione plausibile,cioè' QUELLA DI COME SPENDI ,MANGI.Spero di averle chiarito il mio pensiero.Grazie per la Sua attenzione.
Carlo

Signor Santacruz,
ho dimenticato di dire nel mio precedente intervento,che nei capitolati di appalto,le ogni tipo di materiale usato,devono essere dei riferimenti ben precisi sulle norme Uni che prevedono e nello specifico del pavirmento del Corso San Giorgio,particolari requisiti relativi a:
1)Planarita' del materiale
2)Durezza del materiale espresso nella SCALA MOHS
3)assorbenza del materiale VOME NEL NOSTRO CASO
4)Indice di scivolosita' al passaggio
5)Indice di rottura a presso flessione
etc. etc.
Mi chiedo,come già' avevo fatto negli articoli di alcuni mesi fa,relativi alla storia della contestazione e delle tonalita ' ,questi parametri,sono stati
valutati?sono stati controllati su questa fornitura tramite la D.L ?

Se sono così scadenti le piastrelle che hanno usato per la pavimentazione del corso allora quando sarà completato ......quando?....Sicuramente al primo dei tanti passaggi della macchina che pulisce le strade vedremo la loro resistenza...

E la Procura della Repubblica

Alla mia domanda ,nei miei ripetuti interventi ,se i controlli siano stati fatti o meno,sulle voci di capitolato,considerato che trattasi di un opera pubblica ,e quindi realizzata anche con il mio modestissimo contributo oltre che con quello di tutti i teramani,gradirei avere una risposta in merito,credo che questa risposta,vada data ad un cittadino Italiano.O no?..........
Carlo

Con una ruspa spazzate via quella schifezza di materiale viene ancora in tempo.