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La grande vergogna: La Politica dei soccorsi. Riaprite l'inchiesta dei Marinelli. Le nostre vittime...

di Giancarlo Falconi
9 minuti

Vi ricordate, cari abruzzesi, le due vittime per la neve, il freddo nel comune di Crognaleto?
Poggio Umbricchio. Claudio e Mattia Marinelli.
Non solo Rigopiano per una macchina dei soccorsi che grida vendetta e dolore. 


Scriveva Walter Mazzitti " Dove siete quando servite"

 

È la frase che Mattia Marinelli, un giovane di 23 anni, ha pronunciato ad un giornalista mentre spalava la neve alta dinanzi casa.
Il giorno dopo hanno trovato il suo corpo e quello del padre di 50 anni. Sono morti assiderati. Erano scesi a valle dal paesino di Poggiumbricchio in Provincia di Teramo, per procurarsi della benzina per il generatore, ma sono stati travolti dalla bufera dopo avere abbandonato l’autovettura. Anche lì, come ovunque, è mancata l’energia elettrica per giorni. A pochi chilometri, un anziano agricoltore era morto sotto il tetto crollato della stalla. Un altro è morto in casa nel tentativo di scaldarsi. Un altro ancora è morto per mancanza di medicinali. Cinque vittime in provincia di Teramo, dicono vittime di eventi naturali eccezionali. Ma non è così. Essi sono vittime di un sistema insostenibile.

Vittime di una Provincia che per una incauta decisione politica è stata depotenziata, che non ha risorse per soccorrere i cittadini, per aprire le strade innevate, per aggiustare i mezzi in disuso, per manutenere gli edifici scolastici. Un Ente divenuto inutile per responsabilità politica. Vittime dell’ENEL, responsabile di un disastro immane. Vittime di una Regione che ora più che mai si è dimostrata di nessuna utilità per la collettività.
Una Regione che non ha alcuna consapevolezza che l’Abruzzo è una regione il cui 60% del suo territorio è montano e che il Gran Sasso d’Italia è la montagna più altra della catena appenninica e che attorno ad esso insistono ben tre Parchi nazionali e uno regionale di montagna. Che la vocazione montana dell’Abruzzo non è mai stata assunta come fattore prioritario e strategico nella programmazione regionale. I risultati? Zero politiche di valorizzazione della montagna; zero politiche di prevenzione. Una per tutte: la Regione Abruzzo non è ancora dotata di un Piano delle valanghe, sebbene il sistema montano abruzzese sia tra i più complessi ed importanti della catena appenninica. E allora di che parliamo? O meglio, di cosa parlano gli amministratori in questo drammatico momento della nostra storia? Del nulla. Conferenze e dibattiti, interviste, commissioni e parole al vento.
Sono le Regioni che avremmo dovuto eliminare, altrochè le Province…Sono Vittime di questo inaccettabile sistema, obsoleto ed inefficiente, i Sindaci dei Comuni di montagna, lasciati letteralmente soli, faccia a faccia con i cittadini, privi di risorse, a far fronte ad una emergenza epocale. Siamo vittime inermi noi cittadini, di un sistema autoreferenziale che si sostiene vicendevolmente, con la complicità di un’informazione becera, sempre pronta ad intentare processi in diretta, mentre la gente soffre e muore tra i terremoti, i disagi provocati dall’ENEL e le nevicate eccezionali. Quel “DOVE SIETE QUANDO SERVITE”, pronunciato da Mattia prima di morire assiderato, dovrebbe divenire lo slogan di tutti, per iniziare a pretendere che qualcuno si decida finalmente a rimboccarsi le maniche per tentare di raddrizzare un sistema in ginocchio. 

L'inchiesta sulla morte di Claudio e Mattia va riaperta. La politica che si è occupata dell'emergenza. I segretari che tessevano le file e i fili di un'organizzazione dei soccorsi da protezione civile. Le intercettazioni sono clamorose e mortificanti. Comprendiamo tutto anche che Claudio Ruffini, ex presidente della Provincia sia un grande conoscitore del territorio ma la tecnica per guidare la macchina dei soccorsi è un'altra storia.  Sotto accusa da parte della politica è anche la Prefetta di Teramo. Giudicata non pronta per un simile evento. 

Si legge dal sito Dagospia"

Ore 8.11

Ruffini chiama il governatore dell’Abruzzo, Luciano D’Alfonso spiegandogli la situazione: «Mo’ ci penso io», risponde il governatore che chiede di farsi dire dove l’Anas del Lazio dovrà portare le sue turbine.

Ore 8.53

Il sindaco di Crognoleto, Giuseppe D’Alonzo, chiama il responsabile dei mezzi spazzaneve e gli fa presente che questa volta «la situazione va malissimo», che il presidente della Regione non gli risponde a telefono, che aveva parlato con il capo dipartimento dell’Anas per non far chiudere a valle la statale. E dice che hanno problemi con la rete idrica e telefonica e non riescono «più a contattare le persone delle frazioni dei paesi».

Ore 9.39

Il capo dipartimento Anas comunica a Ruffini che una turbina è ad Atri e che sta liberando anche 20 km di provinciale per salire al paese.

Ruffini viene chiamato da Marianna Di Stefano, segretaria di D’Alfonso, che lo avvisa di avere in linea Igino Lai, direttore di esercizio di Strada dei Parchi, e che D’Alfonso ha detto di aver già parlato con Cesare Ramadori (a.d. di Strada dei Parchi) per farsi dare una fresa che garantisca un accesso ad Atri da Nord. Ruffini, inizialmente perplesso, dice di passargli la telefonata: Lai dice che Ramadori ha detto di chiamarlo, Ruffini dice che gli serve una fresa per Atri, Lai dice che le frese “servono a loro” e che hanno gravi criticità sul Gran Sasso e che se ne dà una a loro poi resta in difficoltà, e che Ramadori aveva detto che invece gli serviva una “lama sgombraneve a spinta” (spazzaneve). Ruffini dice che si informa se va bene e che lo farà chiamare da Monica Di Mattia della provincia di Teramo.

Ore 14.16

Sindaco di Cermignano chiama Ruffini, precisando che lo chiama da un telefono fisso in quanto la rete cellulare non funziona più. Spiega che il comune è senza corrente e non riescono a tenere pulite le strade con i mezzi che hanno a disposizione. Ruffini dice che hanno chiesto una turbina all’autostrada (senza precisare che non è previsto l’impiego in quel comune) e che non ci si può fare molto. Sindaco richiede l’intervento dell’esercito, Ruffini dice che lo deve richiedere la Prefettura e di rivolgersi pertanto al Prefetto anche se “c’è una prefetta che a me sembra più una impiegatuccia di campagna …  completamente assente” e chiude dicendo “speriamo, che ti devo dire”».

Ore 12.24

Ruffini chiama Renzo Di Sabatini (Presidente Provincia Teramo) – Durante gli squilli, Ruffini dice a D’Alfonso “Di Marco ha detto che l’autista a costo di prenderlo dal privato lo trova..” – Risponde Di Sabatino e gli chiede autisti per turbine che stanno procurando tramite Strada dei Parchi. Parlano della situazione del Teramano. Ruffini passa il proprio telefono a D’Alfonso e si ripetono le informazioni. Di Sabatino richiede l’intervento dell’esercito e dice “la prefetta non è in grado di gestire la situazione”. D’Alfonso  e Di Sabatini parlano di alcune criticità a Atri, Civitella, Castelnuovo, Cellino Attanasio, nella Valfino, Bellante, Isola del Gran Sasso, Rocca Santa Maria e Valle Castellana. D’Alfonso richiede un “quadro veritiero” così da poter inviare l’esercito.

Ore 23.31

Ruffini chiama Sandro Sellecchia e dice che il mezzo “deve andare nel Valfino, lo decide D’Alfonso e nessun’altro”. Sellecchia dice “Abbiamo avuto un’emergenza, c’è gente sotto a una slavina” Ruffini risponde “Non se ne frega niente D’Alfonso, queste sono le disposizioni. E’ un problema di D’Alfonso, non è un problema vostro.. ”. Sellecchia dice che ha avute disposizioni da Marasco. Ruffini dice “D’Alfonso domani va a Roma e trasferisce Marasco”. Sellecchia comunica che delle due frese attese da Campobasso ne è stata mandata solo una, e ribadisce che a Ortolano c’è una slavina con delle persone rimaste sotto e stavano andando a liberare la strada lì. Ruffini dice “Io non ne voglio sapere perché adesso D’Afonso darà da matto”. Sellecchia dice che sono stati inviati dal Prefetto, Ruffini dice che D’Alfonso conta più del Prefetto e poi dice “credo che la situazione si farà difficile per Marasco”.

Ore 23.35

Ruffini chiama D’Alfonso dice che da Campobasso è arrivata una sola turbina e “hanno deciso Marasco e company di portarla su Ortolano perchè dice che c’è stata una slavina .. dice che c’è stata una slavina che ha coperto una casa ma credo che problemi di persone, di vite umane, non ce ne stanno.. mi sembra… non lo so esattamente…” D’Alfonso vuole sapere cosa abbia detto Marasco circa il fatto che “decide D’Alfonso” e poi dice che adesso chiamerà Marasco.

Possiamo smettere?
Si potevano salvare le nostre vittime? 
L'allarme meteo era a conoscenza di tutti da giorni come è possibile una simile organizzazione?

 

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SILENZIO ASSOLUTO LA MONTAGNA NON SI TOCCA NESSUNO INDAGA, CI SONO PROTETTI...........................

SILENZIO ASSOLUTO LA MONTAGNA NON SI TOCCA NESSUNO INDAGA, CI SONO PROTETTI...........................

È passato un anno e la rabbia ancora non mi passa vedere che il caso di Mattia e Claudio è stato chiuso mi fa incazzare morire lungo una strada provinciale asfaltata mentre si sta tornando a casa a piedi non è accettabile che si deve morire in quel modo il figlio Mattia è morto molte ore dopo il padre ma gli è stato sempre vicino cosciente in attesa dei soccorsi queste due persone non si sono fermate nelle case i Pagliai aperti che hanno trovato lungo la loro strada Forse perché qualcuno ha detto loro che stava arrivando un mezzo spazzaneve non posso immaginare la disperazione di questo ragazzo è rimasto vicino al padre morto per tutto questo tempo.
Io conoscevo molto bene il padre Claudio ed il figlio Mattia perché abito vicino a dove sono morti ed ancora oggi non riesco a darmi pace.
Sono incazzato perché insieme ai ragazzi soccorritori della Guardia di Finanza di Sondrio ho ritrovato i loro corpi dopo un anno Anzi meno di un anno il caso è stato chiuso nessun colpevole
Ma il piano neve tanto sanato dalla provincia con interviste e articoli giornali con strumenti tecnologici tipo GPS montati sui mezzi dove erano Ma chi aveva mi doveva pulire la strada dove era in quei giorni .
Ho letto le telefonate fatte dalle varie autorità agli enti preposti propongo di ascoltare le telefonate che hanno fatto i Marinelli , la realtà e che queste persone che sono morte sono le persone normali riservate discrete ed umili con L'unica colpa di essere nati in un paese della montagna e come tanti di cui ci si ricorda durante le votazioni .
Potrei parlare ancora e raccontare altre cose ma è tempo sprecato Speriamo che non vengano dimenticati perché la neve in quei giorni non ha fatto morti solo a Rigopiano .
Un saluto da Enzo Evangelista

È passato un anno e la rabbia ancora non mi passa vedere che il caso di Mattia e Claudio è stato chiuso mi fa incazzare morire lungo una strada provinciale asfaltata mentre si sta tornando a casa a piedi non è accettabile che si deve morire in quel modo il figlio Mattia è morto molte ore dopo il padre ma gli è stato sempre vicino cosciente in attesa dei soccorsi queste due persone non si sono fermate nelle case i Pagliai aperti che hanno trovato lungo la loro strada Forse perché qualcuno ha detto loro che stava arrivando un mezzo spazzaneve non posso immaginare la disperazione di questo ragazzo è rimasto vicino al padre morto per tutto questo tempo.
Io conoscevo molto bene il padre Claudio ed il figlio Mattia perché abito vicino a dove sono morti ed ancora oggi non riesco a darmi pace.
Sono incazzato perché insieme ai ragazzi soccorritori della Guardia di Finanza di Sondrio ho ritrovato i loro corpi dopo un anno Anzi meno di un anno il caso è stato chiuso nessun colpevole
Ma il piano neve tanto sanato dalla provincia con interviste e articoli giornali con strumenti tecnologici tipo GPS montati sui mezzi dove erano Ma chi aveva mi doveva pulire la strada dove era in quei giorni .
Ho letto le telefonate fatte dalle varie autorità agli enti preposti propongo di ascoltare le telefonate che hanno fatto i Marinelli , la realtà e che queste persone che sono morte sono le persone normali riservate discrete ed umili con L'unica colpa di essere nati in un paese della montagna e come tanti di cui ci si ricorda durante le votazioni .
Potrei parlare ancora e raccontare altre cose ma è tempo sprecato Speriamo che non vengano dimenticati perché la neve in quei giorni non ha fatto morti solo a Rigopiano .
Un saluto da Enzo Evangelista