Chiudete gli occhi.
Vedete nero?
Fa freddo?
Tremate?
Avete paura?
Vi ritrovate con le ginocchia a coprire il viso e gli occhi serrati tra le gambe?
Ecco, siete piccoli e i vostri genitori sono lontani per sventura, legge, malasorte, destino avverso, il verso del fato maligno.
Non siamo noi ma potevamo essere noi.
Senza una rimboccata di coperta; senza una materna carezza; senza quella porta che si apre ogni giorno, a raccontare, a chiedere con le parole più belle del mondo " Ciao amor, dai un bacio a papà".
Giulianova.
I ragazzi del Castorani e quel Baltic, che non è solo un Hotel, ma un gruppo di uomini e donne che sanno socchiudere gli occhi e desiderare di essere quei sensi perduti.
Un modo di essere.
L'attitudine all'ascolto.
L'umano sentire.
Quell'infanzia negata; quel sorriso vietato; quella corsa a perdifiato.
Servono i nomi?
In quella passeggiata c'era il lieto fine delle favole.
Tutti principi azzurri e principesse di bianco vestite.
Rimane il batticuore gitano dei bambini.
Quell'assegno che non è vil denaro ma nobil conio e che la vita può essere a colori anche ad occhi chiusi.
Tutti in gita a Mirabilandia dove il peso dell'anima è sospeso tra gnomi e fate.
L'attesa è per Settembre.
Quando l'estate mette da parte il calore per l'autunno.
Quando i bambini tornano bambini.
Quando il gioco non è una vita in gioco ma un ricordo d'amore.
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Uno stupendo articolo che tocca il cuore e scuote le coscienze .