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Abruzzo: La nostra acqua regalata ai Laboratori e all'Autostrada?

di Giancarlo Falconi
1 minuto

La storia merita di essere raccontata in una sola parola, vergogna.
Uno dei più importanti bacini idrici d'Europa in mano alla burocrazia.
Tre dirigenti regionali, applicando la legge, scrivono sull'impossibilità di rinnovare la concessione per la captazione dell'acqua.
Vi stiamo parlando del 60% del fabbisogno dell'intera provincia di Teramo.
Senza parlare della Provincia de L'Aquila.
Ottocento litri di acqua al secondo.
In fondo è una soluzione.
Invece di mettere a norma Laboratori e Autostrada; invece di normare la captazione vicino ai laboratori, si è trovato un metodo immediato e meno dispendioso.
Regalare l'acqua a nessuno con la massima libertà di essere interessata a improvvisi agenti inquinanti.
Che cosa accadrà?
Immediata mobilitazione del Presidente della Provincia, Renzo Di Sabatino e dell'intera comunità dei sindaci.
Domanda di rito e poco opportuna.
Finora cosa è stato fatto per evitare questo titolo di coda?

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Commenti

Riprendiamoci il Gran Sasso e la sua acqua, per noi e per chi verrà dopo di noi.
L'acqua è come l'aria è di tutti, non ha colore politico, senza acqua non c'è vita, non c'è presente e non ci sarà futuro.
Basta giocare col fuoco (gioco di parole voluto).
MOBILITIAMOCI, basta parole, proclami, manifestini e comunicati stampa delle varie associazioni.
È in gioco la vita di una regione, purtroppo non lo si capisce.

Certo, invece di fermare gli inquinatori si preferisce negare i diritti ai cittadini, tanto non reagiscono. Sarà colpa del cloroformio o della stupidità umana?
Comunque Toto è sempre Toto. Per quegli altri non saprei...

Siamo in mano a degli incapaci. Il Laboratorio non si puo' toccare perché amico del governo e del PD. La strada dei Parchi è amica del Presidente della giunta regionale e dunque manco si puo' toccare. Ecco allora la pensata dell'acqua del gran sasso che non si usa o si usa solo in emergenza utilizzando il potabilizzatore di montorio. Per i programmi di messa in sicurezza si rimanda ad un futuro incerto. Per mettere in sicurezza l'acquedotto si da un incarico a Guercio, uno di quelli che ha ben mangiato con Balducci collaborando alle ruberie e all0 spreco avvenuto sotto il Commissario. Addirittura l'incarico lo darebbe l'INFN e non gli enti che gestiscono l'acquedotto. Siamo alla confusione piu' totale. D'altra parte cosa ci si puo' aspettare da chi per oltre dieci anni, pur sapendo che il sistema Gran Sasso non era sicuro, non ha fatto nulla. E poi ci si lamenta se interviene la Magistratura.Magari lo facesse! Sarebbe l'unico modo per costringere questi incapaci a fare qualche cosa.

La mafia in Sicilia ha assetato tutta l'isola, in Abruzzo vedremo quanti poteri ha.

Siamo in mano a degli incapaci. Ma si puo' rinunciare a quasi 900 l/s di acqua? E' una pazzia! Tutti sono stati in silenzio per piu' di dieci anni sulla situazione di pericolo per l'acqua del Gran sasso e ora che qualcosa è venuto fuori si dice mettiamola a scarico e utilizziamo il potabilizzatore?!. Hanno mandato in malora il sistema di monitoraggio continuo del commissario e ora si scopra che ci vuole un sistema di monitoraggio efficiente?!. Risulta da tutte le carte che nel luogo dove c'è stato l'incidente del diclorometano l'acqua di falda riaffiora dentro i laboratori dell'INFN e si dice che i laboratori hanno completato i lavori di isolamento con 35.000 euro?! Ma in mano a chi siamo?!
Si dà l'incarico di progettare una captazione piu' sicura a Guercio, persona sicuramente coinvolta nei lavori dell'emergenza Gran Sasso in cui si sono spesi 84 milioni di euro senza risolvere alcun problema in modo definitivo. E poi l'incarico lo da l'INFN e non i gestori della risorsa idrica. Siamo veramente alla confusione piu' totale. E le nostre Università abruzzesi? e i dipartimenti di ingegneria? e i nostri professionisti? Lolli che si vanta dell'incarico a Guercio pagato dall'INFN! Poveri noi! L'unica cosa che potrebbe smuovere qualcosa sarebbe un intervento di sequestro della Magistratura, ma poi i lavori dovranno essere controllati per non finire come con Balducci.