Salta al contenuto principale

Vaccinazioni: Quando una figlia difende il Padre...

di Giancarlo Falconi
2 minuti

Leggiamo una lettera insieme.
Una lettera che ha un nome e un cognome.
In nome del Padre e del suo essere figlia.


Salve
sono Lorenza Contrisciani, cittadina italiana di 22 anni, residente a Teramo, Abruzzo.

Quanto segue viene scritto dopo settimane di dinamiche confuse e continui rimpalli tra Comune di Teramo e ASL Teramo. Sono stanca di ricevere risposte prive di chiarezza, prive di trasparenza, prive di giustizia.
Sono figlia di genitore (padre) portatore di disabilità grave ai sensi della legge 104/1992 art. 3 comma 3. Causa patologie pregresse, mio padre non può ricevere il suo vaccino. Mia madre, come sua caregiver, ha ricevuto la prima dose di vaccino dopo la sua iscrizione alla piattaforma online per la manifestazione di interesse alla vaccinazione anti Covid. Anche io mi sono registrata come familiare convivente con disabile grave, senza alcuna chiamata. Ho fatto vari tentativi: mi sono recata presso uno dei poli vaccinali della mia città e contattato telefonicamente la Asl, tutto questo invano. Ho contattato anche l’ufficio Urp del Comune di Teramo: “Signorina, è un momento di confusione. Non so come verrete gestiti. Provvederà la Asl a chiamarvi.” Ho continuato ad informarmi ed è risultato che la Asl di Teramo avrebbe deciso di vaccinare esclusivamente un membro familiare. Perché? Come posso tutelare la salute di mio padre?
Io mi batterò per la mia vaccinazione perché mi spetta e ne ho pieno diritto. Non capisco perché ciò succede quando sia la Regione Abruzzo (ved. https://sanitaonline.regione.abruzzo.it/portaleservizi/#/portaleservizisanitari/dettaglio/dettagliocaregiverfamiliare e https://www.regione.abruzzo.it/content/coronavirus-vaccinazioni-riaperta-la-piattaforma-disabili-fragili-e-caregiver) sia l’Ordinanza n. 6 del 9 aprile 2021 firmata dal Commissario per l'emergenza Covid-19 (http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioContenutiNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&id=5452&area=nuovoCoronavirus&menu=vuoto) in linea con il Piano nazionale del Ministero della Salute approvato con decreto 12 marzo 2021, individuano i soggetti portatori di disabilità gravi ai sensi della legge 104/1992 art. 3 comma 3 tra le categorie in ordine di priorità per la vaccinazione.
(ved. “Raccomandazioni ad interim sui gruppi target della vaccinazione anti SARS-CoV-2/COVID-19" del 1 0 marzo 2021 - Cat.1 Tab.2). Per tale categoria vi è una postilla: “vaccinare familiari conviventi e caregiver”.
Pertanto, ribadisco il mio totale sconcerto.
Con la speranza che la mia testimonianza possa essere presa in considerazione per ulteriori verifiche, porgo cordiali saluti.
Lorenza Contrisciani

Commenta

CAPTCHA

Commenti

ok, ma non è che si possono 10 cargiver a persona invalida...

Sig. Arturo, forse non ha compreso. Se il papà della ragazza non può essere vaccinato per ragioni mediche è giusto crergli uno "scudo" vaccinando i conviventi.

Lorenza, ma lo sai si, lo hai letto, che questa "terapia" non ti immunizza? Che non impedisce a chi vi si sottopone ne di prendere il patogeno ne di contagiare a sua volta? Significa che a livello infettivo vaccinarsi o meno non cambia nulla. Li leggete i fogli che vi fanno firmare?

Alfredo quindi come dico io....