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Storie da Pronto Soccorso di Teramo...

3 minuti

Probabilmente, se credessi in Dio, direi che è stato un angelo sceso dal cielo per me. A volte però, è più facile credere in Dio, negli angeli e sperare nei miracoli che conoscere una persona buona. Buoni possono esserlo in tanti, ma in pochi hanno una bontà d’animo incondizionata. … e questa è la mia storia.

Poco dopo il traforo del Gran Sasso, cado in moto, nel cadere perdo anche il telefono.
Mi rompo una caviglia, ne sono certo: ho visto il piede piegarsi troppo innaturalmente sotto la moto.
Sono a terra, solo, non so che fare. So che non posso andare nel panico, se sopraggiungesse qualcuno sarei investito. Riesco a portarmi vicino al guard rail e alzo un braccio. Chi mi soccorre chiama subito polizia e ambulanza che arrivano in poco tempo. “Cazzo. Fa male. Non toccatemi, brucia, mi sposto da solo”. Nel tragitto penso che ho fatto proprio un bel casino: sono fuori zona e senza telefono non so proprio che fare? Chi chiamare? Che dire?

Mi portano al pronto soccorso di Teramo e qui vengo accolto dal mio angelo (solo dopo saprò che è l’infermiera Morena De Luca). Come mi mette sulla carrozzina, capisce subito che oltre alla caviglia c’è un problema più grande, capisce la mia paura di essere solo e di sentirmi ancora più solo. Riesce a tranquillizzarmi, con poche parole. Non mi chiede come sono caduto (cosa che fa incazzare tutti i motociclisti), mi chiede di dove sono. Che caso: in precedenza ha lavorato dalle mie parti e conosco il suo primario molto bene. Riesce a farmi rilassare, addirittura a farmi sorridere. Mi fanno le lastre. Eh già. Ho fatto proprio un bel casino: mi sono rotto entrambi i malleoli e lesionato anche la tibia. Mi devo operare. Mi chiedono dove voglio farmi l’intervento: a Teramo oppure a casa mia. Panico! Non so che scegliere, non ho idea di che tipo di intervento sia, le complicazioni, la convalescenza. Con me ho solo la borsa con cui viaggiavo in moto. Non ho neanche il telefono. Come faccio ad avvertire. Lo sconforto è tale e improvviso da levarmi il respiro e farmi singhiozzare.

Cosa cazzo faccio adesso? Morena riesce di nuovo a tranquillizzarmi, chiama il dottore che conosco, gli spiega la situazione e me lo passa. Le parole di questo dottore non mi sono d’aiuto: non so proprio che devo fare. Morena mi dice: “lascia parlare me. poi te lo passo di nuovo”. Qualche secondo, giusto il tempo per riuscire a riprendermi, Morena mi passa il dottore e mi dice tutto quello che avrei dovuto fare. Poi mi fa chiamare mia moglie e mio padre. Attende l’arrivo di mia moglie e, sbrigate le pratiche, mi saluta facendomi forza. Ora a distanza di due giorni, dopo avere subito l’intervento (mi hanno ricostruito i malleoli con delle placche e un perno), con gli antidolorifici che non placano il dolore e che mi tengono sveglio, ora il mio ringraziamento va a Morena De Luca e a tutto il PS di Teramo. Non c’è bisogno di credere agli angeli per trovare persone buone.

Lettera Firmata

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Commenti

.... che il Padreterno ti benedica.... in ogni momento è che in tutti PS ci sia sempre una "MORENA" di turno. Grazie anche se non ti conosco.

Se gli ambulatori dei medici di famiglia e i distretti sanitari funzionassero meglio forse i pronto soccorso sarebbero meno pieni...o no?

Se fino ad adesso non credevi, questa e l'occasione buona per iniziare a credere in Dio e troverai un perché a tutto quello che accade nella vita, incluse le situazioni peggiori. Auguri per una buona guarigione.