Grazie di cuore ai tanti lettori che sono entrati in contatto con il mio blog, a coloro che hanno commentato positivamente il mio ultimo articolo sulla collezione di maioliche di Castelli detenute dalla Fondazione Tercas, condividendo l’esigenza culturale che le stesse vengano sottratte all’anonimato e ai tantissimi che hanno favorito il dibattito e la diffusione in rete del tema.
Da quanto emerge da studi di settore, le Fondazioni bancarie in questi ultimi anni hanno cercato di favorire e con successo, l’incremento della domanda di cultura attraverso iniziative in grado di creare un rapporto diretto con i cittadini e promuovere la loro partecipazione ai processi dell’offerta culturale. Il loro sostegno si è orientato verso iniziative artistico-culturali che hanno incentivato la diffusione della conoscenza nella collettività, offrendo maggiori opportunità di intervento e arricchimento culturale, favorendo così l’accesso alla cultura e sostenendo l’adesione di un ampio pubblico.
Ho accolto con piacere una cordiale nota di risposta della presidente della Fondazione Tercas che mi sollecita ad indirizzarmi ancora una volta a lei confidando nella sua sensibilità, affinchè si possa individuare al più presto un’idonea soluzione finalizzata a conciliare le esigenze strutturali e organizzative degli uffici bancari con la fruibilità da parte della collettività e dei turisti, delle collezioni d’arte esposte al primo piano di Palazzo Melatino. E colgo l’occasione per spingermi oltre.
Coniugare la salvaguardia e la valorizzazione paesaggistica e culturale dei territori con il loro sviluppo economico, è alla base di una specifica linea di progetti che le Fondazioni stanno oggi portando avanti con la creazione dei cosiddetti distretti culturali. Essi nascono pensando al nesso tra cultura e territorio proprio in termini di fattore di potenziamento dell’economia. In attesa di ragionare sulla concreta possibilità di istituire un distretto culturale in ambito provinciale, sarebbe auspicabile che la Fondazione Tercas, atteso che gran parte del patrimonio artistico che detiene è costituito da pregiate maioliche di Castelli, e tenuto conto delle attuali difficoltà in cui versa il territorio del Comune di Castelli a causa dei catastrofici danni provocati dai recenti terremoti, si facesse essa stessa promotrice di uno specifico progetto da condividere con altre amministrazioni, volto alla creazione di un museo diffuso, ovvero di una “rete museale della maiolica castellana” a cui sarebbe auspicabile prendessero parte le più prestigiose istituzioni museali che espongono collezioni straordinarie del vasto patrimonio artistico castellano, ovvero il Museo delle Ceramiche di Castelli (sede provvisoria presso il Palazzo municipale dell’artigianato ), la Fondazione Tercas di Teramo e il Museo diocesano di Atri. In un secondo momento, una volta testato in modello, potrebbero entrare a fa parte della rete il Museo Acerbo delle ceramiche di Castelli di Loreto Aprutino, il Museo Paparella Treccia di Pescara e il Museo Nazionale d’Abruzzo in L’Aquila.
La rete a tema, come è dimostrato da casi già collaudati, non richiede impegni di spesa, ma al contrario favorisce, nel complesso, una gestione più agile, virtuosa e più sostenibile. È quanto accaduto ai musei italiani che hanno scelto di unirsi in sistema piuttosto che restare enti individuali, mettendo in comune competenze e risorse economiche. I casi finora analizzati mostrano che i sistemi di musei condividono attività di comunicazione esterna, soprattutto di tipo multimediale, creazione di siti web e marchi collettivi, profili comuni sui social network, rapporti con la stampa e possibili finanziatori. Progetti congiunti vengono sviluppati anche nell’ambito della didattica, da semplici pubblicazioni all’organizzazione di laboratori e percorsi sia reali che virtuali. Ma tale sistema, oltre a collegare il ricco patrimonio ceramico conservato nei diversi centri espositivi, sarebbe in grado di promuovere itinerari turistico – culturali volti a promuovere il paesaggio, il patrimonio storico-artistico e l’enogastronomia dei territori ricadenti nella rete e organizzare eventi, spettacoli, conferenze, mostre e visite guidate. E’ un’idea progettuale che sottopongo alla attenzione della Fondazione Tercas, del Museo di Castelli e delle altre amministrazioni delle istituzioni museali che potrebbero virtuosamente essere coinvolte nella rete.
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