Carrelli su carrelli a comprare di tutto.
Centinaia di litri d'acqua; la peperonata gratinata al forno; improbabili surgelati di dubbie marche; verdure da ogni parte del mondo; dolci da consumare prêt-à-porter; sopravviveremo al Coronavirus ma moriremo di diabete o per il colesterolo alto e malattie cardiovascolari.
In fondo in Cina il tasso di mortalità è vicino all' 1%°e dai noi l'influenza è al 1/3%° dei pazienti affetti. https://www.epicentro.iss.it/influenza/flunews
Nessuno deve minimizzare ma nessuno ha il diritto di spargere terrore.
In molti Paesi europei il Coronavirus è una semplice sindrome influenzale e hanno imparato il trattamento di alcuni casi gravi, dovuti a malattie pregresse e all'età.
Non hanno la nostra metodologia selettiva che rimane in assoluto la migliore.
L'ignoranza e la paura fanno il resto come nel caso di razzismo a Giulianova.
Scrive il sindaco Costantini " Sono venuto a conoscenza dell’episodio di razzismo di cui è stato vittima un nostro giovane concittadino di origine cinese, come riportato nel post che diffondo.Quanto accaduto è intollerabile ed è la rappresentazione più esplicita di un virus ugualmente pericoloso e molto più diffuso: quello dell’ignoranza. In un periodo storico in cui dovremmo diffondere il senso della solidarietà e della maturità nell’affrontare un’emergenza nazionale, questi gesti sono da condannare senza riserve. E’ inaccettabile poi che un genitore, che dovrebbe educare un figlio al senso civico del rispetto e della tolleranza, si faccia invece portavoce di messaggi di questo tipo che, inevitabilmente, restano radicati nell’educazione dei nostri bambini. Esprimo quindi la mia massima solidarietà al giovane, con la certezza di incontraci presto".
In Italia c'è la cultura della Ricerca e della prevenzione.
La macchina della Protezione Civile si è messa in moto con tutte le difficoltà possibili, il resto è la cura di avere rispetto della nostra dieta di vita.
Basterebbe seguire un comandamento.
Ama il prossimo tuo come te stesso.
Curiamoci; rispettiamo le regole del vivere civile; non infettiamoci correndo il rischio di contagiare e nel caso fortuito, aiutiamo gli altri a vivere con serenità la nostra quarantena.
Questa è l'etica sanitaria sociale.
La Coscienza civile di una nuova igiene culturale.
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Giancà ti voglio bene!! Sei un faro in questa notte buia in cui è sprofondata la nostra nazione!
Tutta questa paura sarà perché a scuola ci hanno fatto studiare la peste manzoniana?
La mortalità per influenza e di circa 200 persone a settimana per un totale di circa 6000 persone anno in Italia con una diffusione da 5 ad 8 milioni di persone se avesse una mortalità del 3 % morirebbero ogni anno da 150000 a 250000 persone per fortuna non è cosi
"In molti Paesi europei il Coronavirus è una semplice sindrome influenzale e hanno imparato il trattamento di alcuni casi gravi" Falcó questa é una bufala pazzesca,vergognati. Vai sul sito dell'istituto superiore di sanità, mortalità per influenza stagionale inferiore all'1 per mille, del coronavirus 2-3%.
In matematica significa 30 volte superiore (almeno).
La matematica non é una opinione e tu sei un giornalaio pure pericoloso.Studia cazzo o senti chi lo ha fatto per te prima di sparare cazzate.
#malis
* Nota: indicatore ricavato dal sistema di sorveglianza della mortalità giornaliera (Sismg), basato sulla rilevazione in 19 città campione italiane che raccolgono quotidianamente il numero di decessi per gli ultra65enni per tutte le cause (non solo per influenza). Tale numero viene confrontato con quello atteso costituito dalla media dei decessi registrati nei cinque anni precedenti.
C'È UN VIRUS IMBATIBILE PER TUTTO IL PIANETA CHE PRENDE PER LE PALLE TUTTA LA POPOLAZIONE, SI CHIAMA SOCIAL.................. Ipnosi... Buona notte
L'odio da sociale rende tutti folli. Io leggerei con cura i simboli e la fonte citata.
Il rispetto dovrebbe essere la prima cura nei rapporti umani.
Sono senza parole.
Silone parlava di cavoni nel suo libro ma il cafone era una pedsona che lavorava e rispettava il prossimo.. npi innvece siamo davvero peggio di quei cafoni tornati con il tempo indietro a peridi buii senza nessuma razionalità. Il coronavirus siamo davvero noi stessi
Corse, file interminabili nei supermercati, scaffali vuoti, risse sfiorate . Avete paura di morire di fame? E pensare che fino a poco tempo fa essere a dieta per alcuni era quasi una moda. Ma come si è ridotto questo paese? Nel Nord Italia tutto fermo nel sud gli sbarchi non diminuiscono. Paranoie mentali, atteggiamenti di qualcuno al limite del tragicomico, mascherine per la bocca ( ironia della sorte siamo anche a Carnevale ) ma smettetela!
Penso che la più bella risposta a questo articolo sia questa lettera.
Finalmente dopo tante parole, una notizia che ci riporta al mondo reale. Un messaggio a "misura d'uomo" oserei dire.
Un messaggio di un passato ancora attuale.
Fà bene al cuore sapere che in Italia ci sono ancora persone autentiche, che ragionano sulla responsabilità del singolo e che guardano le cose con la giusta lente...non ingrandendole, ne ridimensionandole, ma riportandole alla dimensione VITA.
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Lettera scritta agli studenti del Liceo Scientifico Statale A. Volta - Milano da Domenico Squillace, il preside.
"AGLI STUDENTI DEL VOLTA
“La peste che il tribunale della sanità aveva temuto che potesse entrar con le bande alemanne nel milanese, c'era entrata davvero, come è noto; ed è noto parimente che non si fermò qui, ma invase e spopolò una buona parte d’Italia…..”
Le parole appena citate sono quelle che aprono il capitolo 31 dei Promessi sposi, capitolo che insieme al successivo è interamente dedicato all’epidemia di peste che si abbatté su Milano nel 1630. Si tratta di un testo illuminante e di straordinaria modernità che vi consiglio di leggere con attenzione, specie in questi giorni così confusi. Dentro quelle pagine c’è già tutto, la certezza della pericolosità degli stranieri, lo scontro violento tra le autorità, la ricerca spasmodica del cosiddetto paziente zero, il disprezzo per gli esperti, la caccia agli untori, le voci incontrollate, i rimedi più assurdi, la razzia dei beni di prima necessità, l’emergenza sanitaria…. In quelle pagine vi imbatterete fra l’altro in nomi che sicuramente conoscete frequentando le strade intorno al nostro Liceo che, non dimentichiamolo, sorge al centro di quello che era il lazzaretto di Milano: Ludovico Settala, Alessandro Tadino, Felice Casati per citarne alcuni. Insomma più che dal romanzo del Manzoni quelle parole sembrano sbucate fuori dalle pagine di un giornale di oggi.
Cari ragazzi, niente di nuovo sotto il sole, mi verrebbe da dire, eppure la scuola chiusa mi impone di parlare. La nostra è una di quelle istituzioni che con i suoi ritmi ed i suoi riti segna lo scorrere del tempo e l’ordinato svolgersi del vivere civile, non a caso la chiusura forzata delle scuole è qualcosa cui le autorità ricorrono in casi rari e veramente eccezionali. Non sta a me valutare l’opportunità del provvedimento, non sono un esperto né fingo di esserlo, rispetto e mi fido delle autorità e ne osservo scrupolosamente le indicazioni, quello che voglio però dirvi è di mantenere il sangue freddo, di non lasciarvi trascinare dal delirio collettivo, di continuare - con le dovute precauzioni - a fare una vita normale. Approfittate di queste giornate per fare delle passeggiate, per leggere un buon libro, non c’è alcun motivo - se state bene - di restare chiusi in casa. Non c’è alcun motivo per prendere d’assalto i supermercati e le farmacie, le mascherine lasciatele a chi è malato, servono solo a loro. La velocità con cui una malattia può spostarsi da un capo all’altro del mondo è figlia del nostro tempo, non esistono muri che le possano fermare, secoli fa si spostavano ugualmente, solo un po’ più lentamente. Uno dei rischi più grandi in vicende del genere, ce lo insegnano Manzoni e forse ancor più Boccaccio, è l’avvelenamento della vita sociale, dei rapporti umani, l’imbarbarimento del vivere civile. L’istinto atavico quando ci si sente minacciati da un nemico invisibile è quello di vederlo ovunque, il pericolo è quello di guardare ad ogni nostro simile come ad una minaccia, come ad un potenziale aggressore. Rispetto alle epidemie del XIV e del XVII secolo noi abbiamo dalla nostra parte la medicina moderna, non è poco credetemi, i suoi progressi, le sue certezze, usiamo il pensiero razionale di cui è figlia per preservare il bene più prezioso che possediamo, il nostro tessuto sociale, la nostra umanità. Se non riusciremo a farlo la peste avrà vinto davvero.
Vi aspetto presto a scuola."