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Bisenti: Quando la Solidarietà diventa una bella storia da raccontare...

di Giancarlo Falconi
2 minuti

Solidarietà.
Fermiamoci un attimo.
Un secondo.
Al buio delle nostre case abbandonate da una inesistente politica della prevenzione.
Siamo soli.

Non sono esistite le amministrazioni regionali, provinciali e comunali.
Tagliate da uno Stato sempre più lontano dal cuore della gente e vicino al potere delle banche.
L'Italia.
Vive a Bisenti o in altri Bisenti del nostro Abruzzo.
Solidarietà.
Un sostantivo al femminile che deriva da una parola francese, solidaritè.
A proposito dei francesci, la vignetta di Charlie Hebdo fa schifo, fa pena, fa vomitare.
La satira è la spada contro il potere e non lo sberleffo del lutto di intere famiglie e amici.
Il groppo in gola che ti fa piangere dentro prima che fuori.
Quelle lacrime che bruciano il cuore.

Solidarietà.
Villa Turchi di Bisenti ospita un centro residenziale per pazienti speciali.
La cooperativa Filadelfia che continua giorno dopo giorno a curare il sociale.
Risvegli e altre speranze.
La nevicata.
La paura.
La fuga.
Chilometri nella bufera fino a raggiungere Bisenti.
Isolata e senza luce.
Il Ristorante Pino Verde con il garage sfondato dalla neve, senza corrente elettrica, con un nonno alla fine della propria vita da resistente, eppure, Leo Di Massimo, giovane imprenditore, cuore e anima di famiglia, ha aperto le braccia.
Parole gentili, calzini, il caldo della stufa, panni stesi, racconti, sorrisi, spaghetti e il tempo dei giusti.
Nessuna polemica.
Non serve.
Giorni trascorsi insieme.
Tutti assenti.
Solo loro.
Fino all'ultimo respiro del nonno, fino a quando il lutto è stato condiviso dalla nuova comunità.

Questa è la vera Italia.
Poi tutti sono buoni ad arrivare secondi.
Primi degli ultimi.

Giorni dopo il comune di Bisenti ha aperto la strada per Villa Turchi.
Una telefonata annunciava l'arrivo della Rai ma è stata solo una pura coincidenza di eventi.
Vero?
La verità?
Uno scherzo e ben riuscito.
Ora la strada è libera.
Leo Di Massimo rimane un esempio e come tale andrebbe premiato, omaggiato, valorizzato.
La crisi economica non ha cambiato il valore delle cose, di quel pezzo di legna da ardere, da condividere.
Il fuoco sacro della Solidarietà. 




 

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Commenti

Fortunatamente ancora esistono persone come Leo,al quale dobbiamo dire grazie,grazie,grazie,di esistere. Carlo
Bisognerebbe inoltrare istanza al Presidente della Repubblica perchè questo giovanotto venga insignito di una medaglia altamente meritata. Inoltre dovrebbe essere pubblicamente ringraziato dalla Regione, dalla Provincia e dal Comune. Ma credete che questo avvenga? Allora vuol dire che credete ancora a Babbo Natale. Onore e gloria a LEO DI MASSIMO e alla sua solidarietà, al suo immenso cuore, al suo incommensurabile amore per gli altri. Ricordiamocelo questo nome. LEO DI MASSIMO, segnamocelo a lettere di fuoco nel nostro cuore perchè persone così sono rarissime da trovare.
Il colmo. W ENEL!!! Dopo giorni isolati e senza telefoni fissi e mobili e senza luce. Finalmente a villa Petto, arriva un gruppo Elettrogeno!. Ma dopo ore finisce il gasolio!, Non si po raccunta'. Aiutateci, ci sono anziani e bambini.
Ad Enzo T. CONDIVIDO PERFETTAMENTE E GRAZIE PER LA SUA PROPOSTA. CARLO
Credo che le parole direbbero poco, sparlano i fatti, il modo gentile e caldo di come Leo ha accolto chi era in difficoltà ed aveva bisogno di riscaldarsi e di un pasto caldo. Un gesto semplice e spontaneo scaturito dal cuore di chi veramente sa amare il prossimo. Questi gesti semplici sono quelli ricorrenti nella parola del Signore. Leo che Dio ti benedica. Ciao

Salve sono un operatore socio sanitario , Ono in cerca di un occupazione ma non so come inviarvi io l mio curriculum, cordiali saluti