Salta al contenuto principale
|

Morra attacca D'Alfonso sugli esperimenti sotto al Gran Sasso. Lolli prova la difesa...

di Giancarlo Falconi
5 minuti

Attacco e difesa. Esce nettamente vincitore l'ex assessore regionale Giandonato Morra sul vice presidente della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli che promette maggiori controlli. Quindi finora ci sarebbero stati minori controlli?
Leggiamo.

Giandonato Morra.

Nella persona del coordinatore regionale Giandonato Morra, esprime sincera solidarietà per quanto accaduto ai giornalisti Nadia Toffa de Le Iene e Paolo Vercesi de Il Messaggero. “Siamo ormai arrivati ad un punto di non ritorno e la solidarietà oggi non basta più: tutti coloro che condannano questi gesti devono contribuire a far si che venga meno il clima di disprezzo nei confronti dei giornalisti – introduce Morra - le immagini si commentano da sole e purtroppo lasciano solo sgomento”. L'atteggiamento spocchioso non è nuovo, si è semplicemente aperto alle telecamere nazionali. Un comportamento isterico probabilmente figlio di un governo, quello della Regione Abruzzo, fermo da tre anni a questa parte. “Qualcuno dimentica che le istituzioni sono al servizio dei cittadini e che, il confronto con gli stessi, anche riferendo sul proprio operato ai media, è un atto dovuto, per questo – sostiene Morra - chiediamo al Presidente Luciano D'Alfonso di fare ufficialmente chiarezza su quanto sta accadendo e di spiegare come si è arrivati a rilasciare parere favorevole su un esperimento di carattere nucleare con l'impiego di Cerio 144 concesso nei laboratori del Gran Sasso”. Il tutto con due criticità: da una parte questi esperimenti avvengono a meno di 200 metri dalla zona di captazione delle acque e dall'altra non sono stati ancora eseguiti i lavori di messa in sicurezza della pavimentazione che dovrebbe proteggere le falde acquifere così come attestato dall'Istituto Superiore di Sanità, senza considerare poi l'elevato rischio sismico. “D'Alfonso deve rispettare la necessità degli abruzzesi di conoscere atti e fatti dell'ente regionale che li dovrebbe rappresentare nel rispetto di leggi e procedure, contemperando la massima tutela della salute dei cittadini che esigono spiegazioni e lo hanno chiaramente dimostrato nella recente manifestazione svoltasi a Teramo alla quale hanno preso parte cittadini di ogni estrazione sociale, culturale e politica”. Ne viene della salute di migliaia di persone. A margine dell'intervento il coordinatore regionale del partito Morra sostiene che “questi episodi, triste dirlo, non fanno altro che delegittimare il buon nome della nostra regione con una serie di conseguenze non solo sociali ma anche e soprattutto economiche. Fratelli d'Italia – AN naturalmente rigetta con fermezza questi comportamenti volti ad impedire di svolgere il proprio mestiere ai giornalisti e a non garantire il diritto dei cittadini ad essere correttamente informati”.

Giovanni Lolli

Per garantire le falde acquifere del Gran Sasso da circa due anni abbiamo avviato una rigorosa procedura di messa in sicurezza con un progetto che prevede totalmente autonomo il prelievo dell'acqua dalla galleria autostradale e del laboratorio dell'Istituto nazionale di fisica nucleare". Lo ha detto il vicepresidente della Giunta regionale, Giovanni Lolli, nel corso di un conferenza stampa convocata per spiegare la posizione della Regione Abruzzo in relazione alle attività scientifiche del laboratorio del Gran Sasso. "Il problema esiste, perché l'attuale sistema presenta delle criticità che possono generare contaminazioni dell'acqua anche se finora gli episodi registrati non hanno prodotto particolari allarmi; da qui l'idea di disarticolare il sistema di raccolta e distribuzione delle acque cambiando la collocazione e la composizione della condotta stessa. In attesa che questa operazione complessa e costosa sia portata a compimento - aggiunge Lolli - abbiamo costituito un tavolo con tutti gli attori pubblici e privati interessati che ha creato un protocollo molto vincolante che prevede procedure di sicurezza aggiuntive rispetto a quelle previste dalla normativa nazionale per gli esperimenti che porterà avanti il Laboratorio del Gran Sasso". Il protocollo sottoscritto da tutti i soggetti, compreso l'Infn, dice che "tutte le procedure che avvengono all'interno del laboratorio e della galleria autostradale quando vengono usati materiali che possono in qualche modo interferire o essere pericolosi devono avere un'autorizzazione in più dalla Regione. È successo, invece, nel caso dell'esperimento che non c'era pervenuta alcuna comunicazione, nonostante l'esperimento stesso fosse stato autorizzato dallo Stato mediante l'Ispra e dalla Asl che a sua volta l'aveva comunicato alla Regione. Noi però non ci accontentiamo di queste procedure nazionali: fino a quando quel sistema non verrà messo totalmente in sicurezza nel modo in cui noi intendiamo e con il progetto che potrà contare anche su un finanziamento statale, noi continueremo a chiedere procedure aggiuntive. L'errore è consistito nel fatto che nessuno ha comunicato al tavolo l'attuazione dell'esperimento e quando ne siamo venuti a conoscenza abbiamo detto agli interessati di bloccare le procedure stesse e di mettere in atto le prescrizioni aggiuntive previste nel protocollo. Questo - ha proseguito Lolli - non significa bloccare l'attività scientifica e di ricerca del Laboratorio, ma siccome ci troviamo su un territorio delicatissimo è necessario che i sistemi di sicurezza siano più penetranti anche a costo di prevedere una ridondanza di attenzione"

Fate Vobis. Senza parole. 

Commenta

CAPTCHA

Commenti

Ok ok. Il laboratorio è lì da anni. È interesse di tutti capire cosa e come svolge il suo compito. È altrettanto sensato trovare soluzioni istituzionali perché sulla barca c'è l'intera popolazione. Non mi sembra il caso di farne una questione di parte.

Complimenti!!