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Il corrosivo: Roberto Petrella, un Davide Giamburrasca

di Elso Simone Serpentini
4 minuti

Ciò che sorprende nel dott. Roberto Petrella, e ne fa un personaggio letterario, è un insieme di aspetti caratteriali contraddittori fra loro ma presenti in dose massiccia. Non segnalo qui la generosità immensa (intesa nella più ampia accezione del termine), la sua sensibilità (che lo porta a volte a commuoversi e a piangere come un bambino), la sua empatia (che lo porta a soffrire più dello stesso paziente), la sua curiosità (che lo porta a interessarsi di ogni aspetto della vita), il suo desiderio di sapere e di approfondire gli argomenti medici (che lo porta spesso a studi “matti e disperati”, per dirla alla Leopardi, riguardo problematiche assai complesse)… No, non intendo segnalare altri elementi pure presenti in un uomo che, nato da umili origini, ha conservato l’umiltà necessaria per conseguire grandi traguardi.

Voglio limitarmi, nel quadro della lotta che ha intrapreso contro quanti in tema di vaccini intendono procedere per mezzo di imposizioni e prepotenze accademiche, a sottolineare due qualità di Roberto Petrella che mi sembrano tra le più peculiari. La prima è quell’immenso coraggio che ha nel portare avanti le sue tesi scientifiche quando sa che sono la conclusione di una lunga serie di osservazioni sperimentali, ma basate anche su una solida radice teorica. In alcuni casi attacca chiunque lo contrasti a testa bassa, come un toro (tra l’altro suo segno zodiacale), per combattere contro le prepotenze, le ingiustizie, le castronerie fatte passare per verità scientifiche che a lui dall’esperienza medica non appaiono tali. Ha il coraggio di sfidare chiunque, come fece Davide quando sfidò Golia.

Non importa chi si trova davanti, se un professore d’università, un accademico titolato, un dirigente medico suo superiore gerarchico nella struttura sanitaria. Non si ferma davanti a nulla e più lo minacciano più va avanti, gettando sempre il cuore oltre la barricata con la quale intendono fermarlo. Nelle circostanze in cui gli sono stato vicino, o a fianco, nella difesa di sé contro una prepotenza ingiusta alla quale lo si voleva sottoporre, ho notato una carica agonistica tipica dei grandi campioni dello sport e della vita. Il secondo elemento caratteriale che intendo segnalare è quello che me lo fa sembrare un Giamburrasca, per la sua tendenza a porsi sempre come bastian contrario quando si tratta di trasgredire regole formali da galateo, anche linguistiche, quando si tratta di andare oltre e contro il “bon ton” dei salotti medici e dei congressi medici, quando sente di dover infrangere i dettami dell’etichetta formale per puntare alla sostanza delle cose. E’ capace di piombare con la sua ruvidezza di lingua e di comportamento nel bel mezzo di una riunione di medici intenti a prendere il tè e a fare due chiacchiere per richiamarli al dovere di accorrere al letto di un malato e curarlo o lenire la sua sofferenza. Non ci sono autorità che tengano quando Petrella sente di avere ragione o vuole porsi a fianco di chi soffre o ha sofferto un’ingiustizia. Alcuni suoi gesti clamorosi del passato sono il frutto di questa caratteristica. Il suo coraggio più grande è quello di sfidare quanti, denigrandolo per questi suoi gesti eclatanti, cercano di farlo apparire come una macchietta, e ciò facendo cercano di sminuire la portata delle cose che dice, anche sul piano medico scientifico, approfittando della tendenza che in genere si ha ad assimilare la correttezza formale alla verità sostanziale. Ma se assai spesso (ahimè) è più profonda la fede religiosa in un umile prete di campagna che in un cardinale porporato che vive nel lusso, può anche accadere che vi sia più sapere scientifico in un umile ginecologo da consultorio (in buona fede) che in un presuntuoso e supponente titolare di cattedra universitaria (in mala fede).

Chi non ricorda il povero marinaio di nome Cristoforo Colombo che contrastava i professori dell’Università di Salamanca, che si ostinavano a prenderlo in giro perché il genovese continuava a ripetere che la terra non era piatta come sostenevano loro?

Video Emanuele Marena

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Commenti

Bellissimo Articolo! questo tuo narrar meriterebbe un film.. con lo stessa dialettica e capoverso..