Quando ho visto al funerale Tonino Valbruni e Giancarlo Pulitelli, la porta della vita di Francesco Di Eusebio si è potuta chiudere per l'ultima volta.
Amava i suoi calciatori a uno a uno.
Uomini.
Teramano e interista. Prima teramano.
L'ultima rete per un dirigente e imprenditore di passione.
Un artista del mattone. Capace di trovare la soluzione prima del problema.
Si chiamava prevenzione o lavoro eseguito a regola d'arte che i vecchi maestri conoscevano per fatica e portamento.
Talento e capacità di comprendere le persone.
Un burbero dal cuore d'oro.
Francesco era il mio vicino.
Il chiodo per la pala, il direttore del mio imperfetto taglio dell'erba o della siepe, le coccole preferite da Margot, Carlotta, Michi, GioGiò e fino a ieri Nicole.
I miei e i suoi quattro zampe.
L'ultima volta eravamo seduti in due sul muretto di casa.
Attendeva la sua famiglia.
Si mangiava tardi ma era sempre un bel ritardo.
Poche ore prima.
Non abbiamo parlato molto.
Non c'erano altre parole.
La macchina parcheggiata era un modo per salutare.
Un richiamo ai suoi ricordi.
Solo una profonda amarezza.
Tracce di un destino.
Segnali.
Affetti indissolubili che vivranno in ogni nostra azione.
Ciao Francè, a presto.
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Ho avuto modo di apprezzare il valore di un grande uomo, te ne sei andato sai quanti ricordi mi sono confusamente, ma anche chiaramente, affastellati nella mente.Quante cose ricordavo di te che pensavo di aver dimenticato.Quante cose ti devo, caro Francesco, e quante cose tu mi hai dato senza farmele pesare.Solo le cose che abbiamo nel cuore sono importanti, e vale la pena di custodirle e farne tesoro.Non mi hai chiesto mai nulla in cambio.Ma il più bel ricordo che ho di te, e che sempre mi accompagnerà, è quando siamo andati in gita in un posto meraviglioso dove ho apprezzato tanto il tuo modo di comportarti con gli amici, sempre pronto a dare consigli per le tue pillole di saggezza.I miei occhi oggi luccicano ma felice di aver conosciuto una grande persona che ha anche seguito il mio percorso calcistico.