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Il corrosivo: Il nulla affacciato sul nulla

di Elso Simone Serpentini
5 minuti

Il nulla.
Il nulla assoluto.
Il nulla affacciato sul nulla.

Non voglio soffermarmi a pensare quanto sono costati, quando costano gli Stati Generali della Cultura. (Essegi).
Non voglio ricordare nemmeno quanto costa Teramo 2020 (e il 2020 è quasi arrivato senza che quella somma spesa inutilmente abbia portato a nulla.
Non ne voglio fare una questione di costi e di ricavi. E nemmeno di inviti spediti e di inviti mancati. Intendo parlare di contenuti. E questa mattina, quando mi sono seduto ad uno dei tavoli sistemati nell’Ipogeo (emblema del nulla costruito sul sulla), ho provato diverse emozioni successive, che mi si invitava a trasferire sulla carta, come il primo di una serie di esercizi puerili, da asilo infantile.
Sul tavolo: post-it, pennarelli, fogli di carta e una cartellina di plastica con dentro un programma che parlava del nulla.
Dovevamo fare i compiti, gli esercizi, scoprendo poi che non li avremmo dovuti nemmeno consegnare.
Eravamo stati avvertiti: avremmo avuto un determinato tempo a nostra disposizione e sarebbero passati tra i banchi per avvertirci che il tempo stava per scadere, avremmo dovuto rispettare delle regole. Strano che non ci abbiano avvertito che non potevamo copiare dal vicino o che saremmo stati puniti se avessimo consegnato il foglio in bianco. Ma ho capito il perché quando, appunto, ho saputo che i compiti non si dovevano consegnare. Il terzo esercizio il mio tavolo non lo ha ricevuto e che esistesse lo abbiamo saputo consultando un sito in rete che faceva la cronaca quasi in diretta dei lavori. E’ che avevo contestato e mi ero appeso un cartello al collo, passando tra i tavoli, esprimendo così la mia impressione, e il cartello diceva “Essegi non così”. Gli Stati Generali della cultura organizzati in quel modo erano e sono il nulla, costruito sul nulla. E’ stato detto che è stata, che è, un’occasione sprecata. Non mi interessa. Mi viene in mente solo quel “non così”.

Quando ho pensato che si dovesse fare qualcosa per salvare il salvabile della cultura teramana, non ho davvero pensato che si potesse “pensare ad una pensata” così. Nemmeno folle, forse nemmeno strumentale (ma strumentale per chi ha organizzato lo è).
Ho solo pensato al nulla e anche nel parlarne non mi va di sprecare troppe parole, perché non mi va di parlare del nulla.
Un ceto politico squalificato ed ignorante negli ultimi istanti della propria agonia ha fatto ricorso ad una trovata che non è nemmeno una trovata. Lo dico: mi sono preso in giro, ieri mattina, strumentalizzato, ho pensato che quei banditori e somministratori di test psicologici da scuola elementare ci considerassero come indios con gli anelli al naso, poveri derelitti da incantare con qualche specchietto.
Ci avevano avvertito: sarete tre gruppi, il primo di coloro che si sentiranno prigionieri e non vedranno l’ora di andarsene, i secondi di turisti curiosi di sapere che succede, il terzo di collaboratori.
Del primo gruppo ha subito fatto parte l’ex direttore della Biblioteca “Delfico”, Luigi Ponziani, che tra l’altro, non essendo stato invitato, era un infiltrato. Si è dato subito alla fuga, preferendo l’evasione: Sul mio foglietto ho scritto: “Io sono un turista” e poi ho contestato con il mio cartello (ahi, con l’età divento sempre meno saggio e sempre più rivoluzionario): ho chiesto al mio compagno di tavolo Marco Pace di disegnare come mio logo (che ero stato invitato a disegnare) una ghigliottina.
Il terzo gruppo, il più nutrito, mi è sembrato composto più che da collaboratori, da collaborazionisti, tornati poi, come ho saputo, anche nel pomeriggio, per continuare a fare gli esercizi.
Io me ne sono andato già al mattino, prima del quarto esercizio, e non sono tornato in aula per la presa in giro pomeridiana.
Mi era bastato. Lo ripeto: non così.
Gli Stati Generali della cultura non così.
Non si può edificare nulla sul nulla e, così come sono stati organizzati, rappresentano proprio il nulla. Il nulla che si affaccia sul nulla è nulla. La presa in giro dei cittadini sembra il tutto, ma non è che il nulla che non porta a nulla. La mortificazione della cultura è il nulla. E questi Stati Generali della cultura, così come stati organizzati, sono la mortificazione della cultura e perciò il nulla. Una preghiera a questi amministratori: per favore, occupatevi d’altro.

Un ultimo pensiero per Marco Chiarini, a cui voglio bene (per suo padre e per se stesso) e che stimo, per la sua creatività e la sua immaginazione, e sono qui a chiedermi se davvero abbia potuto partorire lui questo mostro (fatico a crederlo) o se lo abbia subito, partorito da altri, come pedaggio da pagare per tenersi l’assessorato alla cultura. Nella prima ipotesi, mi faccio meraviglie; nella seconda, lo compatisco e lo esorto a reagire. Non esiste creatività senza spirito di ribellione.

Foto: Marco Pace

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Commenti

Professore, hai perfettamente ragione. Un circo nemmeno tanto divertente
Per domani è previsto il disegno della Pimpa da colorare. Nel pomeriggio si passa a Masha e Orso. Si uniscono i puntini il venerdi mattina e il sabato si chiude col botto: gran finale con l'Uomo Fiammifero. Stati Generali della Cultura. 23.000 euro.
Cultura a teramo ? a teramo la cultura non esiste ! Anzi non esiste più Teramo ! THE END.
Mi auguro che gli Essegi torneranno in qualche maniera utili alla carriera dell'Assessore Chiarini...così almeno il suo passaggio nella vita politica di questa città sarà servito a qualcosa!!!
...Teramo, Teramo non esiste
Da una pagina di storia di un libro del 2516 Gli Stati Generali della cultura di Teramo erano un'assemblea consultiva del Regno di Teramo. Furono convocati la prima volta dal re Maurizio Brucchi e dal suo ministro della cultura Marco Chiarini nel 2016 e durarono tre giorni. Vi parteciparono 150 esponenti della cultura cittadina espressamente invitati, ma con polemiche causate dall’esclusione di altri, non invitati, per discutere sulla grave situazione che stava mandando in rovina la cultura teramana. Tre erano gli stati: il Primo Stato era quello dei prigionieri, che non vedevano l’ora di andarsene; il Secondo Stato era quello dei turisti, disposti a restare solo fino a quando non avessero soddisfatto la loro curiosità; il Terzo Stato era quello dei collaborazionisti, disposti a restare e a sottoporsi a tutti gli esercizi possibili e immaginabili. Tutti gli Stati si riunirono in una sola camera, chiamata Ipogeo, senza dovere né diritto di voto, né per Stato né per testa. Nell'ultima riunione degli Stati Generali il Terzo Stato, rimasto solo, chiese che i membri degli altri Stati fossero espulsi dalla città e privati di tutti i diritti culturali, con la sottrazione di penne, carta, calamai, tablet e Ipad. A questo punto una parte dei membri dei primi due Stati, avvertiti, si autoconvocarono presso l’Ipogeo, ma, trovando chiuse le porte a chiave e non potendo entrare, uno di loro gridò: “Alla Pallammano!” Il Giuramento della Pallammano è un patto stipulato nel 2016 a Teramo, immediatamente dopo la terza riunione degli Stati Generali della Cultura di Teramo tra i membri dei prigionieri e dei turisti, contro quella dei collaborazionisti, che pretendevano di porsi come Assemblea Generale della Cultura, attribuendosi il potere di legiferare in materia culturale. Il Re Maurizio Brucchi aveva ordinato la chiusura della sala dove si si riuniva l’Assemblea, l’Ipogeo, con il pretesto di eseguirvi dei lavori di manutenzione. Quanti sottoscrissero il giuramento della pallamano giurarono di non separarsi in nessun caso e di riunirsi ovunque le circostanze lo avrebbero richiesto, fino a che la Costituzione Teramana della Cultura francese non fosse stata stabilita e affermata su solide fondamenta (Giuramento della Sala della Pallammano o Giuramento della Pallammano) Successivamente molti rappresentanti del basso ceto (sensibilizzati ai problemi culturali) e alcuni collaborazionisti delusi dai mancati provvedimenti del Re e del suo ministro della Cultura si unirono all'Assemblea, la quale si autoproclamò Assemblea Generale Culturale. Seguirono drammatiche vicende, che portarono alla rivoluzione teramana e alla deposizione del Re e della Sua Corte. Secondo alcuni storici tutti furono ghigliottinati.
Scusate, non vorrei infierire ancora sugli organizzatori degli ESSE GI, ma l'evento è scopiazzato dalla Regione Piemonte: http://www.regione.piemonte.it/cultura/cms/stati-generali-della-cultura… Si legge sulla pagina di presentazione di Teramo: gli Stati Generali della Cultura di Teramo sono un momento di consultazione e di progettazione partecipata tra tutti gli attori del sistema culturale - associazioni, artisti, operatori, portatori d’interesse - disposti a condividere idee e progetti culturali per la propria città. Un’occasione per ripensare il ruolo della cultura in relazione ai mutamenti in corso, alle possibilità di creare sinergie e relazioni con i sistemi economici del territorio con i quali concorrere insieme allo sviluppo locale. Si legge sulla pagina di presentazione della Regione Piemonte: Gli Stati generali sono un modello organizzativo di consultazione e progettazione partecipata utilizzato per condividere scelte e definire priorità all’interno di un sistema: la cultura, in risposta ai mutamenti in corso, necessita di un ripensamento del proprio ruolo anche in relazione agli altri sistemi economici e produttivi del territorio, con i quali concorre allo sviluppo locale. VOGLIAMO AGGIUNGERE ALTRO?
Stato in Generale della Cultura a teramo : di merda
Ok... Chiarini... ma chi sono i nomi ed i cognomi di chi ha guidato l'assessore in questo precipizio ben scavato????