Poco personale. Fila per fare l'accettazione. Pazienti che si trasferiscono a Giulianova per cercare di essere visitati in una sorta di diaspora del pronto soccorso.
Diversi codici rossi in poche ore; assenza di personale per gestire una serie di emergenze che hanno portato tutti all'esasperazione. La nostra non è una critica al personale che a detta dei tanti che hanno purtroppo visitato il pronto soccorso di Teramo nel pomeriggio e nella serata di ieri ha cercato di colmare le lacune del numero di medici e di infermieri; sotto pressione in questo modo si rischia di sbagliare, a loro, ai medici, agli infermieri, va la nostra attenzione; ieri è mancato il collante tra la sala di attesa e il triage. L'avevamo scritto e richiesto. Un infermiere facilitatore che possa calmare e controllare il progredire della patologia dopo l'accettazione. Hanno accettato la nostra proposta solo per pochi giorni e le decine di messaggi di ieri sono la prova di uno stato delle cose che non può essere più accettato. L'attenzione e l'informazione diventano le prime cure. Una donna in attesa di lastra per una caduta dopo quattro ore aveva ancora come minimo dodici persone davanti a lei ed erano in arrivo altri pazienti. Alla fine il viaggio della speranza con chi si spostava verso un altro pronto soccorso che da nomen omen, diventa l'ossimoro della Sanità. Dopo 12 ore gli esami diagnostici, in attesa dell'ortopedico per questa mattina.
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