Rottamati?
La domanda è d’uopo.
I soggetti interessati?
I giovani travestiti da vecchi o se vi fa piacere “i non vecchi” oppure i “non giovani”.
Il “non” va di moda.
Vi ricordate Bersani?
Quello della ditta, all’indomani delle elezioni del 2013: “La nostra è una non vittoria”.
Vabbè! Mi riferisco a Renzi, Meloni, Salvini, Toti, etc.
Nottata lunga in compagnia di “mitraglietta” (Mentana) e tensione da finale di champions.
Oggi? Si derubrica il calcio e l’analisi del voto diventa lo sport nazionale. Mi allineo anche io.
Solo che è tutto terribilmente complicato, poiché, mai come oggi, la politica assume i contorni di un fluido magmatico e ancora importanti sono all’orizzonte gli appuntamenti elettorali per sacramentare i contorni di una non sconfitta o di una non vittoria (Brexit – Referendum Costituzionale – Elezioni Presidenziali Americane… lo scenario internazionale accompagna quello nazionale. Sveglia!). Mi riferisco volutamente allo schieramento classico e cioè sinistra – destra.
Per il Movimento Cinque Stelle?
Dirò più avanti.
Il centro – sinistra non esiste più.
Esiste il PD. Il PD in quanto partito non esiste più.
Esiste il Renzismo. Il Renzismo traballa.
Il centro – destra non esiste più.
Esiste il corso naturale e fisiologico dell’esistenza.
Oppure tanti capi bastone.
Oppure dei “figli politici” ingrati.
Oppure dei parricidi improvvidi che calcolano male la tempra politica e fisica del Capo.
Prego, scegliete ma non parlate di coalizione. Sono morte le ideologie, e sono andati al creatore anche i partiti. La politica oggi è leaderismo puro. La personalizzazione è formalmente compiuta.
Renzi docet.
Che rischio corre oggi un leader? Di sbagliare narrazione. “Storytelling”, come dicono gli esperti di comunicazione. In buona sostanza, non avere connessione con la realtà. Tratteggiare un Paese che non esiste o, nel peggiore dei casi, mentire spudoratamente. A ciò consegue la mancanza di tatto e contatto con il cittadino sia nelle grandi città che nel contado, con conseguente sonora trombatura. Si preferiscono i salotti televisivi, le accademie, le fabbriche degli amici, le banche degli amici, e poi quando si torna in piazza…botte! Tutto ciò sta capitando alla destra e alla sinistra, anzi al PD e al…non saprei…
Emblematica la Mussolini che in televisione descrive la sua campagna elettorale: “Aho! So andata ar mercato…m’hanno detto: mo te fai vede, aho me volevano corcà de mazzate”. Nessuno stupore! Certo, il mio è un ragionamento forse troppo generale. Mi si dirà che le elezioni amministrative sono un’altra cosa e non vincono le logiche macroscopiche della politica nazionale. Per esse, le amministrative appunto, concorrono gli uomini e, se si sbagliano le scelte, si perde. Mica vero! Se c’è un’evidenza lampante che emerge dal voto di ieri è: l’elettore è molto documentato, l’elettore non è addomesticabile, l’elettore ascolta attentamente e, se lo terrorizzi parlando troppo alla pancia, ti punisce (la Lega fa flop a Milano e a Bologna), l’elettore legge i programmi e sa distinguere, vota contro e per punire (Roma), ma anche per cambiare generazione di governo (Torino). L’elettore sceglie come sempre il male minore, pazientemente attende, e alla prima occasione utile cambia (Varese). L’elettore italiano per sua natura è moderato e oggi fin troppo abusato, stanco, sfiancato, da un sistema Paese che è in recessione e di cui si è perso, in dati statistici e risibili, ogni fattore di crescita e miglioramento. Per la vulgata Renziana sono un gufo. Per i Cinque Stelle tratteggio la realtà. Per fortuna sono morte le ideologie, i partiti, ma non le idee. E vengo ai Pentastellati.
Chi mi segue sul blog di Giancarlo sa che all’indomani delle elezioni del 2013 dissi: "adesso vediamoli all’opera". Oggi c’è una consapevolezza ulteriore giacchè sono oramai passati tre anni dalla loro “maggiore età politica”. Ci si accorge subito che non narrano, non raccontano, non amano troppo parlarsi addosso, come dire: stanno sul pezzo. Sempre. O quasi sempre. Approfittano della decadenza dell’avversario. Concorrono al suo abbattimento, fomentano il disprezzo, ne esaltano le negatività e cercano in ogni modo di costruire un’alternativa. Spesso sono aiutati anche e soprattutto da quei pilastri dello Stato che dovrebbero saper interloquire con la Nazione ma che invece…(riuscite a comprendere realmente quello che dice la Boldrini o è un problema solo mio?).
Hanno verificato che le sedi di partito o di club sono tramontate e che esistono due piazze: la virtuale che serve poi a riempire la reale. Hanno studiato la politica della prima repubblica appropriandosi di alcuni tratti (l’attaccamento al fatto concreto, il comizio, il porta a porta, il termine onestà sciorinato come un mantra e la questione morale) ed inserendoli in un contesto generazionale fortemente nuovo e con pratiche inusuali per i politici della seconda repubblica (evitare l’alleanza politica con altri partiti e presentarsi al voto amministrativo dopo aver creato un tessuto connettivo solido e progettuale). Sono interpreti convincenti di una “crisi” che non è solo sociale, economica, culturale, ma “strutturale” e che riguarda non solo il nostro Paese, ma l’intero Occidente europeo. Qualcuno proverà ad imitarli (De Magistris), ma l’insuccesso è dietro l’angolo. Mi ripeto: lasciamoli governare. Impresa complessa a Roma, più abbordabile a Torino. Lentamente prenderanno altri comuni grandi e in alcuni stanno già operando, e si consegneranno a breve all’elettorato. I “non vecchi” o “i non giovani” già si aggrappano alle ciambelle di salvataggio…Milano, Bologna e Varese per Renzi…Trieste, Grosseto, Savona per gli altri. Sostanziale pareggio e stessa barca che affonda. Ma come ho già detto, a mio modestissimo giudizio, bisogna attendere il panettone per avere maggiore chiarezza.
Panettone che difficilmente arriverà a mangiare Brucchi. E perdonatemi se mi soffermo sulle cose di casa nostra. Il voto di Roseto, e non solo, ridisegna scenari…ahimè purtroppo noti. Noi abruzzesi siamo “gente tosta”. Cervice dura. Qui la prima e la seconda repubblica godono di ottima salute e chi ha azzardato mutamenti non ha fatto bene i conti. I “veri” protagonisti masticano pane e elettorato da lustri ed hanno costruito reti a maglie strette. Il cambio generazionale? Di facciata! Le maggioranze si fanno opposizione interna e le opposizioni? Anche! Adoro Orwell. “1984” e la “Fattoria degli animali”. Consentitemi un abuso.
In Abruzzo al “Big Brother” non sfugge nulla e nella campagna tra i due fiumi, in attesa che i grilli comincino a cantare, occorre che i mici tengano a bada i topi. Grazie!
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