Salta al contenuto principale
|

Un’altra storia ordinaria del post terremoto teramano. Non così ordinario

2 minuti

Teramo.

Via Mario Capuani.
Qui siamo come una piccola grande famiglia allargata. Ci conosciamo tutti. Chi vi abita e chi vi lavora.
I bambini possono uscire tranquilli perchè c’è sempre qualcuno fuori dal negozio che guarda e vigila.
Ci si chiama dalla finestra, ci si sorride, ci si saluta sempre, si parla del più e del meno. Si vive insieme.

C’è Gianni dell’osteria, aperta sempre fino a notte tarda: nonostante la confusione d’inverno e d’estate, tutti noi tolleriamo perchè è più importante andare avanti e ricominciare dopo il terremoto.
C’è Fabio della birreria che organizza simpatici aperitivi e spaghettate: il posto è piccolo ma tutti si ritrovano lì per parlare e condividere dopo la giornata di lavoro.
’è Roberto il macellaio sempre disponibile e Patrizia del forno che ti accoglie ogni giorno con il sorriso.

E poi c’è Giampiero, il fruttivendolo. O forse, è meglio dire, c’era.
Giampiero è stato sfrattato con l’ennesima ordinanza che attesta che l’edificio è inagibile.
Giampiero è una specie di istituzione per chi abita in questo quartiere: da lui non esiste la fretta o l’andare di corsa.
Andare da Giampiero è una lezione di pazienza e tenacia e sai che lì puoi riprenderti il tuo tempo. Ora la porta è chiusa e la saracinesca abbassata.

E’ una storia come tante, una storia ordinaria in una Teramo terremotata, perchè Teramo è una città terremotata.

In questi giorni il mondo dell’architettura e della politica parla di nomine che dovrebbero portare speranza, come quella dell’architetto Stefano Boeri a esperto per la ricostruzione. Lui, noto per il bosco verticale di Milano e per i tanti sparsi e replicati nel mondo, afferma:E’ una sfida che richiede prima di tutto l’ascolto dei bisogni delle popolazioni colpite e il rispetto delle loro esigenze insieme all’impegno imprescindibile a ricostruire spazi dove davvero sia possibile abituarsi a convivere in totale sicurezza con un mostro invisibile.”via

(http://www.meteoweb.eu/2017/04/terremoto-larchitetto-stefano-boeri-nominato-esperto-per-la-ricostruzione/886363/)

Noi qui nella Teramo terremotata sentiamo tutto troppo distante e lontano, come è lontana la percezione di quello che questa città e tante altre stanno vivendo in questo periodo.

Dopotutto nessuno conosce le nostre storie quotidiane, storie di perdite e rinunce, di disperazione e coraggio, di voglia di ricominciare e andare avanti.

Ma chiunque si voglia avventurare nella sfida di progettare e costruire spazi per noi cittadini, deve avere la piena consapevolezza che noi non siamo numeri e statistiche, come nei più comuni piani regolatori e piani urbanistici.
Chiunque voglia accettare questa sfida deve sapere che la dovrà portare avanti insieme a noi. Noi che vogliamo riprendere i nostri spazi per vivere e per giocare, noi che rivogliamo quella saracinesca aperta.

Una cittadina teramana

Commenta

CAPTCHA

Commenti

noi che rivogliamo la nostra Teramo, con i suoi negozi, i suoi cittadini, le nostre chiacchierate, i nostri incontri con gli amici, l'aperitivo e soprattutto..... le NOSTRE CASE!!!
Rivogliamo i nostri punti di riferimento.