Non sono stanco. Non sono stanco a scrivere l'ennesimo articolo sulla notte teramana tra chi dorme all' Einstein, il porticato della ex Comi di viale Bovio, chi sotto il telone dei gazebi sempre di viale Bovio e chi all'interno dei cantieri edili sempre della stessa zona, vicino alla Questura. Il comune denominatore, un signore di origine indiana o pakistana che qualche mese fa era in attesa di documenti e ora è diventato un accompagnatore di comitive in attesa di documentazione. Storie su storie che continueremo a raccontarvi, tra chi lavora in bici, chi è appena arrivato per una solidarietà umana. Sottolineando ancora una volta che il capoluogo non ha un centro di accoglienza notturna; igienicamente l'emergenza si sente a naso e vi assicuro che tra la Villa Comunale e le stradine adiacenti viale Bovio, lo stato dell'arte fa urina da tutte le parti. Tu chiamale se vuoi, defecazioni.
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Ma perché cazzo si dovrebbero dare documenti a chiunque li richieda? Ma mandiamoli a fare in culo. Siamo letteralmente invasi, è ora di difendersi.
Forse non tutti sanno che il politico e filosofo pugliese Giovanni Bovio - a cui il viale è intitolato - fu un sistematizzatore dell' ideologia repubblicana. Sarebbe ora che, più modestamente, si provvedesse anche a "sistematizzare" questo "vialaccio", non dico sino al punto di trasformarlo in un boulevard de Paris, ma, almeno in un viale con una sua dignità. Ci si adoperi, quindi, per reperire lungo lo stesso o nelle adiacenze locali idonei alla realizzazione - come auspicato nell'articolo - di un Centro di accoglienza notturna, opera che farebbe fare un bel salto dì civiltà alla nostra città. Si sistemi, inoltre , come Dio comanda, l' irregolare fermata del servizio urbano, di fronte all'ex "Vincenzo Comi", dotandola di pensilina e panchina. Eppoi miglior cura degli alberi e tutto quanto il resto.