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Teramo e i burloni che appendono le biciclette...

di Giancarlo Falconi
1 minuto

C'è chi appende le scarpette al chiodo, chi l'amore, chi dovrebbe appendere l'idea di continuare ad amministrare, a fare il politico o a votare e poi, c'è chi in via Stazio a Teramo, nel tunnel di via Muzi, creato per mettere in sicurezza il mercato coperto, appende le biciclette. La seconda in pochi giorni. In fondo una volta c'erano i ladri di biciclette, oggi con la crisi è un po' tutto appeso. 

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Quella bici, insieme all'altra abbandonata in piazzetta (prima appesa ad un albero) gira nel quartiere da mesi, verosimlimente entrambe rubate. Il tunnel è un'indecenza: buio, sporco, pieno di rifiuti, defacazioni e urina. La circolazione nel quartiere è diventata insostenibile grazie all'inspiegabile chiusura di via stazio, attualmente adibita a ricovero di tavoli e sedie "covid" di un ristoratore, incomprensibile davvero, dato che il cantiere consente la carrabilità della via. Per favore, i due punti intervengano.

Non è da escludere che a Teramo si sia inventato un nuovo fenomeno che si potrebbe battezzare con il neologismo di 'Byciclefity' (bycicle+graffiti) sull' esempio dello 'Shoefiti', pratica consistente nel legare un paio di scarpe con i lacci e di lanciarle in aria di modo che rimangano appese ai fili della luce o del telefono, new fashion proveniente dagli Stati Uniti e sul cui significato circolano solo alcune ipotesi. In conclusione, proporrei, al momento, che la bicicletta appesa nel tunnel di Via Muzi sia giudicata come una semplice burla, ma se dovessimo vedere altri velocipedi appesi ad alberi, pensiline, segnali stradali ecc., allora sarà il caso di considerare la cosa come la nascita di un fenomeno locale e di interrogarsi sui suoi reconditi significati.

N.B. - Non avendo conservato copia del mio commento non so se ho scritto 'Byciclefiti', anziché 'Bicyclefiti'. La grafia esatta è 'BICYCLEFITY' poiché in inglese bicicletta si scrive BICYCLE.

Ancora: 'BICYCLEFITI' e non 'BICYCLEFITY', come, peraltro, già correttamente scritto in precedenza. Voglia, cortesemente, scusarmi, caro direttore: sono un po' confuso.