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" Mai più ritardi nel pagamento del Contributo per l' Autonoma Sistemazione" ...

di Giancarlo Falconi
4 minuti

"Ottimizzare i rapporti tra gli uffici del Sociale che rendiconta gli aventi diritto all'autonoma sistemazione e la Ragioneria che si occupa dei mandati di pagamento".
Il sindaco di Teramo, Gianguido D'Alberto è un fiume in piena.
" Un'unica corsia preferenziale per evitare ritardi burocratici o possibili rallentamenti, il contributo di autonoma sistemazione deve diventare una delle priorità amministrative".
Ieri mattina la Ragioneria ha provveduto ai pagamenti che saranno visibili sui conti correnti dei teramani tra giovedì e lunedi.
Questa mattina ci sarà il primo tavolo tecnico tra i dirigenti degli uffici del Sociale e Ragioneria, l'ass. al Sociale Simone Mistichelli e il Sindaco D'Alberto.
Il secondo passaggio verrà effettuato in Regione con la Protezione Civile che gestisce le somme da erogare.
Sarà la volta buona?
Noi controlleremo...intanto consigliamo la lettura di questo artioclo sulla stretta del Cas.
Una vera e propria riforma restringente su chi potrà beneficiare del contributo per l'autonoma sistemazione.

I sindaci, i governatori, la Protezione Civile, ne parlano a mezza bocca da un po’. Ritenuta indispensabile dal governo, ma temuta dalla popolazione, la riforma del Contributo di autonoma sistemazione, una vera e propria maxi stretta sui benefici, sta per arrivare. L’Ordinanza del Capo della ProCiv, Angelo Borrelli, è stata già inviata alla Corte dei Conti per le verifiche contabili ed è attesa per la fine del mese. Da quel momento, per il Cas, scatta una vera e propria rivoluzione.

Chi resta fuori

Rimarrà solo per chi dimostra di essere ancora nei tempi, o di aver già presentato la domanda, per ottenere il contributo per la riparazione dei danni (pesanti o lievi) all’abitazione danneggiata dal sisma, e per le badanti che assistono queste famiglie. Non sarà più concesso a chi ha costruito una casetta abusiva di cui ha chiesto la sanatoria (il caso di nonna Peppina), o a chi pur avendo la casa inagibile è proprietario di un immobile nello stesso comune o in un comune limitrofo e che non sia già affittato ad altri.

Contributo a chi va in affitto

Stop al Cas anche per chi non fosse rientrato nell’abitazione principale tornata agibile. Per chi era in affitto, ed ha preso in locazione un nuovo immobile, il Cas sarà sostituito da un contributo all’affitto, ma solo fino alla durata dello stato di emergenza (fissato a fine anno, salvo proroghe, dal decreto approvato oggi dalla Camera). Il contributo sarà pari al canone del nuovo affitto, ma non potrà superare in ogni caso l’importo del Cas attualmente goduto dal nucleo familiare.

Un mese per la dichiarazione

Tutti i nuclei familiari beneficiari del Cas, entro un mese dalla pubblicazione dell’Ordinanza, quindi all’incirca entro fine agosto, dovranno inviare al proprio comune una dichiarazione in cui attestano l’esistenza dei nuovi requisiti per l’ottenimento del bonus (ve li forniremo in dettaglio non appena l’Ordinanza, ora in bozza, sarà pubblicata). Gli stessi criteri valgono per le nuove richieste di Contributo o di assegnazione della Sae.

Danno lieve, Cas limitato 

Per chi non presenta la dichiarazione il Cas decade direttamente. I proprietari di abitazioni con danno lieve, si legge nella bozza dell’Ordinanza, avranno diritto a ricevere il bonus per la sistemazione autonoma comunque per un periodo massimo di otto mesi a far data dall’approvazione del progetto di riparazione e del contributo da parte dell’Usr. 

Contributo per delocalizzare

I proprietari di immobili inagibili e pesantemente danneggiati (E o F nella scheda Aedes) che decidessero di acquistare un nuovo immobile in uno dei comuni terremotati del Centro Italia potranno ottenere, al posto del Cas, un contributo economico. Non certo esaltante: 1.500 euro per un nucleo familiare di 5 persone, 750 per un nucleo di 1-2 persone.

Fine emergenza, Sae in affitto

L’Ordinanza stabilisce come principio che il Cas sia dovuto, nei casi regolamentati, fino alla riparazione della casa o fino alla fine dello stato di emergenza (dicembre 2018 salvo proroghe). A quel punto anche gli abitanti delle Sae, le Soluzioni abitative di emergenza, avrebbero il taglio dei contributi. Dovranno infatti riconoscere al Comune un canone di affitto, se volessero continuare ad occupare quelle strutture. (M.Sen.)

Fonte https://sibilla-online.com/2018/07/la-stretta-sul-cas-contributi-a-termine-e-per-pochi-poi-le-sae-in-affitto/


 

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