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Noterelle massoniche 30: “Symbolicum” e dintorni...

di Elso Simone Serpentini
7 minuti

E’ risaputo che la massoneria fa largo uso di simboli, che della “fratellanza” sono l’essenza stessa.
Il massone Pierre Mariel, nell’opera “Gli autentici figli della Luce”, afferma: “Il Simbolo è l’essenza stessa, la ragione d’essere della Massoneria. Ciò che è visibile è il riflesso di ciò che è invisibile. Ora, se noialtri Massoni ci esprimiamo mediante i simboli, ciò non è dovuto a un desiderio di distinguersi dagli altri uomini, ma bensì in base a una necessità che scaturisce dallo stesso configurarsi delle conoscenze. Il simbolo dunque, non è destinato a nascondere la verità. Il suo scopo è invece quello di selezionare coloro che, integrandosi a esso, si mostrano degni di accedere alla Realtà ultima”. (Christian Jacq, “La Massoneria: storia e iniziazione”, pag. 227).
Il significato dei simboli è il grande segreto della Massoneria, come scrisse Andrew Michael Ramsay (1686-1743): “Noi possediamo dei segreti, segreti che consistono in segni grafici e in parole sacre e che compongono un linguaggio tanto muto quanto eloquente, grazie al quale possiamo dialogare a distanza e riconoscere di primo acchito i nostri Confratelli, quale che sia la loro lingua” (citato in Ibid., pag. 227).

E’ partendo da questa stretta relazione tra simboli e massoneria che mi sono lasciato attrarre da alcune suggestioni e da alcune domande relativamente ad una realtà organizzativo-accademica di cui ogni tanto la stampa teramana si è occupata per alcune iniziative che hanno riguardato Teramo e soprattutto l’Università di Teramo. Come sempre, il mio pendolo personale ha oscillato tra coincidenza e identificazione di un rapporto stretto tra fatti. Cerco di ricostruire sommariamente il mio percorso di riflessione. Lo scorso giovedì 8 ottobre 2015 alle ore 10.00, nella Sala delle lauree della Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Teramo, è stato presentato il volume “La partecipazione (im)possibile?
La democrazia e i suoi percorsi evolutivi”, a cura dei docenti dell’UniTE Carlo Di Marco e Fiammetta Ricci, recentemente pubblicato da Giappichelli. Dopo i saluti del rettore Luciano D’Amico, del preside della Facoltà di Scienze politiche Enrico Del Colle e del presidente della Giunta regionale Luciano D’Alfonso, i temi del volume sono stati approfonditi da Giulio Maria Chiodi, coordinatore nazionale di “Symbolicum”, e Teresa Serra, dell’Università “La Sapienza” di Roma, per la sessione filosofica; da Paolo Maddalena, giudice emerito della Corte Costituzionale, per la sessione giuridica; da Everardo Minardi, dell’Università di Teramo, per la sessione sociologica.
E’ seguito un dibattito con gli autori e poi, nel pomeriggio, una tavola rotonda, introdotta da Carlo Di Marco e coordinata da Fiammetta Ricci, sulla prospettiva di una legge della Regione Abruzzo per la promozione della partecipazione popolare alla programmazione e alle politiche regionali e locali. Le conclusioni sono state affidate a Mario Mazzocca, sottosegretario alla Presidenza della Giunta regionale d’Abruzzo.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                 Tutta bella gente. Che cosa hanno in comune tutti questi illustri personaggi? E’ perfino ovvio chiedersi che ruolo unificatore possa avere “Symbolicum” e che cosa sia. Semplice: “Symbolicum” ha un sito, su cui compare un logo (ma sarebbe meglio chiamarlo per quello che è, un simbolo) che raffigura un serpente. Sempre sul sito, www.symbolicum, org, c’è l’elenco di cinque diversi Centri, così indicati: Centro Speciale sulla Simbolica politica e delle forme culturali - Como; Centro Europeo di studi su Mito e Simbolo - Messina; C.R.E.S.O. - Centro di Ricerca sull'Ermeneutica Simbolica dell'Opera d'arte - Napoli; Centro Ricerche di Iconologia Simbolica politica e del Sacro – Teramo; Centro Ricerche (in aggiornamento) - Trieste. Tutte belle città: Como, Messina, Napoli, Trieste e... Teramo. Quale onore per la nostra città! Cerchiamo di saperne qualche cosa di più. Clicchiamo... Che non si apra il link di Trieste è giustificabile, c’è scritto (in aggiornamento).
Che non si aprano i link di Como, Messina e Teramo no. E nemmeno che il browser continui a cercare inutilmente fino a quando non compare la scritta “Tempo per la connessione esaurito”.                                                                                                                                                                                                                                         E per chi ne vorrebbe sapere qualche cosa di più? Per fortuna c’è quello di Napoli, che si apre e rimanda... ad un sito (http://coelux.dfm.uninsubria.it/symbolicum/) dove il simbolo del serpente c’è ancora, ma c’è anche la copertina di una rivista, “Heliopolis. Culture civiltà politica”. Heliopolis? Ma qui si apre un mondo... un mondo di domande, di curiosità, di coincidenze.
Heliopolis? Rimbocchiamoci le maniche, qui c’è molto da scoprire... A presto.

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Uno noto rifondarolo, l'altra facente parte del cattolicesimo