Duecento cinquanta.
Duecento cinquata mutui, prestiti o risparmi.
Duececento cinquanta famiglie in grado di muovere un'economia sociale.
Duecento cinquanta dipendenti che stavano costruendo un polo in crescita esponenziale.
Cinquanta milioni di euro di fatturato in grado di poter raggiungere i numeri di un passato recente fatto di sogni imprenditoriali e sviluppi europei.
Il tempo che non c'è; non esiste, che corre veloce come le nuove commesse e la nascita di linee fondamentali per continuare a correre.
Due paralleli.
Il primo.
L'inchiesta sull'origine dell'incendio del pm Auriemma e dei carabinieri di San Nicolò, tenuta segretata e riservata, che si avvale del rapporto della pg dei Vigili del Fuoco e delle immagini delle telecamere aziendali.
Un filmato che vedrebbe l'accelerazione improvvisa delle fiamme.
Nulla verrà lasciato al caso e tutto, di quella notte, sarà attentamente controllato.
Frame dopo frame.
Il secondo.
L'universo della politica deve fare fronte comune intorno alla Richetti.
Il consiglio comunale, provinciale e regionale.
Il presidente Di Sabatino, potrebbe diventare l'interlocutore principale e i consiglieri regionali teramani, intendere una battaglia della difesa occupazionale come un punto fondamentale del masterplan.
"Enrico Mattei diceva "che se l'Italia sapeva fare le automobili, doevva imparare a fare anche la benzina".
Vale anche per Teramo.
Incontrare l'imprenditore siciliano Richetti, confermare la vicinanza delle Istituzioni, alzare la soglia dell'attenzione, potrebbe creare quell'entusiasmo fondamentale per i futuri investimenti e la salvaguardia della forza occupazionale.
L'unico sacro fuoco che non deve spegnersi.
L' anima del sogno imprenditoriale.
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