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Teramo: Lettera a Mons. Lorenzo Leuzzi

di Giancarlo Falconi
2 minuti

Caro Mons. Leuzzi….

Quando penso al mio Dio, alla mia religione, ricordo le lettere di un quaderno a quadretti e una donna minuta di quei minuti tra nonna e nipote. In quella stanza con il grande tavolo di legno ho sfiorato di labbra e occhi, le famose lettere di Padre Pio o di Padre Aurelio da S. Elia- Cappuccino, custodite da una donna che aveva la sua luce.
Iniziavano tutte con un caldo “Gentilissima anima”.
Caro padre Leuzzi questa è Teramo.
Una città che non può essere misurata per le sue buche, per la depressione economica, per la paura del terremoto, per la corruzione, per una politica senza visione, per la droga, per l’alcol e del domani non vi è certezza: non la guardi decadente, sotto la lente di quel viso corrugato dalla tristezza dei senza passione, soggiace un presepe perenne.
L’unico in Italia.
Eccellenza, i teramani, sonnacchiano non per stanchezza, pigrizia e ozio ma per amore dei sogni.
Li acchiappiano ma non conoscono gli arcani del ritorno.
Viverli.
Quell’emotivo baratto che diventa un ratto coatto che si arrabatta senza pensieri.
Lei potrebbe con la nostra Chiesa aprire la porta che divide il quotidiano dalla speranza.
Abbiamo bisogno, ma non della carità, ma non di una parità di fato, abbiamo bisogno di credere nell’unica arma che possa sconfiggere il brutto nelle nostre mura.
L’educazione.
Lei potrebbe riempire Teramo di oratori, sale di lettura, campetti per fare sport.
Uno per ogni chiesa. Biblioteche dell’anima e del corpo. Potrebbe regalare ai nostri ragazzi un’altra Teramo che sia lontana dal fondo di una bottiglia o dal riflesso falso di una droga che non è mai buona ma solo cattiva, violenta, ladra di vita.
La chiesa di strada. Quella dei mantelli a terra. Veli di sera.
La cultura verso il prossimo come unica fede.
La misericordia in gloria.

Benvenuto nella sua Teramo…
 

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Commenti

Qua mi sei proprio piaciuto Falconi.
Propositivo. E su un argomento probabilmente più importante tra le tante questioni importanti che tratti.
Magari il nuovo Vescovo riuscisse a convincere i parroci teramani a fare quello che don Arturo ha fatto e continua a fare - invidiato e osteggiato dagli invidiosi, ma tanto lui tira dritto forte delle sue 90 primavere - da 50 anni a Teramo.
E le ragioni sono quelle che tu citi, quelle di don Giovanni Bosco: togliere i, ragazzi dalla strada, per dare loro uno scopo, un indirizzo di vita.
Quanti sono i ragazzi e le ragazze passati tra le magiche mura della chiesa dell'Annunziata a Teramo e quelle delle parrocchie (Garrano, Piano della Lenta, Castagneto) dove è stato e continua ancora oggi, a 90 anni, ad essere parroco o ai campi estivi in montagna? Non esagero se dico migliaia.
E sono sicuro che a tutti quelli che hanno intrapreso la propria strada, ripensando ai tempi che furono, scappera' un sorriso.
E a ben pochi, se non nessuno, tra coloro, verrà in mente di scrivere sui muri con uno spray, di sprecare del tempo in un bar, davanti ad una bottiglia, di sprecare la vita con le droghe.
Perché con i suoi biliardini, ping pong, campetti di calcio, le"scalate" in montagna, ci ha insegnato l'amore per la vita, per il lavoro, per lo sport, l'aria aperta e l'avventura.
Possa il suo essere un esempio da emulare, mai una ragione di rancore e di invidia.
Perché se i giovani preferiscono un prete ad un altro, forse sarebbe il caso che l'altro si facesse un esame di coscienza. E si desse da fare.
Grazie "don" per tutto quello che hai fatto per noi.
Grazie Don Arturo, l'unico prete ancora con la tonaca.

Gran bell'appello ed invito quello da te lanciato Giancarlo al nuovo Vescovo,che spero verra' raccolto.......dal nuovo Vescovo di Teramo.

Io auguro al nuovo vescovo poca politica e al contrario di falconi poco sociale e tanto Cristo, che oramai è diventata una parolaccia impronunciabile pure per certi preti tiepidi. Nella diocesi di un gigante della Chiesa italiana, mi riferisco ad Abele Conigli, auguro al nuovo vescovo di andare incontro a migliaia di persone sole, emarginate non semplicemente per soldi, a famiglie non più famiglie, a ragazzi senza esempio e senza genitori, ad anziani abbandonati e addolorati, le auguro di essere un vescovo senza timore di essere segno di contraddizione rispetto alla rotta del mondo.

Don Arturo...perla rara. Appunto, gli altri parroci si facessero un esame di coscienza. I giovani si allontanano dalle comunità dato che i parroci sono presi sempre dall'apparire, dal predicare bene e poi razzolare male. Ci vogliono le palle per tenersi stretti i giovani , linfa vitale. Ci vuole coraggio, attitudine e tanto amore. Ma meglio accerchiarsi di tanti giullari di corte pronti a fare tante reverenze per il solo apparire e non per essere.

Per RINASCENTE, magari ci fossero più' parroci come don Arturo
Quando stava nella mia parrocchia, ricordo l'oratorio pieno di ragazzini, il gruppo scout, i pomeriggi in parrocchia con il bigliardino o a giocare a pallone in palestra o semplicemente a dare una mano alla parrocchia. I nostri genitori stavano tranquilli perche sapevano che stavamo in parrocchia e avevamo le giornate impegnate e ogni volta imparavano qualcosa di nuovo e utile.

D Accordo in toto con J a c k!

@Jack. Premetto che il Suo commento è positivo e propositivo, e per questo ne apprezzo il contenuto.
Mi permetta di dissentire dal fatto che Lei annulli la funzione sociale della Chiesa.
Si contraddice nello scrivere "....auguro al nuovo vescovo di andare incontro a migliaia di persone sole, emarginate non semplicemente per soldi, a famiglie non più famiglie, a ragazzi senza esempio e senza genitori, ad anziani abbandonati e addolorati, le auguro di essere un vescovo senza timore di essere segno di contraddizione rispetto alla rotta del mondo". Ha elencato forse senza rendersene conto gli obiettivi della Dottrina Sociale della Chiesa!
Falconi, con I Due Punti penso voglia sollecitare proprio questo!
Non è solo la preghierina che ci fa essere più bravi e più buoni.
Papa Francesco docet.
La chiesa teramana deve abbandonare i salotti dove la Teramo bigotta è molto attenta ed abile a tessere rapporti sociali per finalità che nulla hanno a che fare con Cristo e con la religiosità che esso esprime. Un caro saluto.

PDL
Hai perfettamente ragione!
Nessuno più ha il coraggio di fare le cose fatte da don Arturo nelle parrocchie, basta fare un giro in esse e vedere le comunità parrocchiali come sono cambiate.
Un appello ai parroci: iniziate a prendere esempio

Mi auguro che questo Monsignore ci aiuti a ritrovare la strada perduta e cioè quella di aiutare il prossimo indigente,che vive senza lavoro,che non ha soldi a sufficienza per il giusto decoro che ci faccia tornare ad AMARE ...!!!
Grazie Mons Lorenzo?

X Pino, parlo di dottrina sociale della Chiesa, si, non è assolutamente contraddicente quello che ho scritto, il "sociale" nell'accezione comune è altro. Il primo compito della Chiesa non è la religiosità, ma l'annuncio di una buona notizia per tutti, che è un fatto: Cristo che è morto ed è pure Risorto! Che la vita ha un senso più grande. Fatto ignoto ai più anche a quelli "religiosi". Il cristianesimo è innanzitutto questo, l'iniziazione cristiana, poi la vita cristiana con il nutrimento dell'anima che è la Preghiera (il 100% dei preti che danno scandalo ad esempio, non prega da anni, fanno i cottimisti delle messe, fonte: uno che li spreta), poi i Sacramenti, poi le Opere, che ti vengono scontate, l'aiuto al prossimo, effetto e non causa. Il Papa di cui si abusano e spesso si estrapolano citazioni, dice sempre la Chiesa non è una ONG. La Chiesa non è una ludoteca, un centro culturale o un campo sportivo. Fa anche questo servizio, ma non è la ragione prima. Un Vescovo certamente deve affrontare temi correnti (e dalla stampa sapremo solo quelli), ma prima di tutti deve pensare ad una "parolaccia" le ANIME.

@Jack.
L'eterno dilemma dell'Homo religiosus. L'eterno dilemma della funzione sociale dei dogmi.
L'eterna guerra tra conservatori e riformisti.
Papa Francesco non piace ai conservatori estremisti.
L'eterno dilemma tra i praticanti e non praticanti (io non sono praticante). Tra chi prega e chi non prega o non sa pregare (io non so pregare). La Chiesa educa alla preghiera ?
La via per tutti (chi crede e chi no, chi prega e chi no, laici o no) ritengo sia una concretezza etico-sociale per cui l'attività secolare si presenta come forma sociale dell'amore per il prossimo.
Non può che far semplicemente bene a tutti!
P.s. Caro Jack, naturalmente è difficile e limitativo affrontare queste problematiche in un post.
Probabilmente siamo sulla stessa frequenza ma seguiamo vie diverse di ascolto. Bene così.
Buona giornata.

credo che l'educazione sia l'unica cosa che manca in questo paese e che un minimo di cortesiae di gentilezza non fanno che migliorare i rapporti umani. Rinnovo i mie saluti anche se non mi intendo di politica

l'educazione e la gentilezza sono alla base dei rapporti umani. Grazie