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L'Asl di Teramo e la sanità privata

di Giancarlo Falconi
8 minuti

Oggi inizia la nostra inchiesta sulla sanità privata alla teramana. Un lungo viaggio dove vi racconteremo, prestazioni, politici, assunzioni, contratti e altre zone d'ombra. Nel frattempo, il segretario della Uil-FPL, Tonino Di Giammartino ci scrive "

Premesso, che presso i Laboratori Analisi dei Presidi Ospedalieri della AUSL (con particolare riferimento al Presidio di Teramo in quanto sottoposto a carichi lavorativi più gravosi), vengono rilevati quotidianamente grosse criticità per una ormai cronicizzata carenza di personale tecnico, con conseguenti ricadute negative sia sui pazienti che sulle prestazioni sanitarie;

-che le lagnanze espresse dai lavoratori interessati siano tutte condivisibili e meritevoli di migliori attenzioni, in quanto, concettualmente, inerenti il tema del “benessere organizzativo” o “salute organizzativa”, (semanticamente intesa come la capacità dell’organizzazione di promuovere e mantenere il benessere fisico, psicologico e sociale dei lavoratori per tutti i livelli e i ruoli), a seguito dei cambiamenti unilateralmente introdotti -lavoro notturno in forma solitaria ed in assenza della guardia medica attiva- al punto da alterare, in senso peggiorativo, il “clima interno” (in passato, con il precedente assetto organizzativo, al turno notturno partecipavano almeno due unità, un medico per la validazione dei referti ed un tecnico);

Ricordato che, la materia relativa al lavoro solitario o isolato (attività lavorativa in cui il lavoratore si trova ad operare da solo, senza alcun collega accanto e senza nessun contatto diretto con altri lavoratori), è disciplinata dalla legislazione vigente sulla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori (Decreto Legislativo 81/08 e s.m.i., nonché dal DPR 177/11), che, fra l'altro, ricomprende gli obblighi a carico del datore di lavoro per la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nell’ambito di lavoro notturno e/o lavoro solitario o isolato;

-che, con riferimento alle misure di prevenzione e protezione da adottarsi  la  Magistratura di vertice (Sentenza del 6 maggio 1985, n. 114/86) ha affermato che “le prescrizioni poste a tutela del lavoratore sono intese a garantire l'incolumità dello stesso anche nell'ipotesi in cui, per stanchezza, imprudenza, inosservanza di istruzioni, malore od altro, egli si sia venuto a trovare in situazione di particolare pericolo";

Ricordato ancora che, la scrivente Organizzazione Sindacale da tempo ed in tutti i modi ha rappresentato la situazione di disagio lavorativo venutasi a creare a seguito dell'introduzione del lavoro notturno in forma solitaria e correlate violazioni di legge oltre alle negative conseguenze, senza ricevere nessuna soddisfazione da parte dei vertici aziendali, nel senso che l'Azienda non ha sin qui inteso eliminare gli inconvenienti lamentati e, cosa più grave, non ha provveduto alle richieste inoltrate tese ad un effettivo  potenziamento del personale tecnico e medico da destinare ai vari Laboratori;

Valutato che, con l'introduzione del nuovo modello organizzativo, all'interno dei vari Laboratori Analisi, si è determinato uno scompenso organizzativo tale da compromettere il concetto di benessere organizzativo avuto riguardo che i lavoratori interessati (in funzione della particolarità e dei possibili rischi specifici relativi al lavoro notturno ed alle connesse misure di prevenzione e protezione per la tutela della salute), e oltre a patire disagi, scompensi ed annessi fattori di rischio, non ne comprendono le ragioni operative e, cosa peggiore, non ne condividono i valori, le pratiche, i linguaggi, tanto da diminuire le motivazioni e i significati intimi del lavoro;

Atteso che il contesto ambientale si è ulteriormente appesantito allorquando alcuni iscritti operanti nel laboratorio analisi del Presidio di Teramo evidenziavano talune anomalie nell'atto di liquidazione di ingenti somme relative alle c/d “attività aggiuntive”, sulla scorta di presupposti (901.000 esami), che in realtà sono da considerarsi frutto della abituale attività lavorativa svolta dal personale tecnico di laboratorio (non beneficiario della particolare indennità), durante il normale orario di lavoro.

Verosimilmente i rilievi mossi, non hanno  alleviato il clima lavorativo all'interno del reparto, anzi ne hanno accresciuto  i sentimenti di contrarietà fra i protagonisti.

(A proposito, questo Sindacato si ripromette di formulare richiesta degli atti relativi -relazione del nucleo di valutazione, delibera di liquidazione con relazioni annesse-, al fine di verificarne la correttezza e, all'occorrenza, la sussistenza di qualsivoglia anomalia o eventuali profili di conflitti di interesse);

 

Dato atto che la normativa vigente impone l'obbligo di valutare tutti i rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori, compresi quindi anche quelli derivanti da particolari condizioni lavorative, come appunto il lavoro solitario e di conseguenza devono essere adottate le necessarie misure di prevenzione e protezione e le relative procedure per eliminare o ridurre le conseguenze dei rischi individuati, oltre ai fattori addizionali di rischio  che sono:

-impossibilità o limitata capacità, da parte del lavoratore stesso, di allertare i soccorsi all'esterno del luogo di lavoro;

-difficoltà o impossibilità dei soccorritori, se e quando allertati, di accedere all'interno del luogo, dove è necessario l'intervento;

-ulteriore difficoltà ad individuare esattamente, una volta all'interno, il punto intervento in caso di situazioni complesse (in caso di lavoro notturno tali fattori addizionali di rischio sono aggravati anche dal fatto che viene pure a mancare la presenza casuale di persone che a diverso titolo possono frequentare il luogo di lavoro (fornitori, clienti, collaboratori, controllori, ecc.);

Atteso che, di fatto, si sta determinando un reale impoverimento delle strutture pubbliche secondo ipotesi inquietanti, prima fra le quali quella di determinare, verosimilmente, i necessari presupposti per facilitare la concessione di nuovi accreditamenti istituzionali per almeno 4 Laboratori privati di analisi da convenzionarsi con il Sistema Sanitario Regionale della Regione Abruzzo orientata a concedere nuovi accreditamenti  (negli ultimi tempi, in provincia di Teramo, il mercato di compravendita dei laboratori privati sta conoscendo nuovi e significativi impulsi: ecco chi ci guadagnerebbe dal possibile impoverimento delle strutture pubbliche, mentre a perderci, oltre ai dipendenti, saranno i cittadini);

Ritenuto che le odierne anomalie ben possano essere corrette e ricondotte nell'ambito legale e nella ragionevolezza, per scongiurare, appunto i profili di malessere lavorativo e le limitazioni funzionali ad esse anomalie connesse e conseguenti.

Diversamente, laddove eventualmente immaginato la prosecuzione di un disegno  inesorabile di penalizzazione della sanità pubblica teramana a tutto vantaggio del fiorente business dei Laboratori Analisi gestiti da privati, al netto di ogni altra considerazione, questa O.S. rimarrà attenzionata sugli esiti e sugli sviluppi della vicenda anche per mettere in campo le necessarie azioni di vigilanza e di contrasto a siffatta, sciagurata, ipotesi;

 

Ritenuto che la vertenza in difesa dei laboratori di analisi della sanità pubblica, oltre a rappresentare la difesa del diritto alla salute dei dipendenti ospedalieri, debba sostanziarsi soprattutto a vantaggio del servizio pubblico e dei cittadini utenti;

Valutato che ad oggi, tutte le richieste sono rimaste inascoltate e l’intero reparto sta vivendo momenti di enorme difficoltà con ricadute fortemente negative sulle prestazioni erogate, avuto riguardo che lo stesso personale, siccome sottoposto a turni e carichi di lavoro insostenibili e non messo nelle condizioni normali dell'operare, non riesce a fornire le prestazioni professionali abituali, quest'ultime caratterizzate da ottimi livelli di efficienza, efficacia e di qualità.

Inconsiderazionedelleragioni espressela scrivente Organizzazione Sindacale, sulla scorta del mandato ricevuto da parte del personale iscritto e/o simpatizzante, giudica didoveravviareleprocedureperunacontroversiasindacaleattraversolaproclamazionedellostatodiagitazionedelpersonalein servizio presso i laboratori analisi dell’Ospedale Civile di Teramo,oltreadunaseriediazionisindacalidaintraprendere,inclusalapossibilitàdi programmare (nei tempi, nei modi e la indicazione delle prestazioni indispensabili fissandone i criteri per la determinazione dei contingenti di personale tenuti a garantirle, previsti dalla Legge), giornate di astensione dal lavoro.  

La presente richiesta di apertura della procedura di conciliazione affinché si possa, intanto ristabilirelenormaliecorretterelazionisindacaliinunclimadibuonafedeecorrettezza, di poi, scongiurare gli effetti negativi della controversia ed in ultimo, addivenire ad una equa risoluzione delle criticità evidenziate.

Resta inteso che la scrivente Organizzazione Sindacale rimane a disposizione per qualsiasi notizia e chiarimento ritenuti utili per la conduzione del tentativo di conciliazione.

 

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