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Dieci Minuti: la Pasquetta e Davide Rosci...

di Giancarlo Falconi
2 minuti

C'era il sole nella Pasquetta teramana.
Alle due del mattino un tuono fragoroso, la pioggia incessante poi la luce.
Il corso era a macchia di leopardo.
Una piastrella si, due forse, tre no.
Una lucida, l'altra opaca, meno scivolosa, ghiacciante.
Un'esposizione senza forma ma con molta speranza.
Nel senso che è impossibile fare peggio.
Davide era accanto al gemello.
Uno con la barba, l'altro senza.
Il senso li univa.
Mi sono tolto la coppola, gli occhiali, ho posato il telefonino e non ho pensato a nessun selfie.
Autoscatto.
Sono nato negli anni 70, mi scuserete.
Un semplice abbraccio.
La sintesi della mia più bella pasquetta?
Nelle parole di Davide...Mazzarelle
" Rimango una persona corretta e diretta con i miei ideali.
Il Direttore del carcere è un ottimo dirigente e alla fine ci si abitua a quel modo di respirare senza aria.
Avrei voluto iscrivermi all'Università ma non ho soldi per pagare le tasse.

Lavoro nella lavanderia e rispetto le regole sociali, rispettando la mia condanna,  il mio essere e il mio credo.
Parlo con poche persone e mai e poi mai, potrei tradire un mio compagno.
Un giorno mi sposerò una ragazza capace di cucinare le mazzerelle...".


Nessuna retorica sulla giustizia, sulla condanna, sulla sofferenza.
Solo emozioni. 
Semplicità.
Onestà.

La crasi perfetta tra la libertà e le mazzarelle.
Congiunte dall'amore per Teramo, per l'importanza delle tradizioni e della libertà di espressione. 
L'attesa dell'affetto per il proprio territorio.
La capacità di vivere ogni briciolo, minuzzolo, bruscolo, granello dei momenti.
Briciole di brulicanti molliche di pane che portano al ricordo di un padre sempre presente.
La coscienza.
La fame di essere.
Il Teramo Calcio anzi, la Curva Est e il Teramo Calcio.
Il presente e non il futuro.
Oggi ho visto da ateo tanta presenza cristiana in Davide che in mille sermoni di sacerdoti stanchi e ripetitivi.
Un oratorio da strada.
Ecco cosa abbiamo perso.
La capacità di sentire e di ascoltare.
Siamo tutti un pò in carcere.
Davide è un detenuto, noi deteniamo noi stessi, in un soffocante sottovuoto di parole e di bugie riflesse.


 
 

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Commenti

Forse sara' la vecchiaia ma le tue parole mi commuovono .

No Antoine, Giancarlo è talento puro. Non esiste laurea o altra forma di indottrinamento. Le assicuro con le parole potrebbe scrivere capolavori. Solo che è chiuso con se stesso e non apre a nessuno. Solo il mio collega Befacchia potrebbe riuscire in una meritoria opera di convincimento. Vedremo.

Mi inchino alla tua capacità poetica di innalzare il quotidiano, anche triste; mi inchino alla dignità di una persona, che si può non condividere, ma che si ammira per la coerenza e il coraggio civile

una grande persona a Teramo.
Merita di essere liberato perchè puo dare molto per tutti i Teramani.