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Appello a difesa della Stampa Teramana...

di Giancarlo Falconi
4 minuti

Ai Parlamentari eletti in Provincia di Teramo; Al Presidente della Provincia; Al Sindaco di Teramo, Ai Sindaci di tutta la Provincia; Al Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Teramo; Agli Assessori e Consiglieri regionali eletti nella circoscrizione di Teramo; Alle Organizzazioni economiche e sociali della Provincia di Teramo; Alle Istituzioni e Associazioni culturali; Ai giornalisti della carta stampata, delle emittenti radiotelevisive e del web del territorio; Ai Cittadini di Teramo e Provincia. Appello Teramo e la sua Provincia patiscono ormai da anni una grave diminuzione di strutture e risorse che ne menomano ruolo e rappresentatività. Questa situazione di crisi costante vede la politica, come anche le organizzazioni espressione degli interessi economici e sociali di questo territorio, scarsamente capaci di arginare l’indebolimento progressivo di un’intera collettività. Per restare a processi ancora in corso, basti pensare al sistema bancario (si vedano le relative vicende che hanno interessato la Banca Popolare di Bari subentrata senza merito alcuno alla vecchia Tercas); a quello produttivo (il riferimento alla Camera di Commercio della Provincia di Teramo è sotto gli occhi di tutti); alla cultura (si ricordi en passant la nascita di una Soprintendenza autonoma a L’Aquila alla quale, d’arbitrio e con decreti agostani, è stato accorpato il territorio teramano, considerato merce di scambio, sottraendolo per competenza alla Soprintendenza regionale storicamente risiedente a Chieti).

Una emorragia che in tutta evidenza accentua il processo di impoverimento complessivo di Teramo e della sua Provincia. E’ in questo contesto che si inserisce la preoccupante crisi dell’informazione nel Teramano con le recenti difficoltà dei quotidiani “La Città” – con la messa in cassa integrazione della gran parte dei giornalisti contrattualizzati - e “Il Centro” – con l’annunciato trasferimento della Redazione di Teramo a L’Aquila. Le decisioni assunte dalle rispettive proprietà divengono i sintomi di uno stato di agonia sempre più marcato. Le logiche aziendali accampate, quandanche legittime, non possono in alcun modo giungere a prospettare un indebolimento strutturale del sistema informativo, né possono porre in secondo piano la necessità di rispettare pienamente e in ogni senso il lavoro e le professionalità dei giornalisti, soprattutto in un periodo come questo che stiamo vivendo.

La libertà di stampa necessita infatti di competenze solide che sappiano essere garanzia di equilibrio, trasparenza e rispetto del pluralismo e che sappiano porsi in un rapporto diretto con la collettività. Si tratta di elementi indispensabili per il progredire di una coscienza democratica tra i cittadini nel rispetto delle basi dello Stato di diritto. Rinunziare anche solo in piccola porzione alle prerogative dell’informazione locale (la cui funzione è diversa e tuttavia non meno importante di quella della informazione nazionale), equivale a rinunziare a porzioni più o meno cospicue di luoghi di confronto e di partecipazione dove può svolgersi pienamente la vita politica e civile di una comunità. Le vicende dei quotidiani “La Città” e “Il Centro” non possono perciò essere derubricate a semplice fatto che interessi solo gli addetti ai lavori: esse impongono una riflessione sull’urgenza di riacquisire consapevolezza del rilievo culturale e politico che l’informazione riveste per un territorio, sia nella sua funzione testimoniale, che in quella critica.

La Città e la Provincia di Teramo, che possono vantare una economia e una società civile vivaci e robuste; che hanno espresso storicamente una dignità culturale non seconda a nessuno; che possono annoverare una Università al cui interno vivono e prosperano Facoltà e indirizzi di studio che si richiamano alla comunicazione e informazione; che possono riaffermare senza tema di smentite le importanti tradizioni del giornalismo aprutino, non intendono tollerare una deminutio che suonerebbe oltraggiosa e procurerebbe disdoro a chi se ne rendesse responsabile e a coloro che non facessero quanto è nelle loro possibilità per impedire questa deriva.

Teramo, 16 Novembre 2020

Silvio Araclio
Manuelita De Filippis
Enrico Di Carlo
Sandro Galantini
Gianni Gaspari
Carla Ortolani
Stefano Pallotta
Luigi Ponziani
Roberto Ricci
Elso Simone Serpentini

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Commenti

Fate una società, metteteci i soldi e fondate una testata.
Semplice, no?
Oppure ritenete sia meglio chiedere alla politica (cosa, poi...?), per avere successivamente un debito con la stessa?
?????

"scarsamente capaci di arginare l’indebolimento progressivo di un’intera collettività. "

É un complimento !!!

Giusta nota. In molti condivideranno. Ma evidentemente non è solo un problema di libertà di stampa.
Avrei una domanda: dal 2.000 al 2020 quante copie ha perso il Centro? Per capire.
Grazie.

Bel tema. Sembra scritto quasi per dovere. Senz'anima.
Il De Profundis è riportato all'interno:"La libertà di stampa necessita infatti di competenze solide che sappiano essere garanzia di equilibrio, trasparenza e rispetto del pluralismo e che sappiano porsi in un rapporto diretto con la collettività".
Appunto.

Ma un po' di seria autocritica, no?