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Abruzzo: Il cratere sismico è un terremoto di tasse.

di Giancarlo Falconi
1 minuto

Vi raccontiamo uno scenario apocalittico dell'economia abruzzese.
Stagione 2014-2016.
La decrescita imprenditoriale in Abruzzo in quelle annualità è pari 
all'1,87%, in pochi numeri, due volte e mezzo l'indice nazionale attestatosi allo 0,77%.
I motivi?
Il terremoto, la nevicata storica, le infrastrutture, la mancanza di fiducia, la situazione bancaria con i vari fallimenti, le varie acquisizioni, i commissariamenti.
In una simile situazione lo Stato Italiano ha pensato bene di richiedere agli abruzzesi nel cratere la restituzione delle imposte sospese.

L'Aquila 2009, Italia Centrale 2016/2017.
Due terremoti, due trattamenti diversi.
Il Presidente emerito della regione Abruzzo Gianni Chiodi e il vice presidente del consiglio regionale, Paolo Gatti, hanno semplicemente richiesto la parità di trattamento, il comun denominatore dettato dal tempo e dalla modalità di rimborso dei tributi.
In poche parole due anni e mezzo dalla sospensione, la rateizzazione e il 40% della somma dovuta dal contribuente.
La storia fiscale, copertura finanziaria a parte, dovrebbe avere ogni tanto, i giusti corsi e ricorsi.
Non è sufficiente come dazio i 5000 sfollati della città di Teramo?
Un danno incalcolabile per la macchina amministrativa e per tutta la Città.
Altro che rimborso delle tasse, ci vorrebbe un risarcimento danni generale. 

...e non finisce qui...

 

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