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Ospedale Mazzini. La mia storia. Mi hanno salvato la vita. Grazie di cuore.

di Giancarlo Falconi
2 minuti

Le notizie più belle da scrivere? La Buona sanità e i lieti fine. Quando senza mezzi, senza le giuste attrezzature, solo l'alta professionalità e la giusta dose di attenzione, di sensibilità, salvano la vita. Il racconto è di una nostra lettrice che si commuove di cuore.

Si parla sempre di malasanità ma quando le cose vanno per il meglio tutto tace come se fosse scontato . Ma di scontato non c'è nulla ed e' per questo che ti racconto la mia storia. Giovedì scorso vado al pronto soccorso per l'accentuarsi di un fastidio al fianco destro . Subito prelievo di sangue, lunga attesa per la risposta quindi visita , eco, Tac e ricovero in notturna . Ci sono due masse di pertinenza uterina che stanno comprimendo i visceri in addome con tutti i fastidi possibili. La radiologa suggerisce una risonanza urgente confermata e sollecitata dal primario della ginecologia la Dott.ssa Marcozzi e dal Dott. Battistella. Il venerdì la situazione peggiora addome acuto intrattabile dolente , il primario chiede di nuovo la risonanza per capire meglio il quadro ma per motivi poco chiari anche agli addetti ai lavori ( manca il tecnico , la Macchina deve essere tarata per l'addome ecc) la risonanza non può essere fatta prima del lunedì successivo . Ma io non ho tutto quel tempo ed i medici devono andare alla cieca avendo tra l'altro una paziente con un quadro ematologico pessimo. Il sabato operano , tolgono la massa anomala della grandezza di un feto di 6 mesi, una crescita anomala e bizzarra mai vista , asportano l'utero salvano le ovaie per non mandarmi in menopausa a 43 anni, due trasfusioni , un taglio lungo l'addome ricucito in modo tale che non lasci segni ed un risveglio tra le attenzioni del personale medico e paramedico. Che dirti Giancarlo , la sanità non funziona ma ti garantisco che se non fosse per certi professionisti che ancora lottano in prima linea io non sarei qui a raccontare questa storia . I miei eroi? La dottoressa Anna Marcozzi , il Dott. Battistella ed il loro staff. Grazie di esserci

La parte più tenera della lettera aperta?

" La caposala al risveglio mi ha riempita di coccole così come molte delle infermiere forse non ci credevano nemmeno loro ma non le ringrazierò mai abbastanza .

Grazie a nome di noi tutti. 

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Commenti

Commovente veramente,Signora le faccio i migliori auguri e nel congratularmi con il reparto tutto della Dott.ssa Marcozzi,confermo la mia fiducia sul nostro Ospedale,dove abbiamo.ottime professionalita' ,che purtroppo spesso vengono disperse per mancanza di comunicazione e di informazione fra reparti, e soprattutto fra gli organi di informazione ed i pazienti.Ostacolo comunque facilmente suparabile con la sola buona volonta' da parte degli operatori.

Le professionalità ci sono, devo dire non tantissime, purtroppo c'è tantissima disorganizzazione, e moltissima politica che impedisce spesso il cammino verso l'eccellenza, sentire storie come questa ci fa piacere, ma non ci soddisfa al 100%.