Salta al contenuto principale
|

Francesca nella Teramo che sa amare, sa essere felice, sa ascoltare, sa danzare ma soprattutto fa sognare...

di Giancarlo Falconi
5 minuti

“Amiamo sempre troppo poco e troppo tardi” è una delle frasi di Roberto Benigni nella sua versione dei Dieci comandamenti. 

Su, su, svelti, veloci, piano, con calma, non vi affrettate.
Non scrivete subito poesie d’amore che sono le più difficili, aspettate almeno un’ottantina di anni.
Scrivete su un altro argomento, che ne so… sul mare, vento, un termosifone, un tram in ritardo.
Non esiste una cosa più poetica di un’altra. La poesia non è fuori, è dentro.
Cos’è la poesia? Non chiedermelo più, guardati allo specchio, la poesia sei tu.
Vestitele bene le poesie.
Cercate bene le parole, dovete sceglierle.
A volte ci vogliono otto mesi per trovare una parola.
Scegliete, perchè la bellezza è cominciata quando qualcuno ha cominciato a scegliere, da Adamo ed Eva. Lo sapete quanto c’ha messo Eva prima di scegliere la foglia di fico giusta? Ha sfogliato tutti i fichi del paradiso terrestre.Innamoratevi.
Se non vi innamorate è tutto morto.
Vi dovete innamorare e diventa tutto vivo, si muove tutto.
Dilapidate la gioia, sperperate l’allegria.
Siate tristi e taciturni con l’esuberanza.
Fate soffiare in faccia alla gente la felicità.Per trasmettere la felicità, bisogna essere felici e per trasmettere il dolore bisogna essere felici.Siate felici.
Dovete patire, stare male, soffrire.
Non abbiate paura a soffrire. Tutto il mondo soffre.
E se non vi riesce, non avete i mezzi, non vi preoccupate, tanto per fare poesia una sola cosa è necessaria: tutto.
E non cercate la novità. La novità è la cosa più vecchia che ci sia.
E se il verso non vi viene da questa posizione, da questa, da così, buttatevi in terra, mettetevi così.
E’ da distesi che si vede il cielo. Guarda che bellezza, perchè non mi ci sono messo prima?!

Cosa guardate? I poeti non guardano, vedono.
Fatevi obbedire dalle parole.
Se la parola è “muro” e “muro” non vi dà retta, non usatela più per otto anni, così impara!
Questa è la bellezza come quei versi là che voglio che rimangano scritti lì per sempre..
Forza, cancellate tutto". ( Roberto Benigni) 

Quando ho ricevuto quella telefonata avevo il groppo in gola.
Il galoppo del cuore che si prova quando si assiste a uno spettacolo di Paolo Di Sabatino, alla nascita di uno schizzo di Carmine Di Giandomenico, i miei sindaci ideali nel mio mondo immaginario, scritto da Calvino e tradotto da Montale e quelle scale che scendeva con l'amore di una vita...

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

...come si può rispondere a una telefonata che ti chiedeva a nome di tanti voci di ringraziare una maestra di vita e danza.
Francesca Di Boscio e il suo Backstage. https://www.youtube.com/watch?v=OnnH4SVsk1Q
Un saggio tra i saggi che diventa il viaggio di una vita attraverso la ricerca della felicità, della diversità dell'amore, dell'etica e della morale dei sentimenti.https://www.youtube.com/watch?v=CP6FsQpy1RI&t=1s
La disciplina del tam tam. 
Non si può scrivere cosa si prova a leggere, se in ogni passo della scenografia vive una parte di noi stessi; non si può seguire quei piccoli passi scrivere con le nostre orme, impronte di una generazione che cambierà di bellezza il mondo; dondolo in braccio all'ultimo degli anziani che si sente bambino e quella ragazza che non si credeva leggera, si è ritrovata alla fine farfalla.
I fiori di Raffaele Daidone e l'ospitalità di Luigi Aurelio Pomante rappresentano solo una nota a foglia nel diario, memoria di Francesca, il resto è turbamento per uno spettacolo che è stata neve di montagna e sale di mare, memorie di boschi lontani e vecchie nascite in casa, un bagno di luna, il riflesso di un sospiro di stelle, di parole imboccate da una carezza, di proverbi antichi, batti vecchi da mani che si intrecciano d'amore, stringendo di rughe il tempo; famiglie che si ritrovano davanti a un caminetto fatto di racconti e quella umanità mai sopita ma che rappresenta la salvezza di domani.
Il calore, il tepore, l'abbraccio che si prova insieme, ecco, l'empatia che rende tutti nello stesso istante armonia di uno stesso sorriso.
Francesca...

 


 

Commenta

CAPTCHA

Commenti

Alla fine del saggio mi sono commosso rapito da quella danza diversa, unica che non ha distolto dalle difficoltà nel compiere i movimenti ma ha reso l’anima leggera e infuso quella enorme gioia di vita da manifestare e rendere contagiosa, e conservare in un dono intimo di prezioso amore.
Grazie Francesca e grazie a tutti i tuoi ragazzi ‘speciali’ di questa magica coreografia di vita