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Voglio tornare a leggere la firma di Patrizia Lombardi...

di Giancarlo Falconi
4 minuti

Questo è un mondo strano.
Un mondo in cui il silenzio uccide le emozioni.
Un mondo in cui le emozioni vengono adottate dalle mortificazioni.
Un mondo in cui tutti si sentono dei numeri uno e si dimenticano del senso aureo.
Un mondo in cui non si fa attenzione ai particolari, in cui si perde il senso del totale.
Un mondo in cui i conti si fanno alla fine ma solo con se stessi, quel grande vero giudice della coscienza che arriva per tutti, senza ritardi.
Fidatevi e contatevi le rughe.
Io sono un lettore.
Ogni giorno acquisto un giornale nazionale a rotazione e i tre locali perchè amo il sapore e l'unto della carta che si increspa al sole, che ti macchia con la brina, che assorbe il sapore del caffè e dei cornetti, che legge di quel rossetto di aspettative, che ti racconta dove sei stato e dove hai iniziato la giornata.
Il giorno della marmotta che si ripete ad ogni alba e muore dopo ogni tramonto.
La fenice. 
I giornali hanno un'altra vita, altro tempo, sono romantici.
Amo le firme perchè studio i ritmi delle parole, le contrapposizioni, i valori, la musicalità dei pensi e ripensi storici.

Poi leggo un pensiero di Patrizia Lombardi, storica firma de Il Messaggero e da anni del quotidiano dei miracoli, La Città.
 

" Ho sempre detestato il pettegolezzo villano praticato, come la raccolta differenziata, porta a porta...quello che striscia, serpeggia e pensa di poter far male...Fb è una meravigliosa opportunità per parlare agli amici, ai semplici conoscenti, ai curiosi, a chi ci spia livido di invidia da sempre...a chi ci guarda con tenerezza e pure a chi ci gufa avvelenato sperando in un nostro possibile schianto contro il muretto di casa...per questo hio scelto un saluto fatto dal social (nn potrei fare altrimenti per raggiungervi nel più ampio numero possibile) a quanti mi hanno seguito in questi anni di professione giornalistica leggendo le mie cronache politiche e di bianca...è per dirvi che nn vedrete più la mia firma lì dove eravate abituati a cercarla ogni giorno..capita che le strade, professionali o umane, si separino...ringrazio tutti i miei lettori ( e se uso l'aggettivo "miei"lo faccio a ragione e senza presunzione) dell'affetto e della complicità che mi avete regalato e che io ho contraccambiato sempre muovendomi nei parametri della correttezza professionale di cui dà la cifra il fatto di non avere collezionato smentite...io credo che la storia personale di ognuno di noi sia lì, e parli...ci racconti agli altri...la mia - come mi ha suggerito un collega che stimo molto - la potete leggere nelle cronache cittadine degli ultimi vent'anni... dai giornali nazionali più prestigiosi a quelli di minore respiro...sempre scrivendo con la stessa dignità e onestà intellettuale...Mia nonna usava dire che chiusa una porta si apre un portone...e chissà che non funzioni così davvero... sempre spurgato il tutto dalle umane bassezze...dal cono d'ombra maldigerito...Di una cosa sono sicura: non so ancora in che modo ma riprenderò presto a raccontarvi la città che amo e lo farò nel mio stile fatto, me lo dico da sola perché me lo avete sempre sottolineato voi, di onestà e serietà ..Sono una combattente, chi mi conosce lo sa....vi terrò aggiornati e voi tenete aggiornata me ... Consequenziale il cambio di numero di cellulare: cancellate il vecchio e appuntatevi il nuovo:389/6662450. Un abbraccio e un sorriso♥..

Non ci sto da lettore, da amante delle parole, da citatore dei Dalmati, da attore di questo quotidiano.
Una decisione che non si comprende e che tende a rendere lo sfogliare di pagine di tanti amici e amiche increspate dall'assenza. 
Aspetteremo di leggere ancora Patrizia in un'altra avventura ma la mancanza richiama la lontananza per un ricordo di bellezza, la brezza che ti accarezza l'anima. 
Amo La Città e oggi, più di prima, mi accorgo che ogni mondo è Paese e per i sentimenti bisogna cercare in un altro luogo...

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Commenti

Le auguro cara Patrizia,come diceva Sua nonna:"Che chiusa una porta.......le si aprirà' un PORTONE."
Carlo

Giancà, anche no.

la verità è una storia diversa. Non ti innamorare.

Questa notizia mi addolora. Potrei racontare una ventina di aneddoti, tutti legati ai miei 5 mesi di assessorato, in cui le doti umane e professionali di Patrizia sono emerse davanti ai miei occhi; potrei elencarvi i gesti anonimi, timidi e disinteressati - affettuosi e professionali - che confermano ancora di più tutto lo sconforto di cui Giancarlo ha scritto sopra. Un caro abbraccio di stima e ottimismo per il futuro a Patrizia da parte mia: la vita è una serie di collisioni con il futuro e tocca scavare la roccia con le unghie.

Aridateci Pat-Lob.

Credimi Patrì, il nostro affetto nei confronti di Stefano e nei tuoi, pur al momento non leggendoti, non mi allontanerà un solo millimetro da Voi.
Giancarlo, Marisa, Giordana

Guarda avanti
Sensibilità istruzione e carattere non mancano
Opportunità altrove

A defaberibuspostale@libero.it
Mi scusi Signore,se la verita'è una storia diversa, come Lei sotto dice,
e se è' lecito conoscerla,perché allora non c'è la spiega
Io ritengo e credo che su Patrizia Lombardi , sulla quale ci sono già' diverse testimonianze di affetto e di stima professionale,lei non avrebbe dovuto far filtrare simili dubbi.

Giancà...entro in punta di piedi solo per dirti grazie delle parole che hai voluto dedicarmi. Perché, conoscendoti, so che non saprebbero essere vuote ...pesano invece di affetto e di stima, pure se tu sei un inguaribile guascone, e questo in un mondo professionale difficilissimo e affilatissimo non è roba per tutti. La colleganza sorella non è alla portata di tutti nella galassia della comunicazione, perchè implica cuore e cervello...e di questo non finirò mai di ringraziarti e di volerti bene...mi hai fatto ritornare in mente altre parole che avevi usato per me in un'altra situazione, in quel caso felice, sottolineando con polvere di grazia assoluta come in un'occasione celebrativa io fossi con lo sguardo perso altrove, nell'orizzonte di situazioni assai opesanti che penalizzano la mia vita. Lo hai fatto con una delicatezza e un volo alto che sapeva di letteratura intesa non come puro esercizio di stile ma come il saper fare di un'emozione un acquerello. Non è un caso se quelle parole poi le ho stampate e le conservo con me, perché mi sono sembrate il segno di affetto più alto che fosse arrivato ad una donna vestita sempre di nero e un po' a lutto con una vita molto dura, spigolosa al punto che devi guardarci dentro in profondità per trovare una ragione per volerle bene. Una donna che ama la penna, a volte tenendola in mano come una margherita altre volte brandendola come una katana. Una che ama profondamente raccontare lo scorrere della vita all'ombra del campanile e i gossip sotto i portici i Fumo, come si chiamavano quando ero bambina...Sai che sono molto riservata e l'aver reso pubblico il mio cellulare su Fb è stato per me un atto di coraggio coraggiosissimo: gli squilli non mi danno tregua, rispondere a tutti non è possibile, richiamerò io un po' al giorno. Ma è bellissimo perchè, quando si spunta la penna, di solito scende il silenzio. Ti voglio bene e ti abbraccio, altro cantastorie appassionato di questa città. Abbraccio Marco Chiarini, per me davvero un'anima empatica con cui ci siamo trovati e che mi ha stupito, all'epoca, per il suo essere splendidamente un extraterrestre sullo scranno...il confronto è stato intenso e non ho potuto che indirizzargli il classico chapeau che si riserva a chi, oltre che sensibile e intelligente, è anche coraggioso... E che dire all'amico Scalone? Che gli voglio bene e che quel famigerato "pagellino" (che alcuni assessori e consiglieri del tempo avevano dedicato ai giornalisti di cronaca politica) dove mi aveva etichettata come "dark lady del giornalismo teramano" ha segnato un 'epoca. A Giancarlo Puritani voglio solo dire che le sue parole mi arrivano dritte al cuore perché sono quelle di un grande uomo (e posso dirlo per la pratica della vicinanza) che ha messo in campo sempre passione per il bello e compassione per i momenti meno fortunati degli altri, lavorando di cuore e cervello. Un gentiluomo, onorata di esserne amica. Ti rubo ancora un po'di spazio per abbracciare tutti, ma proprio tutti, quelli che attorno al tuo articolo e al mio post hanno fatto quadrato dimostrandomi affetto. Da ultimo,(e qui torna in campo la ferocia della vecchia Patty) un pensiero pieno di affetto lo dedico all'anonimo Guido che tra i commenti ti esorta con un "Giancà. ma anche no"..Della serie, speriamo di non dover leggere di nuovo la Lombardi...O Guì, non so chi tu sia ma sono contenta del tuo inciso: mi piacciono le voci fuori dal coro e non si può piacere a tutti. Esiste però la libertà di scelta: puoi non apprezzare il mio stile e le mi cronache, ci mancherebbe!, ma basta non leggerle e dedicarsi alla settimana enigmistica. Giancà, speriamo presto di poter tornare a confrontarci, con stima e affetto, in punta di penna. E che penne, o Guido, lasciamelo dire!

Ciao Patrizia, per me che sfogliavo il tuo giornale soprattutto per leggere i tuoi articoli, la Città si è svuotata come il quartiere di Colleatterrato dopo i terremoti. Ti ringrazio per la tua onestá intellettuale e per il coraggio che hai dimostrato nel raccontare senza peli sulla penna le tristi e fosche vicende legate all'appalto dei parcheggi a pagamento. Sono certo che non avrai grandi difficoltà a tornare presto al tuo amato e prezioso lavoro, nonostante l'allergia di certi editori nei confronti dell'informazione libera e obiettiva. Un abbraccio forte da me e da tutti i parcheggiatori della Tercoop.

Patrizia, se permetti, tra la settimana enigmistica ed il giornale per il quale scrivevi non vi sono molte differenze!
Ah, grazie per l'anonimo....perché se uno la pensa diversamente, va etichettato come "anonimo"

Senza offese per nessuno, non mi piacevano gli articoli della Lombardi come non mi piacciono quelli della De Troia.
Se devo scegliere, scelgo Giancarlo.

Si augura alla bravissima Patrizia Lombardi un clamoroso balzo in avanti nella sua " angusta" carriera; che so, un contratto di collaborazione con "Il Fatto Quotidiano" o "Il Manifesto" per raccontare un'Italia "nazional-provinciale" come ha fatto a Teramo in questi anni di attività giornalistica. D'altronde una penna come la sua non può rimanere inoperosa: è nata per scrivere. Speriamo che non si debba ridurre a scrivere su "I Due Punti", ma - naturalmente - si scherza...
Ad maiora!

Sui  Due Punti?
Per noi sarebbe un onore ma Patrizia merita altri palcoscenici e soprattutto un editore capace di soddisfare anche altre primarie esigenze.