Lo studio è della professoressa Francesca Gastaldi dell'Upb.
Pubblicato tra l'altro da la Repubblica e Voce Alta.
La neo pagina facebook del teramano, Game off, la grande attività di sostegno e cura del Sert, dell'asl di Teramo, la nostra attività di cronaca con i casi del tentativo di vendita di un motorino e delle lenzuola da corredo avevano un pò anticipato i risultati finali.
Leggiamo " A tutto il 2016 (dati più recenti disponibili) il gettito del settore dei giochi è pari a quasi 10 miliardi di euro, corrispondente allo 0,6 per cento del Pil e a oltre il 2 per cento delle entrate tributarie complessive. Il gettito (al netto delle vincite) complessivo è aumentato in modo significativo tra il 2006 e il 2010, passando da 6,7 a 8,8 miliardi di euro, grazie agli elevati tassi di crescita (superiori in media al 17 per cento annuo) relativi al comparto dei giochi di nuova generazione. Dal 2011, il gettito si è stabilizzato sugli 8 miliardi, nonostante la netta contrazione del gettito dei giochi tradizionali. Il picco del 2016 è dovuto congiuntamente alla ripresa della raccolta e alla revisione delle aliquote di tassazione verso l'alto", dice lo studio.Il mix di abitudine dei concittadini verso i giochi e tassazione elevata porta l'Italia al vertice per incassi. Come accennato, se si considera la spesa effettiva dei giocatori in rapporto al Pil, "nel 2015 l'Italia si collocava, tra i principali paesi europei, al primo posto (0,8 per cento), dopo il Regno Unito (0,7 per cento), la Spagna (0,5 per cento), la Francia (0,4 per cento) e la Germania (0,3 per cento). L'Italia veniva superata dal Regno Unito solo in termini di spesa effettiva pro capite (rispettivamente circa 355 e 362 euro annui, per la popolazione adulta)".
L'Abruzzo prima in Italia.
Considerando il numero di abitanti e le cifre giocate, l'Abruzzo spicca come la regione con la raccolta pro capite più alta (1.767 euro), seguito dalla Lombardia e dall'Emilia Romagna (rispettivamente 1.748 e 1.668 euro). Smentendo il senso comune della passione per i numeri e la cabala, nel Mezzogiorno "i valori medi della raccolta sono invece generalmente più bassi della media complessiva (rispettivamente 1.291 e 1.475 euro)", dice l'Upb. Ma il sentore popolare trova conferma se si approfondisce l'analisi considerando un ulteriore aspetto: rapportando la spesa per i giochi al reddito disponibilie, ovvero andando a vedere quanto del portafoglio di un abitante di una determinata zona d'Italia va a finire in azzardo, la propensione maggiore si trova nelle regioni del Mezzogiorno, "con una percentuale dell'8,3 per cento, a fronte di una media nazionale del 7,2 e di quella del Nord pari al 6,5 per cento. In questo caso, spicca la propensione relativamente più elevata in Campania e in Abruzzo (rispettivamente 10,2 e 9,7 per cento)".
Che dire?
Lo stato prima crea il virus del gioco e poi spende i soldi per l'antivirus.
Fate Vobis...
http://www.vocealta.it/economia/7465-nessuno-incassa-dal-gioco-d-azzardo-come-l-italia
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Commenti
La vostra attività di "cronaca", giusto, fine a se stessa. Mi sono offerta per un intervento di aiuto circa i due gravissimi casi enunciati e neanche avete avuto l'educazione di rispondere. A distanza di pochi giorni la stessa cosa accaduta con altri, per un caso di violenza sulle donne, oltretutto con minori elementi: stiamo già agendo.
Oltre le parole servono i FATTI, oltre la denuncia l'AZIONE.
Censurate, che non si sappia.
Il mio pensiero unicamente a chi vive l'inferno.
è solo ipocrisia, della cosiddetta ludopatia se ne sbattono le palle tutti : importante è solo la massa di denaro che muove.