Alla luce degli eventi occorsi nel recente Consiglio Comunale, riteniamo doveroso esprimere alcune riflessioni. Un’amministrazione comunale efficace deve essere guidata da una visione chiara e da una leadership autorevole. Quando un Sindaco si lascia condizionare da soggetti terzi, si certifica la sua incapacità di esercitare un ruolo di guida indipendente e lungimirante.
È innegabile che alcune figure, tra cui l’Assessore Cavallari e il Consigliere Core, abbiano esercitato un’influenza significativa sulle scelte del Sindaco. Non possiamo dimenticare l’episodio che ha preceduto le elezioni regionali, quando fu prospettata la rimozione dal Consigliere Core dalla maggioranza nel caso in cui un nostro Assessore avesse deciso di candidarsi alle regionali. Una candidatura che, lo ricordiamo, aveva come obiettivo principale il sostegno a Luciano D’Amico nella lista di Azione, un’opportunità concessa proprio da questa formazione politica, poiché nella lista di D’Amico era presente Cavallari.
Successivamente, dopo le elezioni regionali, si è verificato un atto di inaudita gravità: l’esonero dell’Assessore in questione, insieme alla De Sanctis, a soli dodici mesi dall’elezione. Una decisione che ha rappresentato un vero e proprio schiaffo alla volontà popolare, considerando il consenso nettamente superiore ricevuto dai due rispetto ai loro sostituti. Ancora oggi, la cittadinanza manifesta il proprio consenso a chi è stato ingiustamente estromesso, segno di una profonda frattura tra l’amministrazione e la comunità.
Analogamente, l’Assessore Cavallari, nonostante i ritardi certificati nella ricostruzione e le ripetute promesse rimaste disattese, è stato supportato in maniera importante dal Sindaco per farlo eleggere in Regione. Un’operazione portata avanti con un impegno sproporzionato, in netto contrasto con quanto accaduto nel 2018, quando la nostra lista – guidata da Di Bonaventura, Paolo Di Sabatino e Piergiorgio Passerini – fu promotrice della candidatura dello stesso Sindaco, a differenza di Cavallari, che si presentò contro di lui e non lo sostenne al ballottaggio.
Saper parlare è una qualità apprezzabile, ma amministrare una città richiede ben altro: servono visione strategica, autorevolezza e capacità decisionale. I fatti parlano chiaro, e ciò che emerge è una città in declino a causa di scelte amministrative errate, nonostante le ingenti risorse statali disponibili negli ultimi anni.
Il fallimento è evidente su diverse questioni cruciali:
Il PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile), che continua a sollevare perplessità;
La gestione dei parcheggi a pagamento, che penalizza il commercio e allontana i cittadini dal centro;
I cantieri, che procedono con disorganizzazione e senza una visione d’insieme;
Lo stadio, la pista ciclopedonale e la delicata questione dell’istituto Delfico.
Proprio sul caso Delfico, l’azione del Sindaco si è rivelata del tutto insufficiente. Si è trovato di fronte a una decisione unilaterale del Presidente della Provincia, che ha acquistato i moduli scolastici senza avere prima ottenuto le autorizzazioni necessarie o il parere del Consiglio Comunale. Ancora oggi, attendiamo risposte chiare sulla richiesta di dissequestro dell’edificio, una decisione che sarebbe auspicabile per evitare ulteriori danni al centro storico, già duramente provato.
Questa amministrazione prosegue nel suo percorso tra evidenti difficoltà, con pochi consiglieri realmente liberi di esprimere il proprio pensiero, mentre la maggior parte si muove secondo logiche di fedeltà ai vertici. È evidente che il secondo mandato sta procedendo in modo incerto e balbettante, con conseguenze inevitabilmente negative per la città.
Una cosa è certa: questa amministrazione non sta dimostrando amore per la propria comunità.
Teramo Vive
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