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Il pericolo in Abruzzo e sulla costa adriatica. Tornano le Trivelle...

di Anonimo
2 minuti

Rimaste ai margini della campagna elettorale, le trivelle irrompono di prepotenza sulla scena dell'imperituro conflitto tra chi è a favore e chi è contro l'attuale modello energetico, accentratore e fondato sullo sfruttamento delle fonti fossili.
Complice la "politica" che fino ad oggi ha lasciato fare il bello ed il cattivo tempo alle compagnie Oil&Gas, la sentenza del Consiglio di Stato ha dunque rimosso ogni residuo ostacolo alle attività della compagnia inglese Spectrum Geo nel Mare Adriatico in un'area vasta 30.000 kmq.

"Palazzo Spada", a cui negli ultimi anni un noto settimanale ha rimproverato più di una debolezza, ha operato un'ambigua discriminare tra attività di prospezione ed attività di ricerca diu idrocarburi in mare: il rigetto dei ricorsi presentati dalle Regioni Abruzzo e Puglia, e dagli Enti LOcali ne è stato l'ovvia conseguenza.

"La ricreazione è finita!" chiosa il Prof. Enzo Di Salvatore- padre del Referendum No Triv e di numerosi ricorsi contro lo Sblocca Italia e più di un Disciplinare-tipo- "La battaglia contro le trivelle non si vince unicamente impegnandosi fino allo sfinimento nelle aule dei tribunali, armati di codici e studiando ogni utile strategia giudiziaria. Occorre un cambio di passo di cui la classe dirigente di questo Paese non si è mostrata finora minimamente capace".
"Il nodo è sempre stato e resta quello politico -rilancia Enrico Gagliano, cofondatore del Coordinamento Nazionale No Triv-. "Chiediamo una totale inversione di rotta nelle scelte di politica energetica nazionale e nell'Unione, che favorisca la decarbonizzazione e la riconversione ecologica dell'intero sistema economico".

Archiviata la lunga parentesi elettorale e nell'attesa di conoscere se e quale maggioranza si costituirà in Parlamento in vista della formazione di un nuovo Governo, è necessario che tutte le forze politiche -ma in particolare quelle uscite rafforzate dal voto del 4 marzo- assumano piena consapevolezza dell'improcrastinabilità di scelte dirompenti che dovranno portare l'Italia a farsi promotrice di una moratoria generale, in tutto il bacino del Mediterraneo ed anche su terraferma, delle attività di ricerca e sfruttamento delle fonti fossili, e ad abbandonare la politica delle grandi infrastrutture energetiche.

Il MISE, invece, non ipotechi le scelte del futuro esecutivo, astenendosi pertanto dall'accordare permessi alla Spectrum Geo.

Roma, 8 marzo 2018

Coordinamento Nazionale No Triv

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Commenti

E cosa dovrebbe farti credere che realmente la politica "che conta" ad alto livello voglia veramente fermare queste multinazionali ?

No TAV e No TRIV, una più politicizzata e strumentalizzata dell altra!!!!!
Le leggi dello Stato per opere strategiche,scientifiche e quant altro volano al di sopra di TUTTI ergo si realizzino pure e dove non bastasse x il quieto vivere di ciascuno coinvolgiamo l esercito e così vediamo se questi nulla facenti con chiacchere sterili la smettono di rompere i ........