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La sindrome di Stoccolma. Forza Italia dice si allo "svedese" Paolo Gatti...

di Giancarlo Falconi
6 minuti

Leggiamo un paragrafo a tema di un libro di medicina.
La sindrome di Stoccolma è uno stato psicologico che può interessare le vittime di un sequestro o di un abuso ripetuto, i quali, in maniera apparentemente paradossale, cominciano a nutrire sentimenti positivi verso il proprio aguzzino che possono andare dalla solidarietà all'innamoramento.

Trasliamo politicamente.
Paolo Gatti
      
è detto lo svedese.
Uomo forte di Stoccolma.
Il nuovo, colui che non esce fuori dalla Ztl, sua zona di confort; colui che ha perso l'abitudine al saluto e al contatto con la gente, quella vera e non le sagome da strategie del Bim o della Provincia con i sindaci;  che l'ultima volta che ha passeggiato per Colleatterrato, Nepezzano, San Nicolò era ai tempi di nessuno.
Paolo Gatti è il candidato a sindaco a Teramo per Fratelli D'Italia e di metà Forza Italia ( ci sarà da sorridere contando i voti alle prossime elezioni); inviso al terzo polo, ci proverà fino all'ultimo ma troverà la resistenza del buon Dodo e soprattutto della Lega; chi non aderirà di Forza Italia ma di facciata tutti, saranno quei dirigenti che hanno memoria dell'ex sindaco Maurizio BRucchi ( era a quei tempi l'unico Primo Cittadino di Forza Iatlia) e dell'attuale sindaco di Montorio, Fabio Altitonante.
Il resto è mero interesse personale e non di rispetto di un partito che dovrebbe avere nella storia le proprie radici.

Paolo Gatti candidato a sindaco per il Centro Destra?
Il tavolo sarà rotto dalla Lega e tutto tornerà in gioco.
Il sindaco D'Alberto per (ri)vincere dovrà semplicemente rimanere immobile e in silenzio.



Di seguito l'addio di Paolo Gatti alla Politica attiva.
La coerenza come valore...




 

“Ho riflettuto a lungo in piena solitudine, per una volta non ho condiviso con nessuno, anche se alcuni lo avevano capito da tempo, ed hanno fatto di tutto per dissuadermi.

L’ho stabilito da alcuni mesi, ma lo dico e lo scrivo oggi, proprio nel giorno in cui Lino Silvino avrebbe compiuto 72 anni.

So che tanti amici ci rimarranno male (e questo mi dispiace davvero) e molti altri giubileranno (di questo poco m’importa, ma ho sorriso tante volte nelle ultime settimane leggendo ed ascoltando certe dichiarazioni): è una decisione ferma e serena, in nulla condizionata dalla recente tornata elettorale, anche se certamente avrei preferito un’uscita di scena vittoriosa.

Il mio sogno era di fare l’Assessore nella mia città, Teramo, ed ho avuto la fortuna di farlo a 29 anni, con grande soddisfazione ed ottimi risultati amministrativi.

Quello che è venuto dopo è stato tutto un di più, Assessore Regionale – e credo di averlo fatto con onore, tanto impegno e buoni risultati, se 10875 cittadini hanno scelto poi di rieleggermi – ed infine Vice Presidente del Consiglio regionale in rappresentanza delle opposizioni.

Detengo il record di preferenze al Comune di Teramo e ho avuto il piacere di essere stato per ben due volte il più votato in Abruzzo, sempre con oltre diecimila preferenze, grazie ad un lavoro feroce e alla fiducia e alla stima di tanti amici.

Grazie ai provvedimenti da me proposti, migliaia di abruzzesi hanno trovato opportunità di lavoro, centinaia di imprese sono nate e tante altre sono sopravvissute alla crisi economica e sociale.

Provo grande soddisfazione nel riscontrare le tante cose che ho potuto realizzare, sia quando vedo lampioni accesi in zone periferiche di Teramo che prima erano al buio, così come quando incontro ragazzi che si iscrivono all’indirizzo sportivo dei Licei Scientifici di Atri e Teramo, da me fortemente voluti e messi in opera.

Tuttavia, la politica non è più l’ideale che avevo negli anni ’90, e’ molto cambiata, così come è grandemente mutata la nostra società.

Non mi piace più, non mi piace lo scadimento culturale, l’arrivismo selvaggio, l’incompetenza dilagante, l’eccesso di scorrettezze personali prima ancora che politiche, e soprattutto l’ipocrisia che ha raggiunto livelli per me inaccettabili (soprattutto quando praticata da improbabili e smemorati moralizzatori), così come la violenza verbale alla quale siamo arrivati che mette a rischio la serena convivenza civile.

Non mi piace più neanche la comunicazione contemporanea, ormai spesso del tutto slegata dalla realtà, che tante volte racconta verità inesistenti o di comodo e disegna universi paralleli; narrazioni alle quali i meno avveduti e i più rancorosi tendono a credere acriticamente.

In buona sostanza, non mi piace più una politica che non ha nulla a che fare con la Politica in cui credevo io, quella delle cose da fare per la comunità.

Non mi ritrovo in un ring in cui vince chi chiacchiera di più o chi urla più forte, e dove gli atti concreti passano spesso in secondo piano, non mi ritrovo in un campo di battaglia popolato da tanti maldicenti che sanno solo svolgere attacchi personali del tutto infondati ma non hanno mai prodotto nulla per il proprio territorio ed i propri concittadini.

Ci sarò sempre per tutti gli amici che vorranno un suggerimento o un consiglio e ci sarò sempre per la mia comunità, ma con grande serenità dico basta a tutto questo e chiudo questa faticosa ma splendida avventura durata 19 anni.

Sento il dovere, infine, di ringraziare di cuore tutti quelli che hanno creduto in me in questi anni, e lo faccio con l’orgoglio di chi sa di aver impegnato tutto sé stesso, per restituire con il lavoro e la disponibilità, e vorrei dire pure con tanti sacrifici, una così grande e reiterata fiducia.

Vi ringrazio di cuore, ma ora, a 43 anni compiuti, penso di non avere più stimoli e sento di aver dato tutto, con alcuni errori certamente, ma – consentitemelo – con moltissimi ottimi risultati.

Adesso, sento dentro di me il desiderio una vita diversa.

Un abbraccio affettuoso e riconoscente a tutti coloro che mi hanno accompagnato in questi anni di lavoro e successi!






 

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ma solo un pezzo, porge l'altra guancia, questa volta per un BUFFETTO e non per uno SGANASSONE!
Quella tenera gota, tuttavia, è molto vicina al cervello, dove alloggia anche la MEMORIA, di tanti semplici elettori.
E io tra di voi
Aznavour

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