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Il corrosivo: “Il vuoto” come elemento di qualificazione della città

di Elso Simone Serpentini
5 minuti

Adesso che abbiamo imparato a padroneggiare meglio la lingua architettese e soprattutto ad usare il codice ermeneutico transeunte, possiamo arrischiarci a leggere e ad interpretare quanto scrivono del loro progetto di riqualificazione del centro storico di Teramo e della nuova pavimentazione del Corso che ne è parte consistente, gli autori stessi del grande capolavoro, magari per convincerci che non è quella “grande schifezza” che finora ci è sembrata. Quello che si deve soprattutto capire è il primo step, chiamato “Ars maieutica”, che è quell’arte del partorire che Socrate diceva di praticare in sommo luogo, ma come arte del “far” partorire. Vediamo dunque qual è il frutto del parto (credo della mente e dell’ingegno), dei progettisti. Essi scrivono: “È acquisizione cosciente della conoscenza”. Bene, per essere ancora più chiari, spiegano che si tratta di una “struttura  del dialogo con la complessità celata della dimensione urbana, o meglio con le complesse e interrelate dimensioni connesse al sistema della città, ai suoi programmi, usi e rituali”. Non vi sfuggirà il richiamo, sia pure un po’ criptico, alle nostre “strusciate” lungo il Corso, durante le quali i progettisti ci invitano a cogliere le celate complessità della dimensione urbana, non a parlare e a sparlare di pallone gli uomini e di vetrine le donne. La fase 1 di questo primo step chiamato “ars maieutica” consiste, secondo l’arch. Vallese, corifeo dell’èquipe progettante, in una operazione di “scanning dei dati materiali e immateriali” ossia nella “lettura sincronica della struttura urbana”. Corbezzoli! Ha fatto bene a specificarlo, altrimenti avremmo potuto sbagliare ed effettuare una lettura diacronica della struttura urbana o magari una lettura sincronica sì, ma della struttura suburbana.gfgfgfgfgffgfg

La fase 2 consiste nell’ “analisi del sistema urbano” che “identifica chiaramente il funzionamento della città per polarità”. Peccato che non venga specificato se i poli siano il sud e il nord o il positivo e negativo, ma ci è assai utile per orientarci leggere che a questo “funzionamento della città per polarità” “è demandata anche la funzione di strutturare lo spazio pubblico”. Cavolo! Ha fatto bene a chiarirlo, altrimenti chissà che cos’altro avremmo finito per demandargli. È qui che Vallese ricorre a quei bellissimi versi citati la volta scorsa e che mi piace riproporre, perché la poesia ci è sempre maestra:

Viceversa,

i frammenti di vuoto

risultanti dalla trama urbana

permettono di destrutturare

la visione per poli,

scommettendo

su una strategia di porosità.

            L’obiettivo viene fissato con chiarezza estrema:Usare il vuoto come elemento di rtrtrtrtrtqualificazione della città, degli spazi o delle funzioni in cui è collocato.” Da qui risulta chiaro ed evidente ciò a cui punta il progetto di pavimentazione del Corso: usare il “vuoto” per vuotare i negozi che si trovano lungo il Corso, che ormai non sono più produttivi. e convincere, o costringere, i commercianti teramani ad esporre le loro merci e a venderle sistemandole a terra lungo il Corso come oggi fanno i “vu’ cumprà”, i cui affari vanno molto bene. Questo obiettivo di svuotamento dei negozi viene indicato con chiarezza da una foto che accompagna il progetto, in cui si vede un commerciante che espone e vende la sua merce lungo il corso, non dentro un negozio.

Nell’illustrare la sfida (tale deve essere, visto che si usa il simbolo VS, che deriva dal latino “versus” e si mette per indicare una sfida o una partita di calcio, tipo “Inter VS Milan”) tra POLARITA’ e POROSITA’ e tra SINCRONICO e DIACRONICO, il progettista nel suo perfetto architettese ricorda che “nei processi contemporanei forze e condizioni mutano incessantemente e mai a velocità costante”. Perciò “si impone l’individuazione  di una strategia in cui la variabile temporale diviene materiale principale del processo”. Il codice ermeneutico transeunte che ormai conosciamo ci rende queste affermazioni assai chiare, e ci convince quanto sia giusto trasformare la condizione sincronica di struttura (urbana) in una diacronica di infrastruttura (urbana), pre-disposizione, sistema disponibile ad aggiornamenti continui. Questi aggiornamenti, evidentemente, sono necessari per consentire l’alternanza dei commercianti teramani negli spazi lungo il Corso in cui sistemare a terra la loro merce per venderla. È essenziale, e l’architetto lo spiega molto bene, che “Suolo Spazio Informazione infra-strutturano ciascuna area selezionata secondo una procedura input/output, che processa in sequenza livelli di spazio di fatto e le variabili contestuali (dati)”. È questo che renderà possibile, per esempio, trasformare in un baleno, all’occorrenza, la tettoia prevista a Largo San Matteo in una pensilina per la fermata di un’eventuale metropolitana di superficie che si volesse realizzare a Teramo.

Questo è detto Gggggggchiaramente,  in  perfetto architettese, quando si dice che risulta evidente che “nonostante l’uso del medesimo criterio per ciascuno spazio, il dispositivo permette di conformare l’intervento alle condizioni al contorno, alle limitazioni economiche, agli interessi spesso conflittuali portati dagli innumerevoli attori in gioco”. Ora che è tutto chiaro, potremo passare, la prossima volta ad esaminare ancora più in profondità quella che continuo a considerare “la grande schifezza”, ma con qualche doveroso dubbio.

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Commenti

Parafrasando Aznavour (l'amico che lascia messaggi su questo forum)
Si le Professeur
N'existait pas
Il faudrait
L'inventer
E così indegno emulo del corifeo Vallese anch'io mi azzardo sulla poesi'
Que c'est triste Teramo...

Quindi Professore lei ci sta dicendo che era tutto scritto: che sarebbero stati lasciati dei vuoti da riempire dall'uso e dal tempo ergo aspettiamo che buche e fughe si colmino di cicche di sigaretta, gomme da masticare e sporcizia in generale. Altro passaggio é la fida della permeabilitá cioé ci mettiamo una mattonella porosa cosí il colore finale sará dato dal tempo e dalle macchie che i fruitori andando da un polo all'altro lasceranno. Tutto questo ha senso come comprare i pantaloni giá strappati... ma va bene, é la moda: bello e trasandato (ma devi essere Johnny Deep). Sempre Transeuntemente.

Sono venti minuti che rido dopo aver letto "metropolitana di superficie".

E' lecito sapere secondo normativa vigente qual'e la valutazione dei rischi in questo esperimento. Grazie

tutti esperti...i lavori ancora non sono finiti, non credo lasceranno come in foto, molto probabilmente puliranno/lucideranno/levigheranno....