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Che fine hanno fatto i ragazzi del Delfico?

di Giancarlo Falconi
2 minuti

La manifestazione di sabato pomeriggio doveva significare la rinascita e la rivendicazione del diritto, di ogni studente, a una casa dove poter coltivare lo studio e il senso di appartenenza sociale. Tutto si è risolto, invece, nell’affermazione del menefreghismo e del nichilismo di un’intera comunità scolastica che stenta a riconoscersi e a identificarsi con la sua CASA, il Delfico!

 Si sarebbero dovuti contare centinaia di partecipanti. E potevano esserlo davvero, se si considera che, tra studenti e personale, docente e non docente (a vario titolo), il Delfico conta oltre 1300 anime. E, invece, niente di tutto questo. Il corteo contava pochissimi alunni, per lo più rappresentanti d’Istituto all’ultimo anno del loro percorso, qualche genitore, taluni docenti ed educatori e diversi aficionados a vario titolo (ex scolari, ex professori, ex presidi). 

La manifestazione è stata pervasa da un forte senso di amarezza, tristezza e sconcerto insieme. Ha segnato la morte del civismo e dell’identità sociale. Possibile che solo pochi abbiano compreso la gravità della questione e l’importanza di tenere alta l’attenzione sull’ingiustizia che si è abbattuta, e continua a perpetrarsi, sul Delfico? 

Possibile che la popolazione studentesca, in primis, e la comunità teramana tutta siano così distaccate, così povere di sentimento e così insensibili a questo vulnus? Come si può accettare che i rappresentanti politici, dei vari schieramenti, si nascondano nel calduccio delle loro dimore e delle loro poltrone, lasciando che, fuori, uno sparuto gruppo di manifestanti si ritrovi a parlare come nel salotto di casa loro?

 Come possono pensare i politicanti di casa nostra (di destra e di sinistra) di venire presi sul serio quando, prima si fanno dichiarazioni roboanti, persino congiunte, e poi si sparisce nel nulla, senza neppure avere la dignità di presenziare a una manifestazione organizzata dagli studenti per chiedere verità, giustizia e qualche certezza e apparire, invece, sorridenti e beati alle inaugurazioni degli eventi natalizi? 

Ma un po’ di vergogna ce l’avete? Ma questi ragazzi non meritano, forse, la vostra attenzione? Ai dirigenti scolastici che si trovano ad affrontare anche gli open day volete dare sostegno e segni concreti di vicinanza? Ma, davvero, pensate di avere a che fare con delle marionette? Beh, saranno stati anche pochi sabato, ma NON DEVONO ARRENDERSI! Forza ragazzi,  continuate a dare fastidio e a fare rumore perché.... #noisiamoquellideldelfico!

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Commenti

Chi è stato nella scuola prima come studente poi come insegnante lo sa benissimo: se la manifestazione si fosse tenuta in orario di lezione, i ragazzi avrebbero partecipato in massa...

Ormai ci si è arresi davanti l l'incapacità politica e alle scelte scellerate di chi vuole distruggere teramo....lotta senza fine ma neanche senza risultato perché le risposte non ci sono e non ci saranno.la storia del convitto delfico era già scritta da tempo.....bisognava trovae la scusa per realizzarla.. .teramo ormai un cumulo di degrado senza futuro. Il futuro per le nuove generazioni è altrkve