Lettera aperta al presidente della Fondazione Tercas e al Sindaco di Teramo.
Nella previsione di indirizzarle questa mia nota ho consultato il sito della Fondazione. E qui, scorrendo le pagine sulle collezioni d’arte, ho appreso che da parte della Fondazione c’è piena consapevolezza che le stesse non sono sufficientemente note al grande pubblico. Ecco cosa si afferma in proposito: “l’arte e la cultura sono di gran lunga il principale settore d’intervento delle Fondazioni di origine bancaria, che oltre all’organizzazione di eventi e mostre, sostengono la conservazione e la valorizzazione dei beni artistici presenti sui territori. Non è tuttavia noto ai più che esse detengono collezioni d’arte molto interessanti, a disposizione delle loro collettività ma meno conosciute e fruibili per un pubblico più vasto..”
Se tra le missioni della Fondazione c’è anche quella di sostenere e favorire la valorizzazione del patrimonio culturale del territorio, a maggior ragione il patrimonio culturale di proprietà della Fondazione, tra l’altro tutto di provenienza locale, dovrebbe essere condiviso con il territorio in un rapporto a dir poco speciale e prioritario. Un sondaggio tra i cittadini non solo teramani, ma dell’intera provincia e oltre, sulla consapevolezza delle preziose collezioni della Fondazione Tercas e dell’esistenza di una esposizione permanente delle medesime presso Palazzo Melatino, darebbe un risultato arciscontato. E questo è un vero peccato. Perché Palazzo Melatino, con la sua pregevole architettura, i magnifici resti archeologici di una delle domus più ricche della Teramo di età romana e le straordinarie collezioni di ceramiche di Castelli esposte a suo interno, potrebbe costituire il più importante e attrattivo polo culturale della città.
Ci saremmo dunque aspettati che la Fondazione avesse già da tempo fatto ricorso ad ogni più efficace strumento di comunicazione, oltre al sito web, utile ad informare il territorio di essere detentrice di collezioni d’arte di grande pregio in esposizione permanente all’interno di Palazzo Melatino, e dunque fruibili dalla collettività. E invece la possibile fruibilità del suo patrimonio è unicamente affidata ad un annuncio contenuto sempre nella pagina del sito, intitolata “Sede della Fondazione”, che recita: “Visite guidate alle Sale Espositive del piano terra di Palazzo Melatino – che ospitano la Collezione di Ceramiche della Fondazione Tercas – e ai ritrovamenti archeologici, saranno possibili concordando giorni ed orari di visita con gli uffici”.
Quando si ha voglia o interesse a condividere con i cittadini le bellezze delle opere d’arte di proprietà, alle Fondazioni bancarie non mancano i mezzi e gli strumenti per farlo sapere al territorio. Ma se in un intero piano della sede della Fondazione Tercas dal 2010 è allestita una raccolta permanente di opere d’arte di prim’ordine e questa, a distanza di sette anni dalla sua apertura, non è segnalata neanche sulla porta d’ingresso dell’edificio… Ciascuno tragga le proprie conclusioni.
Allora, gentile presidente, si cerchi di recuperare il tempo perduto, almeno questo è il mio auspicio, e con l’inizio del nuovo anno si dia avvio ad una nuova stagione artistica iniziando dal lancio di un’efficace campagna di conoscenza rivolta in primis ai cittadini, informandoli della possibilità di visitare l’esposizione permanente delle opere d’arte di proprietà della sua Fondazione, oltre, beninteso, allo straordinario patrimonio archeologico pubblico, costituito dai pregevoli resti della domus romana.
Da ultimo, una doverosa segnalazione circa la valorizzazione del Palazzo, che rivolgo anche al Sindaco della città che mi legge in copia.
Non meno grave è la circostanza che l’edificio non sia segnalato, come già ricordato, da alcuna indicazione turistica che descriva la storia e le caratteristiche architettoniche del più antico edificio di edilizia privata della città.
Sono certo che il sindaco di Teramo recepirà l’urgente esigenza di interdire il parcheggio dinanzi al monumento storico di Palazzo Melatino facendo collocare per tutta la sua lunghezza e al fine di garantirne rispetto e visibilità, idonee vasche fiorite, e sono altrettanto certo che su uno dei due lati del Palazzo storico verrà presto collocato un cartello turistico di colore giallo, come è in uso nelle città di cultura.
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