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Quando un locale di Teramo s'inventa il tavolo dell'amicizia...

di Giancarlo Falconi
2 minuti

Comes facundus/jucundus in via pro vehiculo est...
I compagni di viaggio che non ti fanno sentire la fatica della strada.
Sarà che appartengo alla generazione che sta per toccare i 50 anni ma a Teramo i locali li ho avuti tutti nel cuore.
Amici.
A uno a uno come i capelli andati, la velocità rallentata, i sorrisi regalati e gli amori vissuti.
Il White Wolf dei tre amici; il lupo bianco di un Husky al centro di Teramo era un pub di quei tre e tre, talmente diversi che il tutto funzionava tra alchimie e storie di strada.
Tanta strada.
Poi, ripassi e quella stessa strada ti porta alla Stazione di una nuova generazione.
Figli che s'inventano il tavolo dell'amicizia, della ospitalità, della conoscenza, del conciliabolo, della chiacchiera, degli sconosciuti, del ciao e di quella socializzazione che esce fuori di pratica dai tomi mai domi.
Intuito e istinto.
Poco c'intessa se questo locale che vive in un post industriale è uno dei tredici che in Italia serve la Tank Beer e tutto il resto che può essere ricerca o innovazione, la qualità a km zero che avvicina l'Europa sorella, ci siamo innamorati di quel tavolo con la spillatrice da banco.
Dove ci si siede senza conoscersi e si beve al consumo moderato.
Molto moderato di astemia se si guida o non si è in grado di accettare un passaggio di cortesia.
Ecco padre e figli.
Ecco le generazioni che amo.
Ecco le famiglie di Teramo che sanno ascoltare la società che cambia e creare tanto lavoro.
Un ristorante che diventa azienda, impresa che sa un po' della nostra storia ma è il presente di altri occhi narrati.
I pensieri che diventano meno lontani e ci fanno sentire di casa.
https://www.youtube.com/watch?v=5lma7sNJGK4







 

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