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Imprenditore di origine abruzzese deciderà entro l'estate se costruire la sua impresa a Teramo o L'Aquila....

di Giancarlo Falconi
1 minuto

Vi ricordate?
Era il 18 Marzo del 2018.
Scrivevamo " 

Parlerà solo con il sindaco di Teramo e il presidente della Provincia.
Luca, 45 anni di cui 37 trascorsi negli Stati Uniti con i genitori emigranti di seconda generazione, il nonno, ingegnere, è stato il vero apripista, aspetterà l'esito delle elezioni per chiedere un appuntamento con il nuovo sindaco di Teramo.
Alta  tecnologia con un passaggio nelle nuove batterie che alimenteranno i telefonini di ultimissima generazione.
Un'impresa florida che vorrebbe per rispetto della sua terra natia, aprire con una sotto struttura nel teramano.
Il motivo?
Perchè gli americani sono convinti che territori depressi possano rappresentare un'occasione?
Perchè rispetta il senso della famiglia ed è vissuto con i ricordi dei genitori?
No, almeno non completamente.
Luca ci racconta di aver letto che in Abruzzo si vive bene e si possa fare impresa senza nessun pericolo per la sicurezza e altre ragioni ambientali.
La visita privata lungo tutto il nucleo industriale?

Molti capannoni vuoti che si affittavano e decisamente spazio su cui costruire.
La probabile forza lavoro?
Non è un dato che ha potuto spiegare ma si parla di almeno 300 operai da formare per inizio lavori più ovviamente l'indotto e il traffico indiretto.
Ecco, chiunque sarà il prossimo sindaco, mi raccomando l'inglese.
Grazie, anzi, thank you...".


Luca ha mantenuto la sua promessa.
Entro l'Estate di rientro dagli Stati Uniti visiterà la provincia de L'Aquila, a cui ha donato molto in termini di aiuti post terremoto e Teramo, che rappresenta parte della sua infanzia.
Dove troverà le migliori condizioni per costruire la sua nuova filiale?
A noi andrebbe bene anche a metà strada.
A voi?

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Commenti

Non importa dove. Importa il coraggio di fare impresa e investire sul territorio e sulle risorse che offre, senza l’occhio ammiccante alle possibili agevolazioni per l’essere zona “svantaggiata”. E se anche il sig.Luca dovesse preferire la provincia dell’Aquila, non puntiamo il dito in preda ad uno stupido campanilismo vittimistico: le distanze fisiche sono davvero irrisorie! Non sentiamoci depredati di qualcosa, non mettiamo avanti la questione “sisma” per favore...a Teramo ha solo sfasciato case e posto in evidenza un tessuto sociale lacero. Altrove le case crollate si sono portate via vite, legami, sogni.

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Quando si renderà conto di cosa significhi mantenere un'impresa senza chiamarsi Benetton, Berlusconi e simili, se ne tornerà a casa. Che, fortuna per lui, non è più Teramo o L'Aquila.
Luca, se vuoi far lavorare bene qualche abruzzese, portatelo via da qui.

Luca ripensarci il gioco non regge la candela . In Abruzzo torna solo a trascorrere le vacanze. Gli adempimenti burocratici ti faranno cambiare idea.