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L'Abruzzo sulle pagine del Mondo: L'Arminuta vince il Campiello...

di Giancarlo Falconi
2 minuti

Sono emozionato.
Vi prego leggiamo insieme.
Sono emozionato, non amo i premi letterari ma l'Abruzzo merita di essere ricordato per la sua terra, la sua scrittura, la sua strada, i suoi colori.
"Donatella Di Pietrantonio (Arsita, 1963) è una scrittrice italiana, vincitrice del Premio Letterario Tropea nel 2011 per Mia madre è un fiume e del Premio Brancati nel 2014 per Bella mia e del Premio Campiello (2017) per "L'Arminuta"..

Arsita e mi commuovo.
Immagino la scena di Benigni all'Oscar per La Vità è Bella.
Un tappeto rosso e Donatella che sfila insieme a tutti noi.
Una terra senza strade che ha trovato la via per esprimere se stessa.
L'acqua che arriva al mare...

Edizioni Einaudi.vcvcvc

 

Ero l'Arminuta, la ritornata. Parlavo un'altra lingua e non sapevo piú a chi appartenere. La parola mamma si era annidata nella mia gola come un rospo. Oggi davvero ignoro che luogo sia una madre. Mi manca come può mancare la salute, un riparo, una certezza».
- Ma la tua mamma qual è? - mi ha domandato scoraggiata. - Ne ho due. Una è tua madre.
Ci sono romanzi che toccano corde cosí profonde, originarie, che sembrano chiamarci per nome. È quello che accade con L'Arminuta fin dalla prima pagina, quando la protagonista, con una valigia in mano e una sacca di scarpe nell'altra, suona a una porta sconosciuta. Ad aprirle, sua sorella Adriana, gli occhi stropicciati, le trecce sfatte: non si sono mai viste prima. Inizia cosí questa storia dirompente e ammaliatrice: con unagfgfggg ragazzina che da un giorno all'altro perde tutto - una casa confortevole, le amiche piú care, l'affetto incondizionato dei genitori. O meglio, di quelli che credeva i suoi genitori. Per «l'Arminuta» (la ritornata), come la chiamano i compagni, comincia una nuova e diversissima vita. La casa è piccola, buia, ci sono fratelli dappertutto e poco cibo sul tavolo. Ma c'è Adriana, che condivide il letto con lei. E c'è Vincenzo, che la guarda come fosse già una donna. E in quello sguardo irrequieto, smaliziato, lei può forse perdersi per cominciare a ritrovarsi. L'accettazione di un doppio abbandono è possibile solo tornando alla fonte a se stessi. Donatella Di Pietrantonio conosce le parole per dirlo, e affronta il tema della maternità, della responsabilità e della cura, da una prospettiva originale e con una rara intensità espressiva. Le basta dare ascolto alla sua terra, a quell'Abruzzo poco conosciuto, ruvido e aspro, che improvvisamente si accende col riflesso del mare"...rererrree

...e non finisce qui...per fortuna.

 

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Commenti

A scrivere "l'Ar(i)minuta" si comprenede meglio, meglio e prima si entra nell'ambiente regionale della storia. Il dialetto lo si cita così com'è, non lo si italianizza senza perderne il significato, il suono e il senso. Ciò annorato, entriamo nella commovente e dolente storia vissuta. Da leggere, tutta da raccontarsi intimamente, dopo averla fatta nostra empaticamente.

Un bel racconto.
Uno spaccato di vita dell'Abruzzo interno e di città di mare degli anni settanta...la anormalità che è normalità, un "luogo" chiamato madre. Un po' Bildungsroman attraverso la scoperta della realtà, uno sguardo prospettico sull'amore che salva attraverso la resistenza e la complicità (con Adriana).
Brava Donatella Di Pietrantonio