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Prima dei convegni sui trenini, salvate Isola del Gran Sasso...

8 minuti

A Isola del Gran Sasso il 7 luglio un convegno inopportuno sul collegamento Isola - Prati di Tivo.

DALLA GRANDE VERGOGNA ALLA GRANDE ASSURDITA’…E’ come dire: UN COLLEGAMENTO FRA DUE CIMITERI.

I costi assurdi del probabile collegamento: CABINOVIA = 25 milioni di euro, TRENO = 35 milioni di euro, PANORAMICA= 12 milioni (fonte quotidiano LA CITTA’).

L’opera prevista è minestra riscaldata e riproposta. Un progetto ritirato fuori dal cassetto per chiacchierare. C’è necessità di guardare avanti? Certo. Ma non è priorità adesso.

La necessità primaria è la sana e forte ricostruzione di un paese mutilato. E’ urgente ridare dignità al territorio, aiutare la gente stanca e prostrata, è fondamentale ricostruire le basi identitarie e culturali di Isola del Gran Sasso, un paese diventato un cimitero.

La crisi vissuta è sociale, economica e umanitaria. Gli aiuti provengono persino dalla Croce Rossa e dall’Unione Europea.

Attività commerciali cessate o sofferenti, anziani e giovani ancora amaramente allocati in alberghi, sofferenze psicologiche prostranti, aumento di disagi economici e di dipendenze patologiche. Un senso di malessere e di preoccupazione diffusi. Diverse sono le famiglie che vengono soccorse, nella discrezione più assoluta, da associazioni e da privati di buona volontà. Manca il bisogno fisiologico primario: il cibo. Il cuore del paese non batte più: scuole, chiese, cimitero e municipio chiusi. Connessi a queste asperità nascono sentimenti di vergogna e di disagio che deprimono il quotidiano della gente. Una realtà purtroppo amara. Dov’è il welfare? Dove sono le garanzie dei diritti primari?

Un convegno ora, nell’attuale scenario del paese, è vergognoso e fuori luogo. Portereste mai profumi in un paese distrutto? Il progetto di collegamento, già più volte impastato in passato, porterà respiro al meraviglioso patrimonio turistico del territorio? Sì, se programmato con giusta competenza e in un momento appropriato. Ora ricostruiamo il territorio e l’anima delle persone. Le Istituzioni facciano il loro dovere senza sbandieramenti e selfie inopportuni.

L’emerito economista inglese Colin Crouch, cercando una possibile soluzione alla crisi depressiva dei nostri tempi, riflette sull’intreccio occulto fra tre soggetti: Stato, Economia e Politica. Un sistema retto sulla “poderosa alleanza” tra i tre attori. Ma il patto tra “giganti malati”, non conduce l’economista a conclusioni pessimistiche. La società esiste, e cerca sue strade di espressione dopo aver trovato chiuse le vie della buona politica. Le vie della società civile e della partecipazione dal basso sono tante, e spesso intrecciano interessi e valori. Crouch vede nell'introduzione di una quarta forza, la società civile, la possibilità di rompere il gioco a tre che ci ha portato nella condizione in cui siamo.  Ma cos’è la società civile? Sono le associazioni, i gruppi e qualsiasi altra forma di associazionismo guidata da scopi etici e sociali. Sono la bontà delle relazioni economiche, culturali, ricreative, religiose e sociali che intercorrono tra i cittadini e che si pongono come un reticolo distinto e talvolta contrapposto allo Stato e alla società politica.

Isola del Gran Sasso sta cominciando a vivere una piccola rivoluzione, c’è un sistema di valori che si muove. La società civile è attiva più che mai. E’ un segnale che qualcosa sta cambiando.

Isola ha dimostrato di essere un paese che, nel momento del bisogno, sa entrare in campo e impegnarsi al massimo.

Dalle pietre nascono i fiori.

Le qualità insite della nuova generazione del paese: intelligenza, coraggio, forza, eroismo, ardimento, fermezza e prodezza. Attributi dimostrati gratuitamente durante la storica nevicata e il forte terremoto che hanno scosso nel profondo la vita del paese. Molti sono gli esempi lodevoli di fattiva operosità e di intraprendenza: associazioni, singole persone, semplici cittadini, buoni governanti e amministratori di grande levatura hanno espresso una molteplicità di sentimenti: il soccorso, la solidarietà, la condivisione, l’orgoglio e l’ambizione di rialzarsi.

Il bisogno e la paura dei terribili mesi passati hanno visto nascere un nucleo operativo di Protezione Civile, l’associazione Isola emergenze – Gran Sasso e Valle Siciliana: un gruppo compatto e motivato di giovani audaci, mossi dalla cultura del fare. E’ nata una bella sinergia e una rete di aiuti reciproci. Non si sono mai fermati: hanno imboccato la via della formazione e della successiva operatività.

La storica associazione Le Tre Porte: con entusiasmo ha pianificato una pacifica invasione delle Dolomiti con una spedizione carica di arrosticini e altri prodotti tipici. La solidarietà dalle Dolomiti al Gran Sasso ha portato a una raccolta fondi da devolvere al territorio di Isola del Gran Sasso.

Un plauso alla forza del CAI e alla rinata proloco Insula 2.0.

Il prezioso lavoro sociale e solidale dell’associazione onlus Genius Loci è continuato senza sosta. Il progetto “Una Montagna defibrillata”, grazie ad un incessante lavoro di squadra, ha portato defibrillatori nelle frazioni più lontane.

Il supporto psicologico, l’intervento socio-sanitario e l’assistenza infermieristica gratuita di Emergency e di medici locali, hanno dato ristoro alle persone bisognose.

Ammirabile la presenza del Presidente del Parco del Gran sasso e Monti della Laga, Tommaso Navarra che, in piena emergenza e in prima persona, assieme ai suoi collaboratori, ha sfoderato ampia umanità e fattivi interventi di soccorso.

La lista potrebbe proseguire all’infinito giacché la partecipazione e l’attività di altre associazioni e gruppi limitrofi sono state tante. Il lavoro di molte buone figure sta proseguendo anche in questi giorni estivi.

Per tornare al tema basilare della riflessione, chapeau all’audace competenza di un giovane ingegnere isolano, Marco Carlini che ha focalizzato il punto centrale della discussione sul collegamento Isola - Prati di Tivo. La sua analisi è stata attenta e ponderata nell’esaminare una migliore strategia di crescita: il collegamento fatuo tra scatole vuote, la giusta riqualificazione delle aree di interesse naturalistico, la necessità di lavoro, di finanziamenti e di bandi pubblici per i tanti ragazzi disoccupati e in condizioni di difficoltà economica, la creazione di piccoli punti ristoro a gestione pubblico-privata con prodotti tipici della zona.  L’ingegnere si pone la domanda: “Perchè dobbiamo diventare un punto di passaggio e non diventare il fulcro? Perchè, ancora una volta, crediamo che opere mastodontiche possano rappresentare un arricchimento socio-economico? Alla retorica del fare, molto in voga in questo periodo, andrebbe sostituita la cultura del fare, consapevolmente e in maniera condivisa”.

Questa è la nostra forza. Questa è la via della ricostruzione. Questa è la qualità etica della politica, fattore essenziale per una strategia di crescita intelligente.

Seguiranno successivamente le idee lungimiranti e i tavoli tecnici per le opere ciclopiche, seppur utili allo sviluppo. Allo stato attuale, la discussione emana solo il lezzo dell’incombente campagna elettorale di stampo commerciale, utile alla promozione di personaggi sterili.

Già nei primi anni del secolo scorso, Max Weber, considerato uno dei classici del pensiero politico moderno, nella conferenza "La politica come professione" aveva dato saggi spunti di riflessione in merito: la distinzione del politico “per vocazione” e del politico “per professione”, l’avvento di personaggi cavi che trasformano i partiti in vere e proprie “macchine” permanenti del consenso e della propaganda. Due sono i peccati mortali sul terreno della politica: mancanza di una "causa" giustificatrice e mancanza di responsabilità. La vanità, ossia il bisogno di porre in primo piano con la massima evidenza la propria persona, induce l'uomo politico di oggi nella fortissima tentazione di commettere quei peccati e diventare il demagogo ordinario, l’istrione di turno, preoccupato soltanto "dell'impressione", dell’autoconservazione e di ben posizionare lo specchietto per le allodole in un convegno fuori luogo.

Lorella Di Giuseppe. Isolana

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Commenti

Passione (dedizione appassionata ad una "causa"), senso di responsabilità (nei confronti della "causa" da risolvere) lungimiranza (capacità di lasciare che la realtà operi su di noi con calma e raccoglimento interiore). Le tre qualità che Weber riteneva decisivo per l'uomo politico. In questi soggetti non riesco ad individuarne nessuna di queste doti.
Concordo pienamente con l'autrice dell'articolo quando evidenzia che la preoccupazione principale del politico attuale(anche di molti professionisti) é fare solo una buona "impressione".
La vanità, nemica mortale di ogni effettiva dedizione. La tomba per il politico.
Congratulazioni per l'articolo.
Faccia intervenire al convegno qualche tedesco presente nella zona di S. Pietro e faccia leggere "Politik als Beruf" in versione originale.
Diranno che hanno capito tutto, anche il tedesco, pur sapendo che non comprendono nemmeno la versione italiana. Il presidente D'Alfonso in particolare snocciolerá tutti i suoi studi in Scienze Politiche. Sarà divertente.
L'unico appunto all'articolo: in un paese distrutto io porterei i profumi.
Appunto, i profumi. Non aria al vento di questi soggetti. Buone cose.

Io ho partecipato, bello ed interessante il onvegno ,io ci credo

da lory moglie di discendente di Isolani,zia di due nipoti vissuti per anni in zona a Forca di valle