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La Teramo dimenticata. Il Lavatoio della Democrazia Cristiana...

di Giancarlo Falconi
1 minuto

Una curva e il mio amico da squadra e compasso.eeee
"Hai mai visitato il lavatoio della Democrazia Cristiana?
Vai, prima del suo imminente crollo".

Le sue ultime parole al telefono.
La strada per Colleatterrato a salire si incontra sulla sinistra, a scendere sulla destra.
La democrazia cristiana ha le affinità parallele al centro. 
Poi, al lavatoio, sciacquava i suoi panni sporchi. 
Si legge sotto lo scudo crociato " Sotto l'Egido dello Scudo Crociato per volontà e opera di popolo con il concorso dell'amministrazione comunale degli ospedali e istituti riuniti e di Lucenti Vittorio memore della terra natia dalla lontana america questo pubblico lavatoio sorse nel MCMLVIII ( 1958)".

La memoria di un Teramano d'America; la Democrazia Cristiana, il comune di Teramo; la vecchia Asl di Teramo.
Oggi, di cultura, in una simile struttura, il sindaco Brucchi laverebbe le mutande con la patacca a Gatti o Tancredi.
La lavanda dei piedi ai Tre Tre.
Pulizia a fondo.

Giovani democristiani.

Oggi, regna la pochezza.
Tutto sepolto e in distruzione.
Ecco cosa e chi siamo diventati.
OItraggiamo la nostra storia, offendendo e derubando il presente.
Non abbiamo futuro.
Ignoranti e cafoni. 


 

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Commenti

Ecco bravi andate a pulire il lavatoio ....E poi i giardini. Sudare che fa bene smidollati

...Teramo, Teramo non esiste

Era il 1958, e al vertice degli Ospedali e Istituti Riuniti (la più grande azienda del territorio, così come lo fu la precedente Congregazione di Carità) sedeva Tommaso Sorgi.

Al secondo piano del padiglione destro dell'Ospedale Psichiatrico in Via Aurelio Saliceti, in quella sala che ospitava le sedute del consiglio di amministrazione degli Ospedali e Istituti Riuniti, si decideva e si facevano scelte che sapevano coniugare salute, bilanci, amore per il territorio e qualità.

In quella sala passarono uomini e menti di grande prestigio e di grande senso umano.

Poi venne la ULSS, poi l'aziendalizzazione, poi la ASL. E fuori da quella sala, ormai svuotata, certe saggezze e certi carismi non ebbero più cittadinanza.

llu bell Gramenzi!
Nun putess arscì?