Se dovessi insegnarvi architettura? davvero una domanda difficile… Inizierei proibendo gli ordini, mettendo la parola fine a questa incartapecorita stupidaggine degli ordini, una incredibile sfida all’intelligenza. Insisterei su un vero rispetto per l’architettura. D’altro lato, racconterei ai miei studenti come siano commuoventi le cose dell’Acropoli di Atene, di cui comprenderanno in seguito la superiore grandezza. Prometterei di spiegare la magnificenza di Palazzo Farnese e del vasto golfo spirituale che si stende tra le absidi e la facciata di San Pietro, ambedue rigorosamente costruite con il medesimo “ordine”, però una da Michelangelo e l’altra da Alberti (sic) -e parlerei di molti altri fatti, i più semplici e veri dell’architettura, la cui comprensione richiede una certa competenza. Insisterei sul fatto che nobiltà, purezza, comprensione intellettuale, bellezza plastica e l’eterna qualità delle proporzioni rappresentano le gioie che l’architettura può offrire e che ciascuno può comprendere.
(Le Corbusier)
Che cosa direbbe il padre dell'Urbanistica moderna del continum teramano tra il verde della natura, il tocco degli artigiani, i segreti del bosco incantato, le luci e quegli animali che prendono vita dal legno della vita.
Il Baobab.
Teramo vivrà per la prima volta in una favola fatta di progettazione, poesia sferica, iconografia di uno studio tra squadre, righelli e candore per la propria Città.
Professionisti senza età che si mettono in gioco per un gioco fatto di gente e sogni.
Gli scacciapensieri tra filari di luci e le sfere luminose a mimare una perenne nevicata.
Candida come quella mano che ti carezza e ti invita al sonno di rimbocco e rintocco.
Piazza Sant'Anna
Il legno delle casette del mercato di Natale con un grande abete illuminato posto al centro.
Aggregazione e altri tanti piccoli abeti a fare da scorta ad unico abbraccio.
Luci che richiamano elfi, fate, immersi in un viaggio nel tempo.
La chiave di accesso in un libro di fiabe che non è stato ancora scritto e letto.
Piazza Sant'Agostino
Casa.
Famiglia. Convivio con un enorme tavolo imbandito di natura e sedute intorno a richiamare la festa della famiglia per eccellenza e a invitare alle chiacchiere da ascolto.
Tigli e Viale Mazzini.
Il verde e le sagome degli animali.
Intorno luci a comparsa per donare vita e animazione in un eterno gioco di filari che richiamano le vie adiacenti tra sfere e salici piangenti.
Piazza Martiri
Sfere che variano tra i due metri e il metro e venti centimetri.
Punti di vista attraverso una lettura dello spazio e del riempimento figurativo.
Il puparo di neve che tira i fili di una scenografia tra il giorno e la notte.
Teramo è viva.
Sopravvive attraverso altri occhi che non hanno paura di amare.
Tutta Teramo.
Insieme.
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Piazzetta del sole???